Perché tutti siano uno…

Il Segretario del Consiglio Ecumenico delle Chiese spiega ai giovani pellegrini che per “essere uno” bisogna pregare e riflettere insieme, unendo le proprie energie per obiettivi comuni

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«Perché tutti siano una cosa sola; come tu, Padre, sei in me ed io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato» (Giovanni 17,21). Partendo da questo brano evangelico, il Segretario generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese, Rev. Olav Fykse-Tveit, auspica che il 35° Pellegrinaggio di fiducia sulla Terra possano essere occasione di una maggiore unità tra le persone grazie ad una più grande fiducia in Dio e nel suo amore per l’umanità. Di seguito il testo del suo messaggio:

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Caro frère Alois,

È per me un grande piacere inviare un messaggio a nome del Consiglio Ecumenico delle Chiese (COE) alle migliaia di giovani che stano per ritrovarsi per pregare e vivere insieme durante il 35° incontro europeo di Taizé che si terrà a Roma dal 28 dicembre al 2 gennaio.

Il COE è una comunità di 349 Chiese ortodosse, anglicane, protestanti e unite che rappresentano 560 milioni di cristiani in più di 100 paesi. La comunità del COE è chiamata a vivere in comunione con Dio attraverso la preghiera e il servizio, sostenuta dalla promessa della preghiera di Gesù Cristo affinché siamo tutti uniti. Le Chiese del mondo intero sono unite nell’amore di Cristo per l’umanità come voi siete riuniti a Roma per riflettere nell’approfondimento della vostra fiducia in Dio.

La preghiera di Gesù Cristo affinché i discepoli siano uno perché il mondo creda (Giovanni 17,21) ci offre un sicuro fondamento per affrontare le sfide alle quali le nostre società devono affrontare oggi. È una preghiera utilizzata spesso in contesti ecumenici, perché costituisce la radice di ogni possibile unità cristiana e dell’approfondimento della nostra fiducia in Dio. Come cristiani, siamo uno perché riceviamo lo stesso dono: Dio «è con noi e per noi» attraverso Gesù Cristo.

Vi domandate forse cosa significa essere uno. Essere uno, è consultarsi, pregare e riflettere insieme, e unire le nostre energie per obiettivi comuni. Essere uno significa sostenersi reciprocamente, lasciare i propri interessi – per l’altro, per questa causa più grande che è l’unità; rimanere insieme nella missione di Dio. Siamo molto più forti se restiamo insieme.

La comunità del COE terrà la sua decima Assemblea il prossimo anno a Busan, in Corea, sul tema «Dio di vita, portaci verso la giustizia e la pace». Sarà l’occasione per le Chiese e le comunità per fare proprio questo – consultarsi, sostenersi ed unire le loro forze su obiettivi comuni di giustizia e di pace. Sarà anche l’occasione di cercare la comunione con Dio nella preghiera e nella riflessione.

Nel vostro incontro a Roma, che la preghiera di Cristo sia sorgente d’ispirazione per il vostro «pellegrinaggio di fiducia sulla terra». Possano le vostre preghiere e le vostre riflessioni avvicinarvi ad una più grande fiducia in Dio e nel suo amore per l’umanità affinché siamo uno.

Possiate vivere l’esperienza dell’unità attraverso la vostra comunione. E possiate trovare speranza e gratitudine in tutto ciò che vivete in questo tempo nel quale celebriamo la bella novità della nascita di Gesù Cristo, nostro Signore e Salvatore.

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ZENIT Staff

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