Per difendere il bene comune serve crescita economica

FATIMA, martedì, 10 maggio 2011 (ZENIT.org).- Gli imprenditori cristiani in Portogallo hanno chiesto la promozione della crescita economica del Paese come modo di difendere il bene comune.

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“L’economia portoghese non cresce da un decennio. Senza crescita economica, il degrado dello Stato sociale e l’aggravamento della disoccupazione e della povertà saranno un elemento inevitabile, e la capacità di pagare un eventuale prestito esterno una pericolosa incertezza”, ha affermato l’Associazione Cristiana di Imprenditori e Gestori (ACEGE) in un comunicato diffuso alla stampa venerdì.

“La priorità della crescita economica non deriva da una visione materialista o economicista, al contrario, è la condizione necessaria per la difesa del bene comune”.

Nel contesto attuale, affermano gli imprenditori, “vista l’inevitabilità di ricreare il modello economico e sociale, questa ridefinizione deve essere ispirata ai valori dell’umanesimo cristiano, incarnato nella dottrina sociale cattolica e nei suoi principi fondamentali: dignità della persona umana, bene comune, sussidiarietà e solidarietà”.

A loro avviso, serve “un pensiero neo-sociale, sia in contrapposizione al pensiero statalista che ci ha bloccati e ha assistito all’insolvenza dello Stato sociale che in contrapposizione al pensiero neo-liberale, che potrà permettere soluzioni di efficienza economica ma non valorizza nella giusta misura la centralità della persona umana e della sofferenza sociale nell’azione politica”.

“Il pensiero neo-sociale si basa sulla ridefinizione del contratto sociale e dello stesso Stato sociale, in ordine alla sostenibilità di un modello di società fraterno e giusto. Richiede un’apertura di spirito per il cambiamento dei paradigmi attuali, sia a livello di organizzazione, funzioni e finanziamento dello Stato che sul piano della responsabilità individuale e della società civile”.

Secondo gli imprenditori, l’attuale crisi portoghese “pone un’emergenza individuale, un’emergenza economica, un’emergenza sociale e un’emergenza politica”, con quella individuale che è “la principale”.

“In primo luogo, tutti i portoghesi sono chiamati a un unico atteggiamento: ‘Dipende da me’. Con questo approccio usciremo dalla crisi”.

“In secondo luogo, la fede cristiana richiede a ciascuno di noi di saper essere felici nelle difficoltà, ringraziando per tutto ciò che abbiamo a considerando gli altri una nostra priorità. Per un vero cristiano, tutti i momenti sono momenti di speranza e di servizio”.

“In terzo luogo, è imperativo l’impegno personale nei confronti dei valori dell’etica cristiana”.

I leader dell’imprenditoria, “con i talenti che Dio ha dato loro, sono uno dei principali fattori di speranza per milioni di persone e per il futuro collettivo”.

“Mai tante persone si sono aspettate tanto dai leader imprenditoriali”, confessa l’ACEGE. “Alcuni di noi si perderanno lungo la strada, vinti dalle circostanze, ma nell’insieme non vacilleremo. Ci chiedono più competenza, più energia, più esigenza, più generosità, più fiducia. E’ questo che ci viene richiesto, è questo che daremo”.

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ZENIT Staff

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