Pellegrini dal Papa in difesa della libertà e del pluralismo dei media in Polonia

Intervista con padre Tadeusz Rydzyk CSsR, fondatore e direttore di Radio Maria polacca

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ROMA, martedì, 6 novembre 2012 (ZENIT.org) – Arriveranno a Roma in 10mila da tutta la Polonia: sono gli ascoltatori di Radio Maria e i telespettatori della Televisione Trwam. Viaggeranno con 3 treni speciali, 3 aerei charter e più di 50 pullman per trascorrere la giornata del 7 novembre accanto a Benedetto XVI.

Parteciperanno alla santa Messa presso la tomba di San Pietro celebrata dal Segretario di Stato, card. Tarcisio Bertone, card. Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, e 14 vescovi venuti dalla Polonia tra cui mons. Wacław Depo, arcivescovo di Częstochowa e presidente della Commissione delle Comunicazioni Sociali dell’Episcopato polacco. I pellegrini polacchi parteciperanno all’Udienza Generale del Santo Padre e pregheranno in piazza San Pietro.

Andranno poi presso le tombe degli apostoli per rafforzare la loro fede, per far sentire a Benedetto XVI la vicinanza della Polonia cattolica, ma anche per far sapere a tutto il mondo che nel loro Paese viene minacciato il pluralismo dei media, la base della democrazia, e le emittenti cattoliche, che non si piegano alla dittatura del “politicamente corretto” e del relativismo dominante vengono discriminate.

Ci sono gruppi di potere che hanno preso di mira in modo particolare Radio Maria e l’unica televisione cattolica polacca, TV Trawam.

Di questi delicati argomenti ZENIT ha parlato con il redentorista polacco, padre Tadeusz Rydzyk CSsR, fondatore e direttore di Radio Maria nel suo paese.     

L’attenzione e la cura dei media cattolici per comunicare il messaggio evangelico è una priorità della Chiesa. Qual è la situazione dei media cattolici in Polonia?

Padre Rydzyk: Mi ricordo che tanti anni fa Giovanni Paolo II, durante una conversazione mi chiese circa la possibilità di fondare una televisione cattolica. Quando uno dei presenti ha detto che in Polonia c’era già una piccola TV cattolica dei padri francescani (purtroppo chiusa in pochi anni), risposi: “È molto bene che ce ne sia una, ma sarebbe auspicabile che in Polonia la percentuale dei media polacchi corrispondesse alla percentuale dei Polacchi, e la percentuale dei media cattolici alla percentuale dei cattolici”.

Intende dire che i media di lingua polacca sono in mani straniere e la percentuale dei media cattolici è piccola?

Padre Rydzyk: Proprio così. In tutto lo spettro dei media in Polonia, i media cattolici – e generalmente i media indipendenti – sono una parte minima. Questo si poteva capire durante il comunismo dove tutto era controllato e regolato dal regime, ma con l’avvento del sindacato indipendente Solidarność ci si aspettava un moltiplicarsi dei media cattolici e la libertà di diffondere la Santa Messa alla radio.

Ma il golpe del gen. Jaruzeski nel 1981 ha bloccato tutte queste aspirazioni…

Padre Rydzyk: Lo stato di guerra ha bloccato la vita democratica fino all’anno 1989. Con il crollo del muro di Berlino vi è stato un accordo tra il governo e l’episcopato. Da allora tutte le diocesi poterono avere la propria stazione radio. I Vescovi ci hanno fornito le loro frequenze radio e così abbiamo fondato e diffuso Radio Maria.

Quali sono i problemi che devono affrontare i media cattolici?

Padre Rydzyk: Quando parliamo dei media non possiamo limitarci all’aspetto tecnico o alle apparecchiature, ma dobbiamo pensare prima di tutto ai giornalisti. Nel periodo comunista gli studenti venivano formati secondo lo spirito marxista. Purtroppo oggi al modello marxista si è aggiunto quello radical-libertario. Per far crescere i media cattolici bisognava cominciare dalla formazione dei giornalisti nelle scuole e nelle università cattoliche.

