Premio Ratzinger 2012: vincono un francese e un gesuita statunitense

“Mettere Dio vivente al centro della riflessione per sconfiggere il buio minaccioso per l’uomo”

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di Sergio H. Mora

CITTA’ DEL VATICANO, venerdì, 28 settembre 2012 (ZENIT.org).- I due vincitori dell’edizione 2012 del Premio Ratzinger sono un filosofo e storico del pensiero francese, Rémi Brague, e il padre gesuita statunitense Brian E. Daley, teologo e patrologo, meno conosciuto in Italia, ma di rilievo internazionale, specialmente nell’area anglofona.

La scelta è stata resa nota oggi dal cardinale Camillo Ruini, Presidente del comitato scientifico della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger – Benedetto XVI; e dal presidente di questa, monsignor. Giuseppe A. Scotti, nel corso della presentazione avvenuta nella Sala stampa della Santa Sede.

“Lo scopo della fondazione è quello di porre al centro della riflessione la questione di Dio – ha ricordato Mons. Scotti – il Dio vivente”. E ha ricordato le parole del Papa nell’omelia della Pasqua di quest’anno. “Il buio veramente minaccioso per l’uomo è il fatto che egli, in verità, è capace di vedere ed indagare le cose tangibili, materiali, ma non vede dove vada il mondo e da dove venga”. E come “Il buio su Dio e il buio sui valori sono la vera minaccia per la nostra esistenza e per il mondo in generale”.

“Rémi Brague – ha esordito il cardinale Ruini – è un filosofo vero e al contempo un grande storico del pensiero e della cultura, che unisce alla forza speculativa e alla visione storica una fede cristiana e cattolica profonda ed esplicita, senza complessi. Personalmente sono molto lieto che gli sia conferito il Premio Ratzinger”.

“Conosco meno, il Padre Brian Edward Daley” ha aggiunto il porporato, e dopo averne illustrato il prestigioso curriculum, ha concluso: “E’ un grande storico della teologia patristica, ma anche un uomo impegnato con tutto se stesso nella vita e nella missione della Chiesa, che unisce esemplarmente il rigore scientifico alla passione per il Vangelo”.

Monsignor Scotti da parte sua ha precisato che “L’assegnazione del Premio Ratzinger vuol porre agli occhi dell’opinione pubblica la ‘questione di Dio’ ed è una delle tre attività del lavoro ordinario della Fondazione”. Le altre due sono le borse di studio che la Fondazione mette a disposizione per dottorandi in Teologia e i Convegni di alto valore scientifico promossi dalla Fondazione.

La cerimonia di conferimento del premio, ha proseguito il direttore della Fondazione, si svolgerà il 20 ottobre nella sala Clementina. Dopo i saluti, Benedetto XVI consegnerà “una pergamena e la somma di 50 mila euro”.

Ci sarà il discorso del Santo Padre e sarà “una cosa molto fraterna senza scenari particolari”.

Il convegno 2012 della Fondazione si terrà a Rio de Janeiro, dall’8 al 9 novembre con l’adesione di oltre 90 università e il tema affrontato è di carattere antropologico: “Cosa fa sì che l’uomo sia uomo”.

“La Fondazione conterà – ha precisato Mons. Scotti – della stretta collaborazione dell’Università Cattolica di Rio e del generoso impegno degli Araldi del Vangelo. A loro vorrei dire pubblicamente la mia riconoscenza e il grazie per l’impegno profuso fino ad ora”.

Un giornalista ha chiesto informazioni sugli Araldi del Vangelo, e Mons. Scotti ha risposto ricordando il libro intervista a Ratzinger “Luce del Mondo”, in cui il Papa racconta di come “era rimasto stupito dalla freschezza di questa realtà che evangelizza. Ci sono Araldi del Vangelo non soltanto in Brasile ma anche a Roma e a Venezia”.

Gli Araldi, ha aggiunto monsignor Scotti , “sono parte di quelle realtà ecclesiali che sanno vivere una fede intensa e semplice, dove semplice non vuol dire banale, ma in profonda sintonia con il Papa, con la riflessione teologica e l’approfondimento continuo”.

Sull’interesse che ha suscitato il Premio Ratzinger anche tra i giovani studiosi di teologia, mons. Scotti ha ricordato che erano 32 le università che avevano aderito all’inizio, mentre quest’anno sono già 90, e poi ci sono tantissimi contatti con persone interessate all’argomento.

Sulla possibilità di conferire il premio a un teologo di un’altra religione, il cardinale Ruini ha spiegato che: “La possibilità, ma anche l’intenzione rimane”. “Magari anche qualche donna”, ha aggiunto.

Per quanto riguarda il numero dei premiati, “possono anche diventare quattro, dipende dal flusso di contributi che arrivino alla Fondazione” ha detto.

Un giornalista ha chiesto se la fuga di notizie, il cosiddetto Vatileaks, ha influito sulla Fondazione e monsignor Scotti ha precisato che “Dopo la fuga di notizie il nostro sito web ha avuto un incremento di visite. La Fondazione non ha sofferto della fuga di notizie, al contrario ci sono persone che hanno cercato di conoscere di più e meglio”.

* per il testo dell’intervento del cardinale Ruini, che ha presentato i due vincitori (con ampi cenni biografici), e di monsignor Scotti, basta cliccare nella sezione Documenti su “Porre al centro della riflessione la questione di Dio” (http://www.zenit.org/article-32859?l=italian).

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ZENIT Staff

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