Presenza di un’assenza

Meditazione quotidiana sul Parola di Dio — Gv 16,12-15

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Lettura

Il brano del Vangelo odierno rappresenta la seconda parte di Gv 16, nella quale Gesù parla dello Spirito di verità come Guida e Maestro della comunità dei discepoli. Essi al momento vivono due fragilità: l’incapacità a comprendere le parole e l’esodo di Gesù, e l’incapacità a portare il peso delle difficoltà e persecuzioni a causa della testimonianza del Vangelo. Per questo lo Spirito «prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà» (Gv 16,15).

Meditazione

«Lo Spirito della verità vi guiderà alla verità tutta intera»: lo Spirito viene presentato da Gesù come un pedagogo. Il verbo greco hodegein (guidare) viene da hodos (via) ed è il verbo usato in Ap 7,17 per descrivere i santi “guidati” alle acque della vita dall’Agnello che: «sta in mezzo a loro e sarà il loro pastore». Questo compito in Apocalisse affidato a Cristo Agnello, nella storia viene affidato da Gesù allo Spirito. Nella versione greca dell’Antico Testamento troviamo questo verbo sempre legato allo Spirito: «Il tuo spirito buono mi guidi in terra piana» (Sal 143,10); dunque il compito dello Spirito è anche quello di portarci su un terreno non accidentato. E nel libro del profeta Isaìa leggiamo che: «lo Spirito del Signore li guidava…» (Is 63,14). Ma lo Spirito è guida della e nella verità perché «non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito». Noi siamo diventati “parolai” di Dio, mentre Lui ci fa vedere come all’interno di sé non c’è solo la Parola che parla, ma c’è uno Spirito che ascolta. Lo Spirito Santo viene presentato come Colui che ha tanto ascoltato da aver assorbito quello che poi dovrà dire. Dunque lo Spirito può fare da guida dentro la verità di Dio-Amore perché sa ascoltare e dice non parole sue ma quelle di Gesù. Il Vangelo ci insegna, così, che lo Spirito è anche ascolto oltre che martirio di verità. E come lo Spirito, anche noi siamo chiamati a essere grembo di silenzio, fenditura di ascolto nel martirio della verità. Lo Spirito che introduce nella vita divina diventa allora Segno e Presenza di un’Assenza, espressione del silenzio di ascolto, memoria ed ermeneutica di tutte quelle parole dette e non dette di Gesù. È bello vedere come Dio si comunica all’uomo grazie a questo ritrarsi di Cristo e al suo silenzio che si fa eloquente presenza nel mistero dello Spirito.

Preghiera

O Maria, a te volgo lo sguardo per trovar consolazione e apprendere l’Amore sull’altare della Croce. Anche me avvolgi, o Madre, nell’abbraccio del tuo Figlio perché il mio cuore, come il suo, custodisca e testimoni Verità in Carità. Amen.

Agire

Oggi cercherò di ascoltare più che parlare, di amare senza aspettare, guardando a Maria come esempio da imitare.

Meditazione a cura di mons. Mario Russotto, vescovo di Caltanissetta, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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