Videomessaggio Ezeiza, Screenshot / © CTV - OSSERVATORE ROMANO

Papa: “Pena con speranza, allora è feconda”

Videomessaggio del Papa al Centro di studenti universitari del Complesso penitenziario federale di Ezeiza (Argentina)

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Affinché la pena sia feconda, deve avere un orizzonte di speranza”, in concreto la “speranza di reinserimento sociale”. Lo dichiara papa Francesco nel videomessaggio inviato il 18 agosto scorso al Centro di studenti universitari del Complesso penitenziario federale di Ezeiza, un comune situato a sudovest della capitale argentina Buenos Aires.
Nel messaggio, pronunciato in lingua spagnola e reso pubblico oggi, giovedì 24 agosto 2017, il Pontefice italo-argentino ricorda che la vita è “un regalo che bisogna conquistare ogni giorno” e “in ogni passo”, e questo nonostante il “sacco di difficoltà” che incontriamo sul nostro cammino. I problemi ci sono e ci saranno, ma l’orizzonte è più grande dei problemi, la speranza supera tutti i problemi”, ha ribadito Francesco. (pdm)
Riprendiamo di seguito la traduzione italiana del messaggio diffusa dalla Sala Stampa vaticana.
***
Amici miei che fate parte del Centro di studenti universitari di Ezeiza, un cordiale saluto, un saluto che evoca quelle telefonate domenicali che faccio al Penale. Sono al corrente di tutte le vostre attività e mi suscita tanta gioia l’esistenza di questo spazio, uno spazio di lavoro, di cultura, di progresso, è un segno di umanità. E non sarebbe potuto esistere se non ci fossero state persone di tanta sensibilità umana tra gli interni, gli agenti del servizio penitenziario, direttori, giudici, membri dell’Università di Buenos Aires e gli studenti. Grazie.
Adesso un passo avanti. Hanno dato impulso all’apertura del corso di musica. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno collaborato a questa iniziativa: il Capo Sig. Claudio Segura, il Direttore Sig. Alejandro Gonzalez, il sostegno e l’avallo dell’Università di Buenos Aires e del potere giudiziario e soprattutto i segretari di Cassazione, Luis e Victor, e gli interni incaricati del Centro di studenti – Marcelino, Guille, Edo – che conosco per telefono. Grazie per tutto ciò che avete fatto.
È un alito di vita ciò che sta succedendo nel Penale, tra di voi. E la vita – voi lo sapete – è un regalo, ma un regalo che bisogna conquistare ogni giorno. Ce lo regalano, ma dobbiamo conquistarlo ogni giorno. Dobbiamo conquistarlo in ogni passo della vita. Un regalo che non è facile conservare. Coraggio ogni giorno. Un sacco di difficoltà, tutti ne abbiamo, però abbiamo cura di questo regalo e lo facciamo crescere, ne abbiamo cura e lo facciamo fiorire.
Gli interni stanno scontando una pena, una pena per un errore commesso. Ma non dimentichiamo che, affinché la pena sia feconda, deve avere un orizzonte di speranza, altrimenti resta rinchiusa in se stessa ed è soltanto uno strumento di tortura, non è feconda. Pena con speranza, allora è feconda. Speranza di reinserimento sociale, e per questo, formazione sociale, guardando al futuro, e questo è quello che state facendo voi. Con questo nuovo corso di musica state guardando al reinserimento sociale, già adesso vi state reinserendo con gli studi, con l’Università di Buenos Aires, state guardando al reinserimento sociale. È una pena con speranza, una pena con orizzonte. Torno a dire, i problemi ci sono e ci saranno, ma l’orizzonte è più grande dei problemi, la speranza supera tutti i problemi.
Cari amici, prego per voi, vi tengo vicini al cuore, vi chiedo di non dimenticare di farlo per me. Che Dio vi benedica e avanti, sempre con un sorriso. Alla prossima chiamata!
[Testo originale: Spagnolo]

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ZENIT Staff

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