Presentazione Giornata "Insieme per l'Europa"

Speciale “Insieme per l’Europa” [1/4]

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ROMA, sabato, 12 maggio 2012 (ZENIT.org).- Riprendiamo l’intervento con il quale Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari, ha aperto oggi a Bruxelles (Belgio) la terza edizione della manifestazione “Insieme per l’Europa”.

***

(Saluti generali)

Vorrei focalizzare il mio breve intervento su tre punti:

– Chi siamo

– La nostra storia

– Quale contributo vogliamo e possiamo offrire all’Europa

1. Cos’è l’Insieme per l’Europa?

I Movimenti e le Comunità che s’impegnano per l’ Insieme per l’Europarappresentano una ricchezza per la loro grande diversità. Nessuno è uguale ad un altro. Sono diversi nello specifico contributo che danno alla società, nella diffusione, nella struttura, nel modo di vivere l’uguale messaggio del Vangelo.

La comune scintilla ispiratrice deriva in genere da un’attrattiva verso il Vangelo approfondito e soprattutto vissuto, da una chiamata – come diremmo noi cristiani – a mettersi in rapporto diretto con Gesù, a seguirlo, a farsi ispirare da Lui nell’agire e nel pensare, mettendo in pratica il suo annuncio di novità per ogni uomo, sottolineandone con un particolare approfondimento qualche sua frase o qualche caratteristico agire.

La policroma ricchezza di questi movimenti si manifesta nella varietà degli impegni nella società: nelle mille soluzioni concrete che offrono, valide perché sperimentate e contagiose, frutto dei doni ricevuti gratuitamente dal Cielo, i loro Carismi.

2. La nostra storia

Qual è la forza unificatrice di tali diversità, quali sono le modalità di questa inedita collaborazione?

Questo “Insieme” non è certo frutto di un lavoro a tavolino o di un complesso organizzato; non è nemmeno una nuova superstruttura. Tutto ciò che si fa in comune nasce dal rapporto, da un accordo e dal desiderio di raggiungere intenti comuni.

Accenno ad alcune esperienze fatte insieme che sono ancora oggi la base della nostra profonda collaborazione. non sono state programmate, ma sono avvenute, per così dire, in modo inatteso, sotto la regia di Qualcuno, invisibile agli occhi umani ma attivamente presente ed attore nella storia.

Nell’ottobre 1999, in occasione della firma della “Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione” ad Augsburg, alcuni responsabili di Movimenti e Comunità, tedeschi e italiani, evangelici e cattolici, si sono trovati insieme per la prima volta; fra essi Chiara Lubich, fondatrice e prima presidente del Movimento dei Focolari che qui rappresento. Sono rimasti fortemente impressionati da un fatto: il seguire lo stesso Gesù faceva loro scoprire che avevano le stesse origini e le stesse mete.

Se Chiara Lubich era spinta dal carisma dell’unità, dono specifico fatto a lei da Dio, a costruire la comunione fra i diversi carismi, simile desiderio trovava piena adesione in altri responsabili di Comunità o di Movimenti. Come non ricordare – oltre a quanti sono oggi qui presenti – il nostro grande fratello Helmut Nicklas, ora in Cielo con Chiara e certamente entrambi ancora qui con noi ad ispirarci?

È emersa la convinzione che occorrevaandare avanti insieme, non con un programma prestabilito, ma cercando di capire insieme, di volta in volta, attraverso le circostanze, ciò che veniva ispirato da Dio.

Ben presto è nata un’esigenza: le provenienze diverse, le culture e tradizioni differenti, le appartenenze a chiese e tradizioni varie,lnostre reciproche storie, ci hanno fatto sentire il bisogno di unariconciliazione.

E così, in un momento di grande profondità, ci siamo chiesti perdono per i pregiudizi coltivati e divulgati lungo la storia, per atteggiamenti o atti negativi reciproci. È stato un atto di purificazione della nostra memoria e di perdono vicendevole totale.

Queste forti esperienze ci hanno portati a stringere tra noiun patto di amore cristianoper dare una base solida alla nostra comunione e irradiare, attraverso il nostro e le nostre attività, un costruttivo spirito di solidarietà, di giustizia, pace e fraternità.

Quest’alleanza è un legame forte, reale e sempre efficace, perché sempre rinnovato e comunicato senza esclusione di alcuno.

Altra esperienza fondamentale sono stati i due incontri svoltisi a Stoccarda nel 2004 e nel 2007, con migliaia di partecipanti da tutta l’Europa, e con un centinaio di incontri paralleli in vari Paesi.

