Card. Pietro Parolin

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Parolin: "A Bruxelles violenza cieca. Chiediamo il dono della pace"

Il Segretario di Stato ha commentato la strage di ieri durante la Messa per il Giubileo di poliziotti, forestali e vigili del fuoco nella basilica di San Vitale

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“Violenza cieca”. Utilizza la stessa espressione del Papa, il cardinale Pietro Parolin, per definire i tragici attentati che ieri hanno sconvolto Bruxelles e tutta l’Europa. Celebrando oggi pomeriggio il Giubileo della Polizia di Stato italiana, il Corpo forestale dello Stato e il Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, nella basilica romana di San Vitale,  il Segretario di Stato ha implorato “il dono della pace” di fronte “alla violenza cieca che ancora una volta ha colpito una città europea e ha provocato terrore, morte e lacrime”.

Durante la Messa, preceduta dall’apertura della ‘Porta della misericordia’ della basilica, il porporato – informa L’Osservatore Romano – ha ricordato le vittime della strage di ieri in Belgio, esprimendo la propria vicinanza e preghiera ai feriti, alle loro famiglie e a quanti sono impegnati nei soccorsi. 

Rivolgendosi poi a poliziotti, forestali e pompieri, il cardinale ne ha elogiato l’impegno “contro il terrorismo e per difendere la sicurezza della gente e quei valori di libertà, di democrazia, di rispettosa e solidale convivenza che sono sotto attacco”. Secondo il Segretario di Stato si tratta, infatti, di “un servizio di inestimabile importanza per il bene comune”, perché costituisce “in un certo senso la porta sicura attraverso la quale tutti passano per poter svolgere con serenità e tranquillità ogni loro attività”.

Lo stesso concetto di “forza pubblica” — ha spiegato Parolin — evoca “quello di una riserva di potere, di autorità, messa a disposizione di tutti i cittadini e in special modo dei deboli, dei bisognosi, di coloro che potrebbero essere vessati e maltrattati dai prepotenti e dai violenti”. 

“Garantire l’osservanza delle leggi, rendere inoffensivi i violenti, mantenere l’ordine e tutelare l’ambiente sono compiti nobili, di cui essere orgogliosi”, ha aggiunto il primo ministro vaticano. Che ha esortato ad essere “giustamente orgogliosi” anche “di prendere parte a questo Giubileo”. “Siate lieti di questo atto di umiltà e devozione, che è fonte di sicurezza e di pace per ciascuno di voi e che è anche un eloquente esempio a vivere la propria fede in ogni stato di vita, a essere testimoni di Cristo nella concretezza dell’esistenza con gioia e apertura di cuore”.

Di qui l’invito ad affidarsi “sempre e soprattutto in circostanze tanto tragiche alla misericordia di Dio” nella certezza che è possibile farlo “in ogni momento: quando siamo in casa, quando siamo al lavoro, quando camminiamo per strada, quando entriamo in una chiesa”.  “Il Giubileo e l’imminente festa di Pasqua – è stato l’auspicio conclusivo del cardinale – siano l’occasione per riscoprire i tesori della nostra fede, per ravvivare la speranza e per compiere gesti concreti di carità verso il prossimo, specialmente quello più bisognoso”.

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ZENIT Staff

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