"Porre al centro della riflessione la questione di Dio"

Interventi del card. Ruini e di mons. Scotti durante la conferenza stampa di presentazione del “Premio Ratzinger 2012”

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ROMA, venerdì, 28 settembre 2012 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito gli interventi tenuti questa mattina dal cardinale Camillo Ruini e da monsignor Giuseppe A. Scotti, rispettivamente presidente del comitato scientifico della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger Benedetto XVI e presidente della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger Benedetto XVI, durante la conferenza stampa di presentazione del Premio Ratzinger 2012.

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[Intervento del cardinale Camillo Ruini]

Sono lieto di presentare brevemente i profili delle due personalità che riceveranno il 20 ottobre prossimo il Premio Ratzinger, che giunge così alla sua seconda edizione.
Si tratta di un filosofo e storico del pensiero francese, Rémi Brague, assai noto anche in Italia, e del Padre gesuita statunitense Brian E. Daley, teologo e patrologo meno conosciuto in Italia, ma a sua volta di rilievo internazionale, specialmente nell’area anglofona.

Con Rémi Brague ho un rapporto anche personale, avendolo invitato in varie occasioni a tenere relazioni nel contesto del Progetto culturale della Chiesa italiana, l’ultima volta per il Convegno internazionale su Dio oggi, a fine 2009. Rémi Brague è ancora relativamente giovane, almeno rispetto a me, essendo nato a Parigi 65 anni fa. E sposato con quattro figli e già due nipotini. Ha studiato filosofia e lingue classiche all’École Normale Supérieure di Parigi e poi anche ebraico ed arabo. Ha insegnato per vent’anni, dal 1990 al 2010, alla Sorbona e attualmente ha la cattedra “Romano Guardini” di scienza e storia delle religioni e di Weltanschauung cristiana presso l’Università Ludwig-Maximilian di Monaco di Baviera. E’ stato inoltre e continua a essere Visiting Professor in varie università americane, spagnole e anche all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. E membro dell’Institut de France, Académie des Sciences Morales et Politiques. Ha conseguito numerosi e prestigiosi premi internazionali, tra i quali spicca il Grand prix de philosophie de l’Académie Française.
Tra i suoi molti libri, che spaziano dalla filosofia greca in particolare Platone e Aristotele alla filosofia medioevale cristiana, giudaica e islamica e alle opere di sintesi e approfondimento teoretico, ricordiamo almeno Europe, la voie romaine, tradotto in molte lingue e uscito in italiano con il titolo Il futuro dell’OccidenteLa Sagesse du monde. Histoire de l’expérience humaine de l’univers, anch’esso tradotto in molte lingue e da me particolarmente amato; Du Dieu des chrétiens et dun ou deux autres  in italiano Il Dio dei cristiani. L’unico Dio?  e finalmente, recentissimo, Les Ancres dans le ciel. L’infrastructure métaphysique, uscito quest’anno anche nella versione italiana.
Rémi Brague è a mio parere un filosofo vero e al contempo un grande storico del pensiero e della cultura, che unisce alla forza speculativa e alla visione storica una fede cristiana e cattolica profonda ed esplicita, senza complessi. Personalmente sono molto lieto che gli sia conferito il Premio Ratzinger.
Conosco meno, purtroppo, il Padre Brian Edward Daley. E nato ad Orange, nel New Jersey, nel 1940. Ha studiato alla Fordham University di New York e poi, dal 1961 al 1964, ha approfondito la storia e filosofia antica al Merton College di Oxford. Nel 1964 è entrato nella Compagnia di Gesù, ha compiuto gli studi filosofici al Loyola Seminary nello Stato di New York e quelli teologici alla Hochschule Skt. Georgen di Francoforte, dove è stato anche Assistente del grande storico della cristologia Alois Grillmeier. Ha conseguito il dottorato a Oxford pubblicando un’edizione critica delle opere di Leonzio Bizantino. Ha insegnato per 18 anni, dal 1978 al 1996, teologia e storia della teologia alla Weston School of Theology di Cambridge nel Massachusetts e poi, fino a oggi, all’University of Notre Dame. Ha lavorato molto in ambito ecumenico, specialmente per i rapporti tra cattolici e ortodossi, e attualmente è Segretario esecutivo per parte cattolica dell’organismo consultivo cattolico-ortodosso per il Nord America.
E autore di volumi importanti come The hope of the Early Church: a Handbook of Patristic Eschatology. Ha contribuito al grande Handbuch der Dogmengeschichte, in particolare per la dottrina della salvezza nella Sacra Scrittura e per l’escatologia nella patristica. Ha inoltre tradotto in inglese le antiche omelie greche sulla Dormizione di Maria, il libro di Hans Urs von Balthasar Liturgia cosmica. L’universo secondo Massimo il Confessore e omelie patristiche greche e bizantine sulla Trasfigurazione del Signore. E anche autore di un’antologia di testi di spiritualità dei gesuiti, intitolato Companions in the Mission of Jesus. Ha pubblicato un numero imponente, e vorrei dire incredibile, di articoli scientifici sulla teologia patristica, ma anche di studi sulla vita e la spiritualità della Compagnia di Gesù, oltre che su temi teologici ed ecumenici di attualità. Vari altri libri e articoli sono di prossima pubblicazione.
Brian E. Daley è dunque un grande storico della teologia patristica, ma anche un uomo impegnato con tutto se stesso nella vita e nella missione della Chiesa, che unisce esemplarmente il rigore scientifico alla passione per il Vangelo.