In generale la situazione dei mezzi di comunicazione cattolici è difficile. Per dare un esempio il settimanale Niedziela (La Domenica), fondato 86 anni fa, è stato chiuso ben due volte: la prima volta nel 1939, durante la seconda guerra mondiale, e la seconda volta negli anni ‘50 dalle autorità comuniste per ben 26 anni. È stato rilanciato negli anni ‘80 grazie a mons. Ireneusz Skubis ed è diventato uno dei più diffusi settimanali cattolici polacchi. Oggi resiste ancora, anche se ci sono problemi economici. Gli ambienti radical-libertari dispongono di enormi investimenti per i media, che la Chiesa non ha, anche se viene sempre accusata di essere ricca, cosa che non corrisponde alla verità.

Inoltre, ci sono difficoltà per ottenere i permessi e le concessioni per lavorare. È relativamete più facile ottenere il permesso di pubblicare giornali, libri, ma quando si tratta della radio o della televisione, ci sono ancora barriere ideologiche. La gente che sta al potere in Polonia sarebbe disposta a concederci tali permessi se fossimo più „politicamente corretti”, ovvero sottomessi al loro modello culturale. Ma piegarsi a tale ricatto significa limitare le possibilità di evangelizzare. I media cattolici devono essere indipendenti da qualsiasi sistema politico-finanziario e dai poteri forti di questo mondo.

I media da lei fondati – Radio Maria e TV Trwam – stanno pagando a caro prezzo la loro indipendenza…

Padre Rydzyk: All’inizio, nel 1991, Radio Maria ha ottenuto il permesso di trasmettere solo da due piccole stazioni. Poi c’è stata un’enorme pressione della società civile. Milioni di persone e diverse organizzazioni hanno manifestato il loro favore nei nostri confronti così Radio Maria ha ottenuto la licenza per trasmettere in tutto il Paese. Tuttavia, se si confronta la potenza delle emittenti private, rimaniamo svantaggiati, perchè è vero che copriamo l’intero Paese, ma non in modalità ‘stereo’, come altre emittenti. Nonostante il fatto che anche la Corte Suprema di Controllo (NIK) e il Parlamento abbiano riconosciuto che siamo discriminati e che non c’è parità di trattamento, nulla è cambiato.

Visto che Radio Maria esiste e resiste, si sta tentando di penalizzarci dal punto di vista economico. La stessa cosa succede con la TV Trwam. Certi gruppi di potere vogliono impedire alla Tv cattolica di essere presente sulla piattaforma digitale che dall’anno prossimo assicurerà ai Polacchi l’accesso gratuito ad una serie di emittenti TV. Ci hanno negato una singola concessione, mentre hanno hanno concesso 13 posti ad un singolo gruppo e 2 ad un altro. Per di più, hanno concesso le licenze alle emittenti che non soddisfano i criteri per ottenerle.

Da anni Benedetto XVI denuncia l’Europa per il fenomeno di cristianofobia che ha non ha più la forma della persecuzione fisica ma è diventata più subdola. Nel suo messaggio per la Giornata della Pace del 2011 il Papa ha detto: “Esprimo anche il mio auspicio affinché in Occidente, specie in Europa, cessino le ostilità e i pregiudizi contro i cristiani per il fatto che essi intendono orientare la propria vita in modo coerente ai valori e ai principi espressi nel Vangelo”.

Padre Rydzyk: Il problema è che da noi si pensa che il comunismo come sistema sia finito, in realtà ha solo preso sembianze diverse. Oggi non si fanno chiamare più comunisti, ma l’ideologia dominante è sempre la stessa, lontana da Dio, e troppo spesso contro Dio e contro la Chiesa.