Il frutto più importante è stato, per la grande maggioranza dei partecipanti,un modo nuovo di vedere l’Europa. Prima quasi tutti, come la maggior parte dei cittadini europei, erano per lo meno scettici verso l’Europa e la possibilità di una sua reale e produttiva coesione. Quell’esperienza fatta tra noi, profonda, gioiosa e ricca di unità nella diversità, ha acceso in molti una passione per l’unità del continente: l’Europa vista come casa comune dei popoli e delle minoranze europee. L’impegno per una storia positiva della nostra Europa ha acquistato una convinzione radicata e profonda.

3. Il nostro contributo all’Europa di oggi

Da qui emergono i contributi che l’Insieme per l’Europapuò offrire alla vita del continente, ponendosi come seme di speranza ovunque la convivenza sia in pericolo e come sorgente di una grforza unificatrice.

Mentre si avverte qua e là la giusta esigenza di valorizzare la propria identità locale o regionale e di salvare la propria cultura, e in certi campi sembra accentuarsi la frammentazione, il mondo attuale sperimenta più che mai l’interdipendenza e le scosse di vario tipo avvertite in un luogo, vicino o lontano che sia, si ripercuotono, come in uno tsunami, sull’intero pianeta. Si parla, ormai a livello globale, di crisi di valori in tutti i settori, della famiglia, della politica, della società… ma soprattutto di crisi economica mondiale. E da questa situazione non è certo rimasta indenne la nostra Europa!

Tuttavia è mia convinzione che la vera radice di tutto ciò stia fondamentalmente nella crisi dei rapporti.

A livello personale, di gruppi e di nazioni occorre uscire dall’individualismo per andare incontro all’altro; intensificare il rapporto con ogni persona che ci passa accanto, fondandolo sul Vangelo, e contribuire, personalmente e tutti insieme, al bene o alla guarigione del pezzetto di umanità di cui facciamo parte. Provare a costruire, come dice il Papa Benedetto XVI: “Un’Europa non solo preoccupata delle necessità materiali degli uomini, ma anche di quelle morali e sociali, di quelle spirituali e religiose, perché tutte queste sono esigenze autentiche dell’unico uomo e solo così si opera in modo efficace, integro e fecondo per il suo bene”i.

L’ Insieme ci sembra proprio il soggetto capace di ispirare persone singole o associate nel loro impegno per una Europa libera, riconciliata, democratica, solidale e fraterna: non un “vecchio” continente, ma un continente vivo e vivace, che scopre di avere un progetto da realizzare e che può essere dono per il resto dell’umanità.

In qualche embrionale misura è quanto esso già fa:

– “Produce” bene comune. I membri, cercando di vivere l’amore cristiano, scoprono il dono che è l’altro e sono pronti al sacrificio per il bene della comunità: unica base sicura ad una società dove ognuno e tutti siano realizzati, felici.

– Coinvolge numerosi cittadini nell’impegno di suscitare concreta reciprocità. Essi mettono in moto la loro specifica competenza, professionale, famigliare, culturale, nelle mille occasioni di ogni giorno e nei vari ambienti della società, e offrono proposte di soluzione alle varie sfide di oggi: la tutela della vita, della famiglia e del creato; un’economia sobria ed equa; la fraternità e la pace; la costruzione di una società armoniosa e concorde nelle città.

– Avendone sperimentato i frutti, promuove una “cultura della comunione”, sempre più necessaria, che prepara il t
erreno in cui individui e popoli diversi possano accogliersi l’un l’altro, conoscersi, riconciliarsi, imparare a stimarsi e a sostenersi vicendevolmente.

– Direi – e concludo – che l’ Insieme per l’Europaè un’impresa affascinante: abbiamo la possibilità, anche attraverso la manifestazione di oggi, di testimoniare alle donne ed agli uomini del nostro tempo che abitare la terra in uno spirito di comunione apre un futuro di fraternità e di pace ai singoli, ai popoli, al nostro continente e all’umanità intera.

Vorrei augurare a me ed a tutti che durante la giornata possiamo provare di persona questi effetti, per l’amore scambievole fra tutti i presenti, e che stasera, nel salutarci, possiamo ripartire da qui come popolo europeo – pur piccolo nelle dimensioni – ma unito nella sua grande diversità e perciò di questa esperienza, in prima linea nella costruzione della “nuova” Europa.

*

1. Benedetto XVI, Discorso all’aeroporto di Compostela, 6 novembre 2010, durante la cerimonia di benvenuto al Papa.

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ZENIT Staff

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