Pio IX, una beatificazione desiderata da papa Giovanni XXIII

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ROMA, sabato, 7 febbraio 2009 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito un articolo scritto da padre Pietro Messa, ofm, Preside della Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani della Pontificia Università Antonianum di Roma, e apparso in parte su “L’Osservatore Romano” (8 febbraio 2009).

 

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Il 3 settembre 2000 venne beatificato Pio IX e l’annuncio della sua beatificazione ha suscitato numerose perplessità e polemiche; qualcuno perfino ha definito un affronto a papa Giovanni XXIII la contemporanea beatificazione dei due pontefici. Lasciando a ciascuno la libertà di esprimersi a riguardo è però doverosa una certa onestà che superi qualsiasi forma di pigrizia mentale mediante una sana igiene intellettuale.

Un aspetto poco considerato, per non dire dimenticato, di Giovanni XXIII è il suo amore proprio per papa Giovanni Maria Mastai Ferretti, cioè Pio IX. Fin da piccolo Angelo Giuseppe Roncalli, il futuro papa, fu devoto a Pio IX grazie al prozio Zaverio, il suo educatore, il quale possedeva una biografia popolare del pontefice che era morto soltanto da tre anni quando nacque papa Giovanni il 25 novembre 1881. Successivamente don Angelo Roncalli fu per dieci anni segretario di monsignor Radini Tedeschi, il vescovo di Bergamo, che fu un fervido ammiratore di Pio IX, come testimonia il discorso che egli fece a Roma nella chiesa di Sant’Ignazio nel 1894, commemorando il centenario della nascita di Giovanni Maria Mastai Ferretti, in cui tra l’altro – con un linguaggio proprio del tempo – affermò: «Commemorare un grande, al cospetto di chi vivente lo conobbe sì bene, e tanto lo venerò ed amò; dopo che degne ed eloquenti labbra ne dissero splendido e commovente sulla tomba l’elogio; quando vivo e parlante quasi sta ancora in mezzo a mille cuori, che ne ricordano le angeliche virtù, le amabili sembianze, il cuore amanti di padre e di re, è compito soprammodo sgradevole. Ti avessi almeno potuto conoscere o Pio IX! Come ti venerai da lungi, e come fosti visione incantevole de’ miei primi anni, e palpito tenerissimo del mio cuore, e ideale di pontefice e sovrano; avessi potuto il bacio mio stampare sulla tua destra benedicente, sul piede a te che evangelizzavi la pace e il bene, sul tuo labbro anzi su cui errava eterno il sorriso e dal quale sgorgava l’accento della verità e della vita!».

La stessa ammirazione per Pio IX fu testimoniata dall’ormai cardinal Angelo Roncalli allorquando si trovò ad essere patriarca di Venezia e il 16 ottobre 1958, nell’imminenza del conclave, si recò al Verano presso la tomba dei suoi antichi superiori del seminario romano e nella Basilica di San Lorenzo per venerare l’ipogéo di Pio IX. Il 28 ottobre 1958 Angelo Giuseppe Roncalli divenne papa con il nome di Giovanni XXIII e soltanto due mesi dopo in un biglietto autografo così scrisse a monsignor Alberto Canestri: «Vaticano 12 gennaio 1959. Saluto di cuore il rev.mo mons. Alberto Canestri, di cui ho letto il discorso “Coscienza di un Papa dell’Ottocento”. So della sua validissima cooperazione alla causa di beatificazione di Pio IX di cui mi compiaccio assai. Intanto, umilmente, ma fervidamente benedico la sua persona che sarò ben lieto di accogliere in udienza e lo incoraggio per la santa impresa che mi sta molto a cuore, come questa della glorificazione di Pio IX». Dopo essersi interessato più volte della glorificazione di papa Mastai, il 31 agosto 1962 papa Giovanni andò perfino di persona a trovare monsignor Alberto Canestri, postulatore della causa di beatificazione di Pio IX.

Nella solennità dell’Immacolata del 1960, dopo la sosta devozionale alla Colonna di Piazza di Spagna, durante la celebrazione mariana a Santa Maria Maggiore, Giovanni XXIII esprimeva tutta la sua ammirazione per il suo predecessore: «In questo otto dicembre, che tutti gli anni ricorda la solenne e più che centenaria proclamazione del domma soave e luminoso dell’Immacolata, il pensiero nostro corre spontaneamente a colui, che di esso fu la voce autorevole, l’infallibile oracolo. La soave figura del nostro predecessore Pio IX, di grande, di santa memoria, ci è particolarmente venerata e cara, perché egli nutrì per la Vergine un amore tenerissimo e si applicò fin dai giovani anni allo studio ed alla penetrazione del privilegio dell’immacolato concepimento di Maria Santissima. Risalendo a ritroso dei secoli egli amò avvolgersi nello stesso mantello di gloria di cui si ornarono tanti suoi illustri antecessori nel romano pontificato, nelle ripetute testimonianze di devozione e di amore a Maria, che il popolo romano riconosce ufficialmente quale sua salute invocata e benedetta, salus populi romani, e che tutto il mondo acclama, del cielo e della terra regina […] Come la sua figura si leva alta e indicatrice davanti a noi! e ci propone la via giusta, noi ci teniamo con l’aiuto di Dio ad imitarlo e lo imiteremo nel proseguire il nostro apostolico ministero. Dalla contemplazione della figura mite e forte di Pio IX, prendiamo ispirazione per inoltrarci di buon passo nella grande impresa, del Concilio Vaticano II, che ci sta innanzi».

