Presentato il 21° rapporto Caritas sull'immigrazione

Gli immigrati tendono a restare, pagano le tasse e i figli vanno a scuola

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ROMA, giovedì, 27 ottobre 2011 (ZENIT.org).- Il 21° rapporto annuale Caritas sull’immigrazione è stato presentato questo giovedì al teatro Don Orione di Roma. Si tratta di oltre 500 pagine di dati che tranquillizzano sull’integrazione di quel 7% della popolazione che Benedetto XVI, nel suo messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante, ha invitato ad avvicinare al Vangelo.

Con il leitmotiv “Oltre la crisi insieme”, indica che gli immigranti sono cinque milioni, il 10% del totale dei lavoratori, e producono quasi il 20% del PIL, tendono a rimanere, pagano le tasse, mandano i figli a scuola e prendono mutui.

Il dossier è stato realizzato dalla Caritas Italiana assieme alla Fondazione Migrantes, alla Caritas di Roma, a organizzazioni internazionali, strutture pubbliche e mondo sociale.

Dopo l’introduzione del direttore della Caritas, mons. Vittorio Nozza, i punti salienti del Rapporto sono stati indicati dal coordinatore del Dossier, Franco Pittau, dallo scrittore algerino Amara Lakhous, dal presidente della Caritas mons. Giuseppe Merisi e dal Sindaco di Padova Flavio Zanonato. E’ stato proiettato anche un documentario dell’ufficio Stampa RaiNews che ha illustrato la problematica.

Franco Pittau ha indicato che il numero degli immigrati in Italia nell’ultimo anno non è aumentato, poiché anche se sono arrivati circa 600.000 immigrati altre 600.000 persone non comunitarie hanno perso il permesso di soggiorno. Di queste molte sono ritornate in patria, ma altre sono rimaste come irregolari.

“Un problema serio – ha detto -, perché le leggi attuali hanno abbassato il ‘permesso di soggiorno in attesa di occupazione’ da un anno a sei mesi, e in questo tempo non è sempre facile trovare un nuovo lavoro”.

“Noi italiani – ha indicato Pittau – dobbiamo imparare a convivere con loro, come loro devono imparare a convivere con noi”. Parlando del futuro, ha ricordato che “i bimbi di origine straniera a scuola sono oltre 700.000, e ogni cinque neonati uno è di mamma straniera”.

Le persone di altre religioni in Italia sono circa il 6% del totale della popolazione. Ci sono 2,5 milioni di cristiani non cattolici, 1,5 milioni di musulmani, 200.000 di di religioni orientali. Ma anche nelle carceri esiste l’immigrazione, “con un terzo della sua popolazione”. Un fatto importante, però, è che “oltre 600.000 cittadini stranieri si considerano italiani”.

L’aumento dell’immigrazione in Italia dal 1990 ad oggi, dimostra il dossier, è stato esponenziale. Nel 1990 gli stranieri erano l’1% della popolazione, oggi sono il 7%. Nello stesso arco di tempo si è passati da 20.000 minori a circa un milione.

Ma l’Italia è un Paese in cui “l’invecchiamento della popolazione continuerà, e quindi servono le persone per l’assistenza. Basti pensare che nel 2050 il 25% della popolazione italiana sarà over 65” ha detto Pittau.

Sui timori che questo 7% di popolazione immigrata metta a rischio tradizione e religione, Pittau ha considerato che “bisogna considerarli come fratelli di altre religioni”.

Punti di vista

Il punto di vista degli immigrati è stato esposto dallo scrittore algerino Lakhous, ormai cittadino italiano, che ha raccontato la sua esperienza personale, come le difficoltà per avere e mantenere il permesso di soggiorno, ma anche la disumanità di alcune leggi come quelle del soccorso in mare, visto che marinai che aiutano i barconi rischiano di essere denunciati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Mons. Giuseppe Merisi, Presidente della Caritas Italiana e Vescovo di Lodi, con un’esperienza di lavoro con gli immigrati a Milano, ha ricordato le recenti parole del Cardinale Angelo Bagnasco “sull’oscuramento della speranza collettiva” e che “l’immigrazione viene considerata come un danno in un Paese già in difficoltà”.

“La Caritas ritiene che l’immigrazione non sia un appesantimento, ma un apporto”, ha spiegato, invitando alla “pedagogia dei fatti oltre ai contenuti per invitare i giovani a conoscere il Vangelo” e “ribadire l’impegno dei cristiani nella costruzione di una società solidale”.

Flavio Zanonato, Sindaco di Padova e Delegato Anci per l’immigrazione, ha considerato che la Caritas “svolge un lavoro straordinario” perché “questo dossier non avrebbe un’alternativa negli enti pubblici”.

Ha anche lamentato che nei singoli comuni “si lavori di più sulla propaganda che su cose concrete e l’immigrazione sia vista come una leva per finalità politiche”, non risolvendo spesso i problemi per “non uccidere la gallina delle uova d’oro”.

Zanonato ha poi denunciato l’ottica di vedere l’immigrazione come “solidarità verso popolazioni sfortunate e non come una risorsa”, ricordando situazioni come la protezione dei richiedenti asilo e rifugiati e dei minori non accompagnati. “Il minore non viene espulso ma non basta questo”.

Le seconde generazioni, ha concluso, si possono trasformare in una bomba a orologeria. Un ragazzo di origine straniera “se va al suo Paese natale non è visto come uno di là e gli danno dell’italiano, e se torna in Italia non ha i diritti dei suoi coetanei. Quanto può durare una situazione così?”.

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ZENIT Staff

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