Pellegrinaggio mariano con il Patriarca Moraglia nel centro storico di Venezia

L’appuntamento, sabato 11 gennaio, alle 7.30, da San Lio alla chiesa di Santa Maria Formosa

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Una chiesa situata nel centro storico veneziano e dalle antichissime origini – quella intitolata alla “Purificazione di Maria” ma da tutti conosciuta con il nome di “Santa Maria Formosa” – sarà il punto di arrivo del nuovo pellegrinaggio mariano mensile guidato, di primo mattino, dal Patriarca Francesco. 

L’appuntamento è fissato per sabato 11 gennaio, alle 7.30, nella vicina chiesa vicariale di San Lio (sempre nel territorio della parrocchia); da lì, recitando il rosario e attraversando le calli del centro storico veneziano si raggiungerà la chiesa di Santa Maria Formosa, dove il Patriarca mons. Francesco Moraglia presiederà la Messa. E, come di consueto, al termine, si potrà consumare insieme una colazione preparata dalla parrocchia.

Anche questo primo pellegrinaggio mariano del nuovo anno sarà l’occasione per invocare nuove vocazioni alla vita consacrata, in particolare al sacerdozio, e la comunità del Seminario patriarcale sarà come sempre parte attiva nell’organizzazione dell’incontro di preghiera.

La tradizione – come riferisce ampiamente il settimanale diocesano Gente Veneta – vuole che questa chiesa sia stata una delle prime otto chiese costruite nella nascente Venezia, la prima dedicata alla Madre di Dio nelle isole lagunari che si andavano a quel tempo popolando. Fu in particolare merito di san Magno (580-670 circa), il vescovo di Oderzo al quale si deve la fondazione di Eraclea per sfuggire alla violenza dei Longobardi, se venne eretta la chiesa poi intitolata a Santa Maria Formosa.

Il compatrono della città di Venezia, oggi sepolto a Eraclea, ebbe una visione: la Vergine Maria, apparsa nell’aspetto di una bellissima matrona, gli avrebbe ordinato di costruirle un tempio nel punto in cui si sarebbe fermata una nuvola bianca. Il voto fu compiuto nell’anno 639, grazie all’aiuto della famiglia Tribuno; e la chiesa fu dedicata a Maria, cui fu aggiunto l’appellativo di “formosa”, cioè “bella”.

La chiesa attuale, opera di Mauro Codussi, è l’ultimo di una serie di edifici sacri edificati in quel luogo. E’ meta di un gran numero di visitatori e sono molte le coppie, anche straniere, che la scelgono per essere unite in matrimonio e mettersi così sotto la benedizione della “tutta bella” Maria, rappresentata come una madre in attesa – Vergine di Misericordia – nella pala del Vivarini che è custodita in chiesa.

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ZENIT Staff

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