Pochi giorni prima, commentando gli atti del primo Sinodo diocesano – che aveva annunciato il 25 gennaio 1959 assieme al Concilio – riferendosi a se stesso affermò: «Da mesi, il Papa dà alcune delle sue ore subsescivae alla storia degli ultimi concilii, con speciale riferimento al Vaticano I; ed in questa giornata, sentendo intorno alla nostra umile persona gli echi di tante buone parole di augurio per la continuazione della lunga vita che il Signore ci ha concesso, pensiamo al venerato predecessore Pio IX di gloriosissima e santa memoria, che appunto all’età nostra esatta, sul finire del suo 79° anno, e sull’inizio dell’anno 80°, come accade a noi in quest’ora, si accingeva alla apertura immediata del Concilio Vaticano, che tanto beneficio nell’ordine spirituale e pastorale doveva apportare e portò alla Chiesa cattolica nel mondo intero».

Successivamente il 6 settembre 1961 rivolgendosi ad un gruppo provenienti dalle Marche, precisamente dal paese natale di papa Mastai Ferretti, papa Giovanni affermò: «I pellegrini di Senigallia vantano una gloria specialissima: Pio IX. E il vecchio Pio IX deve tornare a farsi vedere. Il pensiero va spesso a questo insigne servo di Dio e non è disgiunto dal desiderio per una sua glorificazione, riconosciuta anche sulla terra. Ci sarà il Concilio Vaticano II, il quale non può, in qualche modo, non riallacciarsi al Concilio Vaticano I, voluto e aperto da Pio IX. Chissà che in tale circostanza non ci sia pure l’auspicabile gaudio di vedere Pio IX oggetto di particolare venerazione». Già il 25 agosto 1959 a Genezzano nel santuario della Madonna del Buon Consiglio espresse il suo desiderio di beatificare Pio IX: «Pio IX: ecco un nuovo motivo di preghiera al Signore perché, se a lui piacerà, si degni di affrettare il giorno della glorificazione anche in terra del grande e venerato pontefice».

Il 22 agosto 1962 riferendosi a Pio IX durante un’udienza pubblica esclamò: «Eccelsa e nobile figura di pastore, del quale fu anche scritto, nell’avvicinarlo all’immagine di Nostro Signore Gesù Cristo, che nessuno fu più di lui amato e odiato dai contemporanei. Ma le sue imprese, la sua dedizione alla Chiesa rifulgono oggi più che mai; unanime è l’ammirazione: mi conceda il Signore il grande dono di poter decretare gli onori dell’altare, durante lo svolgimento del XXI Concilio ecumenico a colui che indisse e celebrò il XX, il Vaticano I». Non solo papa Giovanni ammiratore di Pio IX, ma anche fautore della sua beatificazione durante il Concilio Vaticano II! Tanto che nella sua agenda, il 23 novembre, con l’elenco delle persone ricevute scrive: «… padre Ferdinando Anonelli […] Lo interessai vivamente per il processo di beatificazione del Santo Padre Pio IX».

Questa ammirazione si riscontra soprattutto ne Il Giornale dell’Anima in cui Giovanni XXIII espresse le cose che gli stavano più a cuore; in esso nel 1959 nel rac
coglimento di un ritiro spirituale papa Giovanni scrisse: «Io penso sempre a Pio IX di santa e gloriosa memoria: ed imitandolo nei suoi sacrifici vorrei essere degno di celebrarne la canonizzazione». In una sua invocazione Giovanni esclama: «Oh! grande Pio IX, amabile e forte, custode inflessibile della verità, e previdente apostolo dei tempi moderni! quale esempio continua a darci di vera grandezza, di costanza tenace, di illuminata prudenza, a conforto e incoraggiamento delle nostre umili, ma generose intraprese!».

Questi sono soltanto alcuni spunti per sottolineare quale fu l’atteggiamento del pensiero e del cuore di Giovanni XXIII davanti a papa Mastai, che lo portò appunto ad esclamare: «Ci sarà il Concilio Vaticano II, il quale non può, in qualche modo, non riallacciarsi al Concilio Vaticano I, voluto e aperto da Pio IX». Concludendo possiamo dire che il 3 settembre del 2000 tra coloro che si rallegrarono per la beatificazione di Pio IX certamente Giovanni XXIII, il papa buono che indisse il Concilio Vaticano II, fu tra questi come egli stesso espresse in numerosi suoi discorsi. 

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ZENIT Staff

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