Più di 20 milioni di firme per chiedere il disarmo nucleare

ROMA, giovedì, 21 ottobre 2010 (ZENIT.org).- Sono oltre 20 milioni le firme raccolte per il disarmo nucleare e consegnate al Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, il 4 ottobre scorso.

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Giovani leader appartenenti alle grandi tradizioni religiose del mondo si sono riuniti a New York per consegnare a Sergio de Queiroz Duarte, Alto Rappresentante del Segretario delle Nazioni Unite per il Disarmo, la petizione, firmata in 140 Paesi del mondo per chiedere ai Governi il progressivo disarmo nucleare e la riduzione del 10% dei loro budget militari, dedicando i fondi così recuperati allo sviluppo.

L’evento ha rappresentato il culmine della prima fase della campagna per la sicurezza condivisa “Arms Down!” (“Giù le armi!”), lanciata circa un anno fa dalla rete internazionale dei giovani di fede.

“Un’opinione pubblica internazionale, sensibilizzata dalle forze impegnate a favorire un futuro vivibile nel pianeta (tra queste le grandi comunità religiose e le associazioni ed istituzioni culturali ed umanitarie), può rappresentare un fattore decisivo perché siano effettivamente rispettati gli accordi di non proliferazione nucleare, che quest’anno sono stati sottoscritti da ben 200 Paesi”, ricorda in un comunicato Religions for Peace.

La necessaria eliminazione degli armamenti nucleari esistenti “potrebbe trasformarsi da un problema estremamente inquietante di difficile soluzione ad un’opportunità di riconversione di questi strumenti di distruzione in disponibilità energetica, da utilizzare per riequilibrare le possibilità di sviluppo tra i vari Paesi, riducendo i rischi di conflitto legati alla privazione di risorse indispensabili per la sopravvivenza e la crescita di vaste comunità in più aree del mondo, attualmente condannate ad una precarietà e ricattabilità estreme”, aggiunge il testo.

“Non vogliamo una ripetizione del disastro di Hiroshima e Nagasaki, e la possibilità di una replica esiste finché esisteranno le armi nucleari”, ha dichiarato Ela Gandhi, fondatrice del Gandhi Development Trust e Presidente Onorario di Religions for Peace. “Dobbiamo costruire una cultura della non violenza”.

La campagna ha ricevuto il forte sostegno di personalità come i Capi di Stato di Costa Rica, Nepal e Ruanda, del Primo Ministro del Giappone, dei sindaci di Hiroshima e Nagasaki e di oltre 3.000 città, così come di quasi 200 parlamentari.

Hanno sostenuto la campagna e firmato la petizione anche esponenti religiosi di spicco di varie tradizioni, come il Grande Sceicco di Al-Azhar, Papa Shenouda III, il Rabbino Rosen di Israele e il Patriarca Supremo del Buddismo Tendai.

L’iniziativa conta anche sul sostegno di circa 400 organizzazioni partner a livello nazionale, regionale e internazionale.

“Il disarmo e la non proliferazione sono fondamentali non solo per la pace e la sicurezza internazionali, ma per tutta l’agenda internazionale”, ha affermato Ban Ki-moon in un messaggio diffuso da Duarte.

“Possono promuovere la fiducia tra le Nazioni e rafforzare la stabilità regionale e internazionale. Sono fondamentali per realizzare la visione della Carta delle Nazioni Unite”, ha sottolineato.

Per ulteriori informazioni, http://www.religioniperlapaceitalia.org/.

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ZENIT Staff

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