"Perché hai fiducia in me che sono un prete?"

Una storia vera raccontata da Padre Piero Gheddo, del PIME

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ROMA, lunedì, 14 maggio 2012 (ZENIT.org) – Alcuni giorni fa esco dal Pime alle 9 del mattino per andare in centro città a Milano con la Metropolitana. Una ragazza mi viene incontro e mi ferma:

– Mi scusi, lei è un prete… Vorrei chiederle un favore. Dica per me una preghierina perché sono in difficoltà.

– Va bene, prego per te, ma posso sapere come ti chiami e quale grazia chiedi al Signore?

– Mi chiamo Tiziana (nome fittizio) e chiedo a Dio tante grazie perché non me ne va bene una. Il mondo oggi è una….

– Non dire più queste parole.

– Ma questa è la verità, tutti pensano solo a se stessi.

– Ti sei mai chiesta perché? Te lo dico io. La nostra società, le nostre famiglie, le singole persone si sono allontanate da Dio, l‘unico che può aiutarci a combattere il nostro egoismo. Senza la preghiera e l’aiuto di Dio diventiamo tutti egoisti. Comunque stai tranquilla, prego per te, ma tu preghi?

– Non vado più in chiesa, qualche volta faccio un pensierino alla Madonna, ma non mi va più di pregare.

– Senti, Tiziana (nome fittizio), perchè tu hai fiducia in me?

– Perché voi preti e anche le suore siete in contatto con Dio e Dio vi ascolta.

– Dio ascolta tutti quelli che si rivolgono a lui, perché è il Padre di tutti, ti ha creata Lui e ti vuole bene. Tu devi ritornare alla fede, alla preghiera. Guarda, ti do l’immaginetta di mio papà e mia mamma, Rosetta e Giovanni, che se Dio vuole, diventeranno Beati. Pregali perché loro sono proprio vicini a Dio.

Tiziana guarda un po’ l’immagine e dice: “Hanno proprio gli occhi buoni” e intanto si mette a piangere lì, sulla strada. La gente ci passa di fianco ma lei non la vede nemmeno. Le sue sono lacrime vere che le scorrono sulle guance. Povera e cara donna! Le dico:

– Tiziana, non piangere, mi sei simpatica perché vedo che soffri e commuovi anche me. Il tuo problema è di riprendere il contatto con Dio, con Gesù e la Madonna. Questa sera, siediti e metti sul tavolo l’orologio. Per un quarto d’ora prega. Devi pregare, cioè parlare con Dio. Non basta un pensierino di sfuggita, devi dare a Dio il suo tempo e anche a te il tempo di ascoltare Dio che ti parla. Quanto più preghi con sincerità, tanto più senti che Dio ti è vicina,ti ama, ti aiuta, ti conforta, ti ispira. Lo sai il Padre Nostro e l’Ave Maria? Lo leggi il Vangelo? Hai mai recitato il Rosario?

– Sì, le preghiere le so, il Rosario lo diceva mia mamma, ma il Vangelo non l’ho mai letto.

– Allora vieni a trovarmi al Pime che è qui vicino e te lo regalo io.

Ho ringraziato il Signore che l’ha messa sulla mia strada. E prego ancora per lei, che lo Spirito Santo la illumini quando prega e legge il Vangelo. Sono le piccole e grandi soddisfazioni che Dio dà a noi preti e suore che andiamo in giro e siamo riconosciuti come tali. E mi consola il fatto che Rosetta e Giovanni sono convincenti anche a prima vista. Anche questa è “nuova evangelizzazione”.

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ZENIT Staff

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