Pasqua carezza di Dio, tenerezza del Papa

La gioia del perdono e della purificazione motiva la gioia pasquale

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La solennità pasquale è segnata dall’imminente canonizzazione dei due Pontifici: Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II.

La cerimonia sarà trasmessa con la tecnologia HD e 3D e tredici telecamere seguiranno la solenne cerimonia che prevede l’afflusso di diversi milioni di pellegrini.

Nello storico discorso alla luna il “Papa buono”, in occasione della solenne apertura del Concilio Vaticano II, raccomandò ai numerosi fedeli: “Tornando a casa, date una carezza ai vostri bambini e dite che è la carezza del Papa”.

Più volte Papa Giovanni Paolo II si è espresso con questi termini ed anche Papa Francesco spesso utilizza l’espressione della carezza di Dio che con il perdono manifesta la sua grande misericordia.

La misericordia di Dio è la carezza sulle piaghe dell’anima. “Non c’è alcun limite alla Misericordia divina offerta a noi tutti”, dice il Papa e ancor più in occasione della Pasqua anche l’iconografia del tempo liturgico ripropone l’immagine del Buon Pastore che porta all’ovile la pecorella smarrita, il Cristo che bussa alla porta del cuore per entrare nella vita dell’uomo, e poi ancora il segno dell’agnello pasquale, che insieme alla colomba, ai canestrini con le uova e all’uovo di cioccolato costituiscono i dolci caratteristici della pasqua

La Pasqua che vuol segnare il passaggio dalle tenebre alla luce, come si legge nel Vangelo quando Gesù, dopo aver mandato via gli accusatori con il monito “chi è senza peccato scaglia la prima pietra” dice alla peccatrice: “Neanche io ti condanno! Va’, e d’ora in poi non peccare più”, per non rivivere un brutto momento come questo; per non provare tanta vergogna; per non offendere Dio, per non sporcare il bel rapporto fra Dio e la persona umana.

La gioia del perdono e della purificazione motiva la gioia pasquale, l’Exultet con i cori degli angeli, il suono festoso delle campane osannanti il melodioso Alleluja della risurrezione.

E’ difficile comprendere il mistero della misericordia e del perdono, che cancella il peccato ed impegna a “non peccare più”.

Ecco la conversione, ecco la Pasqua che rinnova la vita del cristiano. Lo splendore abbagliante della luce, che porta gioia, tenerezza e amore, fa dimenticare il buio delle tenebre e del male e Papa Francesco ribadisce “Dio perdona non con un decreto, ma con una carezza, carezzando le nostre ferite del peccato” perché Egli, datore della vita, è coinvolto nel perdono, è coinvolto nell’azione di salvezza e di redenzione.

Nella tradizione antica, quando le campane suonavano a festa il mezzogiorno del sabato santo, i genitori sollevavano i bambini ripetendo la formula “Crisci, crisci”. Un gesto simbolico di sacralità e di consacrazione al Signore che segna per ogni pasqua un nuovo anno di vita cristiana.

L’attenzione ai bambini “Con i bambini non si scherza!”, ha ripetuto Papa Francesco chiedendo perdono per gli abusi del clero sui minori; la difesa della vita sin dal grembo materno; l’amore indissolubile del matrimonio cristiano che unisce un uomo e una donna per dare continuità all’azione creatrice della vita, sono i valori irrinunciabili che fanno la differenza e che danno spessore e forza ad un messaggio cristiano che la società moderna tenta di soffocare.

L’uomo non è un bene di consumo e la nostra epoca, appare caratterizzata da un evidente “divorzio tra economia e morale”, in cui ogni “novità tecnologica” che approda sul mercato va a calpestare “le norme etiche elementari della natura umana, sempre più trascurata”.

Nel segno della risurrezione che squarcia i cieli verso la dimensione della speranza un nuovo sentiero, si apre per un cammino di rinnovamento e di sviluppo.

Lavorare per i diritti umani, espressione dei diritti divini, presuppone di tenere sempre viva la formazione antropologica, essere ben preparati sulla realtà della persona umana, e saper rispondere ai problemi e alle sfide posti dalle culture contemporanee e dalla mentalità diffusa attraverso i mass media, così da poter affrontare con i valori positivi della persona umana e indirizzare verso il bene la società e la cultura di oggi.

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Giuseppe Adernò

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