Prepararsi alla venuta di Cristo guidati da San Paolo

La riflessione del Cardinale brasiliano Eusébio Scheid

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RIO DE JANEIRO, giovedì, 4 dicembre 2008 (ZENIT.org).- In questo periodo di Avvento, nel contesto dell’Anno Paolino, il Cardinale brasiliano Eusébio Scheid invita i fedeli a prepararsi alla venuta di Cristo guidati da San Paolo.

L’Arcivescovo di Rio de Janeiro ricorda che Paolo accetta Cristo “partendo da un’esperienza personale e definitiva di conversione”.

“Quello è stato il momento decisivo della sua vita”, spiega in un messaggio diffuso dalla sua Arcidiocesi.

“Se vogliamo davvero entrare nella spiritualità del Vangelo di Cristo, bisogna ascoltarlo, seguirlo, assorbirlo, al punto da abbandonare i nostri difetti e i nostri peccati e mettere da parte anche le piccole cose, per concentrarci sull’unico e vero Maestro, Valore Supremo”.

Secondo monsignor Scheid, San Paolo “afferma che la nostra vita ‘è nascosta con Cristo in Dio’”. “Cosa significano l’insegnamento, le opere, gli ideali di Cristo in noi? Come ci assume e ci trasforma? Questo è possibile solo con la fede, la fiducia totale che ci porta a seguirlo, senza dubitare o esitare, accogliendo tutto ciò che Egli realizza attraverso la sua Grazia”.

Per Paolo, osserva l’Arcivescovo, “saremo salvati dalla nostra fede, a patto che essa abbia il suo complemento essenziale nella carità. Questo deve portare a comportamenti conseguenti, logici, di una fede che si manifesta attraverso le opere”.

Monsignor Scheid ha anche constatato che San Paolo “non potrebbe parlare del Signore, annunciarlo alle Nazioni, senza sottolineare il punto più alto della sua vita, l’umiliazione della croce”.

“Per diventare uomo, il Figlio si è spogliato di ogni prerogativa divina, unendo alla divinità la natura umana nella sua Persona”.

“Nella sofferenza e nella vessazione della crocifissione, quando Gesù ha donato in modo volontario e definitivo la propria vita, sono state gettate le basi del Regno di Dio”, ha affermato.

Secondo l’Arcivescovo di Rio de Janeiro, “nonostante il razionalismo intellettuale dei greci, il potere arrogante dei romani e perfino la prospettiva politica degli ebrei, il Regno è apparso tra noi”.

“E nell’interiorità si costruisce a poco a poco – ha concluso –. Anche nella nostra vita cristiana: con la preghiera, l’ascesi, l’accoglienza filiale della grazia, la pratica del bene, diventiamo cittadini di quel Regno… come Gesù ha fatto e ci ha indicato di fare”.

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ZENIT Staff

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