Papa - ©Servizio Fotografico L'Osservatore Romano

Papa: "La Croce è un passaggio obbligato, ma non è la meta. La meta è la gloria"

Nell’Udienza generale, Francesco offre una catechesi sul mistero della Croce

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Dal Gesù che entra a Gerusalemme nella Domenica delle Palme, tra acclamazioni festose, ci si attendono miracoli, grandi segni, manifestazioni di potenza. E invece, di lì a poco Gesù finisce sulla croce, umiliato e sfigurato dalle percosse. Eppure è “proprio nel Crocifisso” che “la nostra speranza è rinata”. È intorno al paradosso della croce che si snoda la catechesi di Papa Francesco, pronunciata oggi, 12 aprile 2017, mercoledì santo, in Piazza San Pietro.
Si tratta di una “speranza” – precisa il Santo Padre – “diversa da quella del mondo”. Ecco allora che torna utile alla comprensione la parabola del seme che porta frutto. “Gesù – spiega – ha portato nel mondo una speranza nuova e lo ha fatto alla maniera del seme: si è fatto piccolo, piccolo, piccolo come un chicco di grano; ha lasciato la sua gloria celeste per venire tra noi: è ‘caduto in terra’”.
Ma non solo, una volta a terra, si è lasciato “spezzare”e inabissare. E – afferma il Pontefice – “proprio lì, nel punto estremo del suo abbassamento – che è anche il punto più alto dell’amore – è germogliata la speranza”.
Del resto “a Pasqua, Gesù ha trasformato, prendendoli su di sé, il nostro peccato in perdono” e “la nostra paura in fiducia”. Francesco definisce allora quel seme “vincente”, in quanto morendo, innescando “la logica dell’amore umile”, indica “la via di Dio”, e “solo questa dà frutto”.
La vita concreta ci suggerisce questa realtà. Bergoglio ci invita a ricordare che spesso, quando abbiamo qualcosa, “subito ne vogliamo un’altra più grande”, e “chi è vorace non è mai sazio”. Ma lo stesso Gesù ha affermato in modo netto: “Chi ama la propria vita la perde”, cioè – spiega il Papa – “chi ama il proprio e vive per i suoi interessi si gonfia solo di sé e perde”. E “chi invece accetta, è disponibile e serve gli altri, vive al modo di Dio: allora è vincente, salva sé stesso e gli altri; diventa seme di speranza per il mondo”.
Francesco ricorda anche che “questo amore vero passa attraverso la croce, il sacrificio, come per Gesù”. La croce “è il passaggio obbligato, ma non è la meta, è un passaggio: la meta è la gloria, come ci mostra la Pasqua”. In tal senso viene alla mente un’altra parabola, dal Vangelo di San Giovanni, quella della donna che per partorire prova dolore, ma che poi, quando mette al mondo il bambino, “non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo”.
Le mamme quindi “soffrono ma poi sono felici perché donano la vita con il loro amore”. Esse dimostrano – prosegue il Santo Padre – che “l’amore dà alla luce la vita e dà persino senso al dolore” e che “è il motore che fa andare avanti la nostra speranza”.
Infine, Papa Francesco invita tutti a contemplare il Crocifisso, “sorgente di speranza”, e affermare: “Con Te niente è perduto. Con Te posso sempre sperare. Tu sei la mia speranza”.
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Qui il testo integrale della catechesi di Papa Francesco.

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Federico Cenci

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