Card. Pietro Parolin / Fonte: Holy See Mission

Parolin: "Le Università, terreno fertile per la missione della Chiesa"

Messa del Segretario di Stato con i formatori degli studenti internazionali, in occasione del IV congresso mondiale svoltosi nei giorni scorsi a Roma

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Nella visione di Papa Francesco l’Università è un “terreno fertile per la missione primaria della Chiesa” e quanti la frequentano hanno un “ruolo significativo” nella chiamata a “costruire legami di fede e di carità tra gli uomini e le donne”. È la consegna che il cardinale Pietro Parolin ha affidato agli studenti internazionali e a quanti si occupano della loro formazione, durante la Messa celebrata in occasione del IV congresso mondiale di pastorale svoltosi nei giorni scorsi a Roma, per iniziativa del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti.
Nella sua omelia – riportata da L’Osservatore Romano – il Segretario di Stato si è rivolto in particolare a chi si occupa della crescita culturale e spirituale di quanti si trovano a studiare fuori sede, lontano da famiglia e amici; ha quindi parlato di “solidarietà” e dell’importanza di “condurli con delicatezza a Dio che è la nostra roccia, che porta la pace profonda nel nostro cuore, che è il nostro rifugio e la nostra forza”.
Partendo dal tema dell’”attesa” specifico del tempo di Avvento, Parolin ha individuato tre punti significativi da riscoprire per quanti sono chiamati ad “accompagnare la vita di ogni giovane che il Signore ha posto lungo il loro cammino”. Innanzitutto la consapevolezza che “noi non siamo capaci, per i soli nostri meriti, di guadagnarci il cielo”. Non illudiamoci, ha chiarito il cardinale: “I nostri meriti sono molto limitati e spesso siamo consapevoli della nostra mancanza di forza nel fare ciò che sarebbe giusto fare”.
Ma non dobbiamo abbatterci, perché – e questo è il secondo punto – “è il Signore stesso a guarirci dalla nostra indegnità”. Lui, è “la luce nell’oscurità” di cui tutti gli uomini “possono fare esperienza”, ha detto il porporato. Pertanto, ha aggiunto, “pgni insegnante, ogni educatore dovrebbe affidarsi a Dio e, con la fede di un bambino, pregare”, anche “soltanto una parola”.
Forti dell’aiuto del Signore, ha concluso il segretario di Stato, giungiamo al terzo punto, ovvero al fatto che quello che ci è chiesto nella nostra vita è semplicemente di vivere in “profonda solidarietà” gli uni con gli altri, di “costruire una comunità di solidarietà”, rispondendo così all’invito di Papa Francesco nell’Evangelii gaudium che “le università sono un ambito privilegiato per pensare e sviluppare questo impegno di evangelizzazione in modo interdisciplinare e integrato”.

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ZENIT Staff

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