Monastero Danilov. Patriarcato di Mosca / Wikimedia Commons - MOCKBA08, CC BY-SA 3.0

Parolin in Russia: compiere ogni sforzo per ristabilire la giustizia e la pace

Siria, Irak, Ucraina e il Caucaso all’ordine del giorno

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“La giustizia e la pace sono dei grandi valori spirituali, che devono impregnare tutta la vita umana, incluse le relazioni in seno alla società, e più globalmente, le relazioni tra gli Stati.” Lo ha sottolineato il cardinale Pietro Parolin in un’intervista rilasciata all’agenzia di stampa russa RIA Novosti.  
La ricerca della pace in Siria, in Irak, in Ucraina e nel Caucaso del Sud sono infatti al centro della visita del porporato a Mosca, dal 21 al 24 agosto 2017.
Parolin ha dichiarato di venire in Russia per “discutere i problemi connessi con i conflitti che lacerano numerose, troppe regioni del mondo”, affinché “venga compiuto ogni sforzo per ristabilire la giustizia e la pace, nel rispetto della dignità e dell’inviolabilità di ogni persona umana”.
La ricerca della pace
“Ci sono vari dossier internazionali che preoccupano e penso che alcuni di essi potranno ricevere un’attenzione particolare durante la visita, specialmente riguardo alle situazioni dove la Russia è direttamente implicata”, ha spiegato il porporato, che ha menzionato il Medio Oriente, in particolare la Siria, l’Iraq e altri Paesi della regione.
Il “numero 2” della Santa Sede ha anche sottolineato che “la guerra in Ucraina e le situazioni non risolte nel Caucaso del Sud” costituiscono “un soggetto molto inquietante per l’Europa”.
“Infatti, la lista è lunga e non se ne discuterà unicamente in questa occasione, poiché i contatti diplomatici non si fermano. Ma il dramma vissuto dalla popolazione, in particolare in alcune delle situazioni appena menzionate, esige un’attenzione costante ad ogni livello”, ha proseguito il diplomatico vaticano.
Parolin ha ricordato di recarsi in Russia come inviato di papa Francesco, compiendo quindi “il ministero che è proprio della Chiesa, cioè proclamare il Vangelo”, che comprende “uno sforzo per realizzare la pace e la giustizia”.
Una visione ampia e generosa
Il cardinale Parolin ha sottolineato inoltre che “bisogna accordare un’attenzione particolare alla ricerca di soluzioni giuste e coerenti per i conflitti in corso, nonché a questo aspetto inquietante della tensione che si manifesta” oggi a livello internazionale.
La Santa Sede — ha proseguito — non si stanca mai di ripetere che “il rispetto reciproco e il dialogo sincero nelle relazioni tra gli Stati devono essere [considerati come] superiori agli interessi del singolo Stato, anche se questo atteggiamento può, per varie ragioni, essere poco popolare tra la popolazione”.
“Una visione ampia e generosa delle cose è necessaria, ha sottolineato Parolin: essere disposto a dare piuttosto che a ricevere, per incoraggiare l’universalità e questo non solo per il proprio bene. Capisco che si tratta di una domanda molto esigente e poco attraente, ma alla fine, non vedo altra possibilità”.
Per quanto riguarda la proposta avanzata da Mosca di creare “un fronte comune di lotta contro il terrorismo”, il segretario di Stato vaticano ha sostenuto che solo quando le grandi potenze sulla scena mondiale riconosceranno il bene comune come valore principale nella cooperazione, che “delle larghe alleanze, incluse quelle contro il male del terrorismo fondamentalista” potranno essere realizzate.
Per vincere il male, servono infatti una comprensione reciproca e un desiderio sincero del bene, ha detto ancora Parolin, il quale ha ricordato che incoraggiare tali sforzi e tali mentalità è proprio uno dei compiti delle Chiese.
Dopo l’incontro a L’Avana
Parlando dei rapporti tra le due Chiese, il porporato italiano ha dichiarato che “non c’è alcun dubbio che la relazione tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa russa sta attraversando un periodo positivo, espressa senza ambiguità dall’incontro a L’Avana”.
“Ma questo risultato significativo è a sua volta l’inizio di un nuovo cammino: il cammino di un dialogo ancora più sincero ed intenso, nell’intento di comprendersi sempre meglio, superando le incomprensioni e le differenze che possono esistere”, ha spiegato Parolin.
Per quanto riguarda una possibile visita del Papa in Russia, Parolin ha dichiarato che questo punto “non figura all’ordine del giorno” dei suoi colloqui. “Ma penso e spero che ogni incontro — parlo soprattutto del prossimo incontro con il patriarca Kirill — possa aiutare a preparare la strada allo sviluppo di contatti sempre più positivi ed intensi”, ha auspicato il segretario di Stato vaticano. (pdm)

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Marina Droujinina

Giornalismo (Mosca & Bruxelles). Teologia (Bruxelles, IET).

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