Daily meditation on the Gospel

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Pregare il Padre con fiducia — Meditazione quotidiana

Meditazione della Parola di Dio di Giovedì 22 Giugno, della XI Settimana del Tempo Ordinario

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Lettura
Quando ci rivolgiamo a lui nella preghiera, Dio è molto più interessato al nostro cuore che alle nostre parole. Lo abbiamo visto ieri, quando Gesù ci esortava a non pregare come facevano i farisei ipocriti. Proprio per questo, ora egli ci invita a non “sprecare parole”: non serve altro che a sprecar fiato, infatti, recitare e concatenare vuote formulette, se il cuore e la mente non sono veramente in relazione con Dio.Il Padre nostro, la preghiera che il Maestro ha insegnato ai suoi discepoli, è esemplare. È il modello perfetto di preghiera perché ci insegna il modo giusto di pregare: come figli rivolti al Padre.
Meditazione
La preghiera del Padre nostro è una delle prime che abbiamo imparato a memoria, già da piccoli, a forza di ripeterle recitandole insieme ai nostri genitori. È la più bella, perché ci mette in contatto intimo con Dio Padre, che è Creatore e che benevolmente provvede alle necessità della nostra vita. Come a un padre che ci guarda negli occhi, ci scruta nel cuore, e così ci conosce meglio di noi stessi, a Lui possiamo chiedere tutto, sapendo che ci ascolta, e prima ancora che noi lo chiediamo, Egli ci ha già donato tutto il necessario per essere felici in questa vita e poi nell’altra, quella eterna, tra le sua braccia. Per Tertulliano il Padre nostro non è solo una preghiera, ma contiene, come un breviario, tutto il Vangelo. San Cipriano dice che essa è al centro delle Scritture, e la intende come la sintesi dell’agire cristiano, e il compendio di ogni preghiera. Il Catechismo spiega che il Padre nostro è “orazione domenicale” cioè “preghiera del Signore”, ma non solo perché ci è stata insegnata e donata da Gesù, ma anche perché “il Figlio Unigenito ci dà le parole che il Padre ha dato a lui” e perché egli, Verbo incarnato, “conosce nel suo cuore di uomo i bisogni dei suoi fratelli e delle sue sorelle in umanità”(n. 2765). È stato Gesù a rivelarci che il Dio dell’Antico Testamento, il Signore degli eserciti, così potente, guerriero, e temibile, in realtà è un padre amorevole, che ci ama così tanto da offrire il suo amato Figlio unigenito per la nostra salvezza. Ogni volta che preghiamo il Padre nostro dovremmo farlo avendo cura di non limitarci a ripetere distrattamente e automaticamente delle parole imparate a memoria tanto tempo fa, ma mettendoci tutto il cuore e la nostra anima per comprenderle e pronunciarle dal cuore, con lo spirito di un figlio fedele, obbediente e grato, che si rivolge al Padre suo che lo ama da sempre.
Preghiera
Padre mio, io mi abbandono a te: fa’ di me ciò che vuoi. Qualsiasi cosa tu faccia, te ne sono grato. Sono pronto a tutto, accetto tutto da te, purché la tua volontà si faccia in me e nel mondo intorno a me. Non desidero altro, o Dio mio, perché tu sei mio Padre e so che mi ami.
Agire
Ogni volta che oggi pregherò il Padre nostro penserò alle parole che pronuncio, come un figlio che apre il suo cuore al Padre.
Meditazione del giorno a cura di padre Miguel Angel Llamas, L.C., tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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