Polonia: obiezione di coscienza in pericolo

A Varsavia scoppia il caso del prof. Chazan, medico licenziato per aver rifiutato di praticare un aborto

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Lo scorso 9 luglio, Hanna Gronkiewicz Waltz, sindaco di Varsavia, durante una conferenza stampa, ha informato che il Consiglio Comunale della capitale polacca ha rescisso il contratto con il prof. Bogdan Chazan, attuale direttore dell’Ospedale della Sacra Famiglia.Il prof. Bogdan Chazan è stato definito “reo” di non aver accettato di compiere un aborto, ed è stato preso di mira da molti media.

In Polonia la stampa liberale e di sinistra, a braccetto con le realtà pro-aborto, ha iniziato da qualche tempo una vasta campagna contro quei medici che hanno firmato la “dichiarazione di fede”, un testamento che, di fatto, non porta nulla di nuovo ma ribadisce il tradizionale giuramento di Ippocrate, il quale richiede ai medici il rispetto della vita umana dal concepimento al suo termine naturale.

Il professor Chazan, invocando l’obiezione di coscienza, non ha acconsentito ad eseguire un aborto in un ospedale da lui gestito. Il nascituro, alla 25esima settimana di gestazione della madre, che si era recata da lui per chiedere l’aborto, aveva riportato danni al cranio e al cervello.

Il professor Bogdan Chazan ha suggerito alla madre del bambino gravemente malato e non ancora nato di prendersi cura di lui durante la gravidanza e dopo il parto. Aveva inoltre sottolineato la possibilità di accedere all’assistenza perinatale con cure palliative presso un ospedale pediatrico di Varsavia.

La campagna in corso nei media di sinistra e liberali è anche  una campagna contro l’obiezione di coscienza.

La decisione del professor Bogdan Chazan è difesa dai vescovi polacchi. “Sono profondamente preoccupato per l’annuncio della cancellazione del prof. Bogdan Chazan come direttore dell’Ospedale. Sacra Famiglia a Varsavia”, ha affermato in un comunicato il cardinale Kazimierz Nycz. Il Metropolita di Varsavia osserva che “la clausola di coscienza conferma uno dei diritti umani fondamentali, cioè la libertà di coscienza”.

L’arcivescovo Henryk Hoser, presidente del Comitato di Bioetica presso la Conferenza Episcopale Polacca, ha incoraggiato anche i medici e le persone di buona volontà a “manifestare sostegno e solidarietà al professor Bogdan Chazan”.

“La difesa di una vita di un bambino disabile concepito in vitro non può essere causa di licenziamento per un medico con le più alte qualifiche, come quella di direttore dell’ospedale”, ha sottolineato mons. Hoser.

“Nel periodo prenatale un bambino continua ad essere un uomo e un paziente, indipendentemente dallo stato di salute e indipendentemente dalle decisioni discrezionali di qualcuno. Nessuno è padrone della vita di un altro essere umano ed eventuali altri beni personali e derivati ​​sono secondari al fatto dell’esistenza umana”, ha continuato arcivescovo Hozer.

“La libertà di coscienza è in gioco in Polonia. Questo vale per tutti i cattolici che vogliono essere coinvolti nella vita pubblica secondo i loro principi morali”, ha detto mons. Henryk Tomasik, commentando il licenziamento del direttore dell’Ospedale della Sacra Famiglia.

“Già una volta nella storia i cristiani furono gettati agli animali per essere divorati, e ora li si getta sul marciapiede”, aggiunto il vescovo Tomasik.

Il professor Chazan è stato difeso anche dall’ambiente dei medici. “Il professor Bogdan Chazan è stato vittima di una caccia alle streghe”, ha detto il presidente del Consiglio Medico Supremo (NRL), il dott. Maciej Hamankiewicz, commentando la decisione di Hanna Gronkiewicz-Waltz.

Il dott. Maciej ha osservato che “tale decisione dimostra la volontà di limitare la libertà dei medici”. “Non abbiamo alcun dubbio che alcuni ambienti avevano chiaramente un bisogno di guerra ideologica”, ha continuato Hamankiewicz.

“Il professor Bogdan Chazan ha dato ai medici un perfetto esempio di come capire e farsi guidare dal principio dell’obiezione di coscienza. “Non si tratta solo di “disobbedienza civile”, ma di fedeltà ai valori, che comprendono la vita umana e la sua tutela”, ha detto don Stanislaw Warzeszak, il capellano della pastorale medica in Polonia.

Secondo i movimenti pro-vita la decisione del sindaco di Varsavia “può significare che in futuro nessun medico credente potrebbe più svolgere il ruolo del direttore dell’ospedale”.

I media liberali e di sinistra, come ad esempio Gazeta Wyborcza (Giornale Elettorale) descrivono la Chiesa Cattolica in Polonia che difende l’obiezione di coscienza come “la Chiesa con la faccia di Grande Inquisitore”. Le persone che difendono il professore Bogdan Chazan e la vita umana dal concepimento fino alla morte naturale, sono definiti dai media di sinistra come “estremisti religiosi”.

L’attacco arriva anche da parte dei membri del governo di Donald Tusk e dai politici di sinistra che sottolineano che il professor Chazan non avendo accettato di compiere un aborto “ha preso le decisioni psicopatiche”. Per uno dei rappresentanti del parlamento “il professor Chazanè uno psicopatico religioso”.

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Mariusz Frukacz

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