Perplessità del Cardinale Rouco per il disegno di legge sulla libertà religiosa

Non commenta le dichiarazioni del Ministro della Giustizia

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RIMINI, mercoledì, 26 agosto 2009 (ZENIT.org).- Il Cardinale Antonio María Rouco Varela si è astenuto questo mercoledì dal commentare le dichiarazioni di un Ministro spagnolo in cui si annunciava il futuro divieto di simboli religiosi in luoghi pubblici per mancanza di carattere ufficiale.

Il presidente della Conferenza Episcopale Spagnola ha confessato ai giornalisti la propria perplessità di fronte alla necessità di promulgare una nuova legge sulla libertà religiosa, come ha già annunciato il Governo di José Luis Rodríguez Zapatero.

Come ha detto l’8 agosto il Ministro della Giustizia Francisco Caamaño, il Governo studia il modo di includere nella legge di libertà religiosa il ritiro di tutti i simboli religiosi da scuole e istituti pubblici, tranne quelli che hanno valore storico, artistico o per il patrimonio.

Nel corso di una conferenza stampa concessa a Rimini, il Cardinale Rouco ha spiegato che “il Governo non ha rilasciato alcuna dichiarazione. Ci sono alcune espressioni del Ministro della Giustizia che sono più o meno private, vale a dire che non posso farmi eco di dichiarazioni espresse non so dove né come da parte del Ministro”.

“Ciò che è invece ufficiale è che il Governo pensa di modificare la legge sulla libertà religiosa, ma dobbiamo dire che non ci è stato ancora inviato alcun testo sul disegno di legge o sulle basi di questo”, ha aggiunto.

“Non c’è documentazione al riguardo, salvo l’annuncio pubblico che il Governo vuole riformare la legge sulla libertà religiosa”.

Come ha spiegato il Cardinale, “l’attuale legge sulla libertà religiosa interessava la Chiesa cattolica solo in modo molto sussidiario”, “perché le relazioni giuridiche della Chiesa cattolica con lo Stato spagnolo si basano sugli accordi tra la Santa Sede e lo Stato spagnolo del 1979, che continuano e continueranno ad essere in vigore”.

“Ciò significa che qualunque sia il testo della legge sulla libertà religiosa, della nuova legge o della legge riformata, questo principio non viene toccato”.

“E’ evidente che, nonostante tutto, una legge sulla libertà religiosa, che interesserà soprattutto altre realtà religiose che non hanno strumenti di regolamentazione giuridica con lo Stato spagnolo, interesserà in un modo o nell’altro tutti”, ha ammesso.

“Questo progetto di riforma della legge sulla libertà religiosa richiama l’attenzione perché, in primo luogo, la legge esistente è molto buona: ha aperto la possibilità di accordi già firmati, nel 1992, nella terzo o quarta legislatura socialista con Felipe González, con la comunità ebraica, con le comunità musulmane di Spagna e con le entità religiose evangeliche in Spagna”.

“Con questi dati alla mano”, il Cardinale si è chiesto: “Perché una nuova legge sulla libertà religiosa? Non troviamo una risposta”.

[Informazioni raccolte da Mirko Testa]

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ZENIT Staff

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