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[Intervento di monsignor Giuseppe A. Scotti]

Dopo aver ascoltato il Cardinale Ruini che ci ha tratteggiato il profilo delle persone cui quest’anno viene assegnato il Premio Ratzinger, da parte mia voglio solo aggiornarvi sull’attività svolta dalla Fondazione nel corso dell’anno. E’ un modo molto semplice per aiutare il lavoro dei giornalisti che, ovviamente, non possono sapere tutto e seguire tutto ciò che avviene in Vaticano.

Come voi sapete lo scopo della fondazione è quello di porre al centro della riflessione la questione di Dio, “il Dio vivente”. Questo perché, come ha detto il Papa nell’omelia della Pasqua di questanno: “Il buio veramente minaccioso per l’uomo è il fatto che egli, in verità, è capace di vedere ed indagare le cose tangibili, materiali, ma non vede dove vada il mondo e da dove venga. Dove vada la stessa nostra vita. Che cosa sia il bene e che cosa sia il male. Il buio su Dio e il buio sui valori sono la vera minaccia per la nostra esistenza e per il mondo in generale. Se Dio e i valori, la differenza tra il bene e il male restano nel buio, allora tutte le altre illuminazioni, che ci danno un potere così incredibile, non sono solo progressi, ma al contempo sono anche minacce che mettono in pericolo noi e il mondo”.
L’assegnazione del Premio Ratzinger vuol porre agli occhi dell’opinione pubblica la “questione di Dio” ed è una delle tre attività del lavoro ordinario della Fondazione. Le altre due sono, forse, meno evidenti e conosciute, ma altrettanto importanti. Voglio solo accennare qui alle borse di studio che la Fondazione mette a disposizione per dottorandi in Teologia, mentre accenno ai Convegni di alto valore scientifico promossi dalla Fondazione.
Lo scorso anno a Bydgoszcz, in Polonia, si è tenuto il primo Convegno cui hanno partecipato 32 Università da tutta Europa. Il tema del Convegno, in sintonia con il pellegrinaggio del Santo Padre ad Assisi, è stato “Pellegrini della verità, pellegrini della pace“. In quella città, nel giugno di questanno, su iniziativa dell’università, della regione, della Diocesi e del Comune, è nato il Centro Studi Ratzinger che è stato inaugurato l’11 giugno da Sua Eminenza il Cardinale Bertone. Chi volesse qualche notizia in più può anche vistare il sito http://www.centrumstudiowratzingera.pl/.
Quest’anno il secondo convegno si terrà a Rio de Janeiro. Avverrà subito dopo l’assegnazione del Premio Ratzinger, dall’8 al 9 novembre. Le Università che hanno già dato la loro
adesione sono più di 90 e il tema affrontato è di carattere antropologico: “Cosa fa sì che l’uomo sia uomo“.
A questo proposito anticipo fin da ora che se qualcuno di voi desidera avere più notizie le può trovare sul sito http://www.simposiopucrio.teo.br/
Questo secondo convegno promosso dalla Fondazione avviene con la stretta collaborazione dell’Università Cattolica di Rio e con il generoso impegno degli Araldi del Vangelo. A loro vorrei dire pubblicamente la mia riconoscenza e il grazie per l’impegno profuso fino ad ora.

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ZENIT Staff

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