Per una Europa che difende la vita nascente

Jakub Baltroszewicz, coordinatore nazionale e membro del comitato nazionale di “Uno di Noi”, racconta la sua idea di una rete europea che lotti per la dignità della persona umana

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La Polonia è stabilmente al secondo posto tra i Paesi che hanno raccolto più firme per l’iniziativa dei cittadini europei “Uno di noi”. Fin dall’inizio il Paese è stato primo in classifica per le firme online, raccogliendo tre volte di più il numero di firme indicato come il minimo dall’Unione Europea.

L’iniziativa europea – che chiede il riconoscimento della vita fin dal concepimento e di non finanziare nè le associazioni che promuovono l’aborto, nè le ricerche mediche che violano la dignità del nascituro – per essere accettata deve raccogliere almeno un milione di firme in sette Paesi Europei. “Uno di Noi” è ormai vicina alle seicentomila firme e sono più di sette i Paesi che hanno superato il minimo richiesto.

La Polonia si è distinta inoltre per il largo numero di rappresentanti che componevano la sua delegazione alla Assemblea generale che si è svolta a Roma il 15 giugno, in occasione della Giornata dell’Evangelium Vitae.

ZENIT ha incontrato Jakub Baltroszewicz, coordinatore nazionale e membro del comitato nazionale di “Uno di Noi”, e gli ha chiesto il motivo del successo dell’iniziativa.

“Abbiamo lavorato duro, cercando di incontrare tutte le persone” ha affermato Baltroszewicz, “non abbiamo denaro e il tempo è quello disponibile dopo il lavoro. Senza strutture nè mesi di preparazione abbiamo messo a frutto l’esperienza. Abbiamo subito organizzato il lavoro sul WEB, ci siamo coordinati con la Conferenza Episcopale polacca, abbiamo stretto la cooperazione con i media amici, e per ultimo abbiamo chiesto ai nostri amici e conoscenti di dire ‘sì’ per un semplice motivo: ‘Noi tutti siamo stati embrioni. Perchè non dare un opportunità a tanti altri di diventare ‘uno di noi’?”.

“Noi – ha proseguito il coordinatore nazionale – siamo qui perché non siamo indifferenti al fatto che la vita umana viene ingiustamente distrutta. Perché proviamo compassione per quelli che non sono stati protetti e per chiedere la protezione della vita umana soprattutto quando non riesce a farlo da sola. Siamo qui per proporre una proposta comune, rendere l’Europa attraente per chi ama la vita buona e giusta. Come europei abbiamo il diritto di indicare il meglio per il nostro continente”.

“L’Europa non è un impresa impegnata solo a fare profitti” ha concluso il rappresentante polacco di “Uno di Noi”. L’Europa, ha detto, “è la storia di una magnifica civiltà dove le famiglie e gli amici sono legati dall’amore verso i più piccoli e i più bisognosi”.

La prossima Assemblea generale delle delegazioni di “One of Us” si terrà, a novembre, a Cracovia, la città natale di Karol Wojtyła, nonché la città che per 150 anni, tra il XVI e il XVII secolo, è stata conosciuta come Repubblica libera.

“Per noi polacchi – ha riferito Baltroszewicz – Cracovia è un simbolo; per questo abbiamo deciso di organizzare lì il primo congresso europeo delle associazioni a favore della vita e della famiglia naturale. Vogliamo avere e dare l’opportunità di creare una rete europea di strutture e persone che si battano per la dignità e la proclamazione della vita umana”.

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Elisabetta Pittino

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