Cardinal Pietro Parolin

Catholic Church England and Wales

Parolin: “Il giornalismo dia voce a chi non ne ha”

Intervenendo al XIX congresso dell’UCSI, il Segretario di Stato ricorda che chi fa informazione non ha il compito di “arrivare primo” ma di “arrivare meglio”

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Un’informazione che sia a servizio della democrazia e che dia voce a chi non ne ha, superando slogan ed ideologie. È quanto auspicato dal cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, intervenuto a Matera, al XIX congresso dell’UCSI (Unione Cattolica Stampa Italiana) sul tema Le sfide del giornalismo ai tempi di Francesco.
Il giornalismo, ricorda il porporato, deve servire la verità, altrimenti “si finisce col dissolvere la stessa notizia”, la quale deve mettere “al centro la persona”.
Le parole, ha osservato il cardinale, “non sono mai neutre, orientano la comprensione e dunque influiscono sui nostri atteggiamenti”, pertanto “c’è una ricerca da compiere nello spazio pubblico per difendere ciò è umano e denunciare ciò che invece è disumano”.
La missione più “nobile” del giornalismo, ha proseguito il porporato, è quella di “dar voce a chi non l’ha, perché la credibilità si fonda sull’integrità, l’affidabilità, l’onestà e la coerenza del giornalista”.
Una “buona informazione”, ha aggiunto, “può fare molto”, in particolare creando “luoghi per ascoltarsi e garantire il pluralismo”, liberandosi da “interessi parziali” e costruendo, giorno dopo giorno, “sentieri di integrazione”, ai fini di determinare un “servizio pubblico” degno di tal nome.
Sulla scia del magistero di Benedetto XVI e di Francesco nel magistero delle comunicazioni sociali al tempo dei social network, il Segretario di Stato ha ricordato che “nell’era del web il compito del giornalista non è più arrivare primo ma arrivare meglio” e che i giornalisti, prima di portare un’idea, sono chiamati a “comunicare se stessi”.
Con riferimento all’UCSI, Parolin ha rammentato il “ruolo sociale” che essa ha svolto, articolandosi su “principi di laicità e di cittadinanza”, attraverso giornalisti impegnati soprattutto in testate laiche, che hanno portato avanti “il dialogo Chiesa-mondo voluto dal Concilio Vaticano II”.
Ai membri dell’UCSI, il porporato ha detto: “La vostra professione e le vostre competenze siano un servizio ecclesiale al servizio di tutti i cittadini”. L’auspicio è quello di ripartire da “un investimento nella formazione culturale”.
Storicamente legata a figure di gesuiti illustri, tutti scrittori della Civiltà Cattolica – come il cardinale Roberto Tucci, padre Bartolomeo Sorge, padre Pasquale Borgomeo – l’UCSI possiede oggi “i mezzi per entrare nel dibattito pubblico con una rinnovata visione cristiana sui temi della comunicazione”, ha quindi concluso il Segretario di Stato.
 

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ZENIT Staff

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