Per chi non riconosce la differenza tra uomini e donne

Tony Anatrella spiega come l’ideologia del gender confonde e stravolge l’umanità

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ROMA, lunedì, 4 giugno 2012 (ZENIT.org).- Presso il Centro Culturale di Milano, in via Zebedia, è stato presentato lunedì 28 maggio 2012 il volume di monsignor Tony Anatrella intitolato “La teoria del gender e l’origine dell’omosessualità”, pubblicato da San Paolo.

L’incontro, al quale hanno partecipato una settantina di persone, è stato promosso da AGAPO, Alleanza Cattolica, Obiettivo Chaire, Scienza & Vita Brescia, dall’Ufficio Famiglia e dall’Ufficio Pastorale della Salute della Diocesi di Brescia.

La serata è stata introdotta da Marco Invernizzi, curatore del volume che per l’occasione è stato presentato da Roberto Marchesini.

Ha preso poi la parola l’autore monsignor Anatrella, sacerdote, psicoanalista ed esperto in psichiatria sociale, docente universitario e consultore per il Pontificio Consiglio per la Famiglia e per il Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute.

Il volume consta di tre parti, la prima delle quali è una lettura della teoria del genere alla luce della lettera enciclica di Benedetto XVI Caritas in Veritate. Questa enciclica, dedicata allo sviluppo umano, sottolinea con forza che tale sviluppo non può essere solo economico, ma deve essere innanzitutto umano.

Eppure il pensiero contemporaneo nega che esista una verità sull’uomo, una natura umana. In questo filone si situa l’ideologia di genere, che considera le componenti non biologiche della sessualità umana come puri costrutti sociali, frutto del contesto culturale o addirittura della libera scelta dell’uomo.

L’obiettivo dell’ideologia di genere è la negazione della natura umana, intesa come progetto che guida lo sviluppo di un essere concepito come maschio o femmina verso la sua piena realizzazione come uomo o donna.

A questa ideologia monsignor Anatrella contrappone il matrimonio cristiano che non è un diritto, come sostengono gli attivisti omosessualisti, bensì la realizzazione di un progetto, della natura umana nel dono di sé al coniuge.

La seconda parte è dedicata all’omosessualità e all’ideologia omosessualista come conseguenza dell’ideologia di genere. Spezzando il legame tra gli aspetti biologici e quelli psicologi e sociali della sessualità umana, infatti, l’ideologia di genere produce inevitabilmente una rottura dell’equilibrio tra i due e, conseguentemente, l’eccessiva valorizzazione dei primi a scapito dei secondi o viceversa.

Nel primo caso gli aspetti biologici verranno arbitrariamente considerati “naturali”, e modificabili i secondi (tra i quali, ad esempio, l’orientamento sessuale); nel secondo caso verrà considerato “naturale” il genere e la biologia potrà essere modificata a piacimento (come nel caso del transessualismo).

La terza parte è dedicata al rapporto tra ideologia di genere e le politiche per la “salute riproduttiva”, locuzione eufemistica per aborto e sterilizzazioni. Le politiche per la salute riproduttiva hanno trovato un notevole appoggio da parte degli ideologi di genere nell’intenzione di separare la riproduzione dalla sessualità.

Hanno concluso la serata gli interventi dei rappresentanti l’Ufficio Famiglia della Diocesi di Brescia, Scienza & Vita Milano, il presidente del Movimento per la Vita Ambrosiano e del Centro Culturale di Milano.

Monsignor Jean-Marie Mate Musivi Mupendawatu, Segretario del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, ha inviato un cordiale saluto ai partecipanti e a monsignor Anatrella.

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ZENIT Staff

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