I comunisti polacchi hanno compiuto l’operazione che potremmo chiamare “gattopardesca”, secondo cui “bisogna cambiare tutto, per non cambiare niente”… 

Padre Rydzyk: È così. Adesso non c’è più la persecuzione fisica ma si usano altre forme di discriminazione. Il Parlamento ha infatti deciso di alzare la tariffa per la licenza TV fino a 26 milioni di zloty (più di 6 milioni di euro) ed un ulteriore 10 milioni di zloty (2,5 milioni di euro) all’anno per le spese per la frequenza. Somme enormi che non saremo in grado di sborsare. E il Presidente ha firmato questo disegno di legge liberticida. Ma la co
sa ancora più preoccupante è il fatto che il governo potrà decidere, caso per caso, se aumentare o diminuire tali tariffe. Questo vuol dire che i governanti potranno favorire certe emittenti e discriminare le altre. Se noi, da editori cattolici, seguiamo l’insegnamento della Chiesa come la difesa della vita nascente, siamo mal visti e veniamo discriminati. La stessa cosa riguarda l’insegnamento sociale della Chiesa: se noi denunciamo l’utilitarismo, oppure critichiamo lo smantellamento del sistema nazionale sanitario che in pratica priva i cittadini del diritto di curarsi, allora diventiamo scomodi e veniamo discriminati. Ma noi non molliamo, perché come ci insegna il documento Aetatis novae del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, la Chiesa deve avere i suoi media per dare voce a tutti quelli che altrimenti non l’avrebbero. Purtroppo, nella nostra epoca spesso non hanno voce le persone che cercano e intendono proclamare la verità.

Vorrei porLe una domanda delicata: alcuni dicono che non tutti i membri della Conferenza Episcopale polacca sostengono Radio Maria e la TV Trwam. È vero?

Padre Rydzyk: La nostra forza è Dio e la gente, i milioni di nostri ascoltatori e telespettatori. Ma c’è anche un grande sostegno e incoraggiamento da parte dell’Episcopato polacco. Per ben tre volte tutto l’Episcopato ha reclamato uno spazio sulla piattaforma digitale per la nostra televisione. Più di una volta ha ringraziato sia Radio Maria sia la TV Trwam per quello che fanno e ha espresso apprezzamento per il nostro impegno di evangelizzazione. Mi ricordo che già una volta i governanti volevano distruggerci, sembrava la fine. Ma in quella situazione drammatica i Vescovi riuniti nel monastero di Jasna Gora a Czestochowa, hanno preso le nostre difese e hanno ringraziato Radio Maria per il suo ruolo nella evangelizzazione della Polonia. Giovanni Paolo II ci ha sostenuto per tutto il tempo: se non ci fosse stato Lui con il suo aiuto, Radio Maria sarebbe scomparsa. Oggi sentiamo anche la vicinanza di Benedetto XVI che per il 20° anniversario di Radio Maria ci ha mandato un messaggio di riconoscenza e di incoraggiamento.

Recentemente il card. Stanislwa Dziwisz nel corso della celebrazione della Santa Messa per la Famiglia di Radio Maria nella parrocchia di Radziszowice, ha detto: “Ci rammarichiamo che i grandi eventi riguardanti la Chiesa non vengono trasmessi dai media pubblici, ma c’è Radio Maria e la TV Trwam e per questo voglio ringraziarli. Spero che avranno i permessi di cui hanno bisogno. Non è concepibile che tramite i decreti. si voglia eliminare quelli che la pensano diversamente Bisogna rispettare i diritti della società, i diritti di milioni di persone che sentono Radio Maria e la TV Trwam. Questa è la mia opinione e spero che sia anche l’opinione di tanti”.

Volevo sottolineare che nel mondo che proclama il pluralismo dei media e la libertà di espressione, Radio Maria vuole esistere soltanto per servire la Chiesa e diffondere la Sua dottrina.

Domani, 7 novembre, lei e altre 5mila persone sarete a Roma: Qual è lo scopo di pellegrinaggio della Famiglia di Radio Maria in Vaticano?

Padre Rydzyk: Facciamo il pellegrinaggio a Roma, ad limina Apostolorum, per confessare la nostra fede davanti al Santo Padre Benedetto XVI, il Pietro dei nostri tempi. Saremo in poche migliaia ma tantissimi altri seguiranno il nostro pellegrinaggio, la Santa Messa nella Basilica di San Pietro e l’udienza da Benedetto XVI tramite le trasmissioni di Radio Maria e della TV Trwam. Pregheremo affinché Dio conceda a tutti noi, ai nostri cari, a tutta la Polonia e il mondo, una fede viva, una fede vera.

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ZENIT Staff

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