Palermo scende in strada per difendere la vita

Sabato prossimo, 5 aprile, torna la Marcia per la Vita nel Capoluogo siciliano. “Generare Futuro” è il motto

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Palermo, un anno fa. L’immagine è quella di una lunga testuggine che, sfidando un’incessante pioggia, si snoda per le vie della città. L’atmosfera al suo interno è gravida di militanza per la vita, si odono canti di gioia e cori di rivendicazione. Lo striscione che apre il corteo recita: “Difendere la vita sempre”.

Un importante successo, che ha portato le oltre cinquanta associazioni promotrici a decidere di replicare, anche quest’anno. La Marcia per la Vita del Capoluogo siciliano si svolgerà il prossimo 5 aprile, con raduno alle ore 16.30 in piazza Croci e conclusione in piazza Verdi, dove da un palco è previsto l’intervento, quali “testimoni per la vita”, dei componenti di una famiglia di 10 figli.

Nei giorni scorsi il presidente del Centro Aiuto alla Vita di Palermo, Giuliana Savagnone, il presidente regionale del Forum delle Associazioni Familiari, Francesco Bianchini, e il delegato del Forum Vita Famiglia Educazione, Diego Torre, hanno partecipato a una conferenza stampa per presentare l’evento di sabato prossimo.

Diego Torre ha spiegato ai giornalisti presenti che la promozione di questa marcia, che perdura ormai da anni, risulta oltremodo pertinente nella fase storica di oggi, la cui crisi economica è “aggravata da quella demografica, di cui diventa a sua volta causa”. Sintomo di questo vulnus del popolo italiano è il non edificante primato di essere tra i più vecchi del mondo, con un tasso di fecondità delle donne si attesta intorno alla cifra di 1,39 figli a testa, ben al di sotto della soglia di 2,1, che assicurerebbe il ricambio generazionale.

“La nostra società – ha proseguito Torre – manca dell’insostituibile patrimonio dei figli”. Una deficienza dovuta a quella “cultura di morte” che ha permesso “l’eliminazione di sei milioni di italiani da quando è in vigore la legge 194 del 1978”, con la quale si è legalizzato l’aborto.

Per invertire finalmente la tendenza non bastano le battaglie di principio, urge piuttosto la diffusione di “una solidarietà rinnovata”, di uomini e donne che siano messi in condizione di svolgere il loro compito di madri e padri, aumentando così la natalità e superando “tutte le forme di esclusione”. Una cui piaga – ha ricordato Torre – è “il ricorso all’eutanasia”, che coinvolge in particolare “chi è ammalato e anziano”.

“Vogliamo un mondo – hanno spiegato inoltre gli organizzatori della Marcia – che ami la vita dal concepimento alla nascita, educando e rigenerando, fino al suo naturale termine”. Sarebbe questo un modo, hanno proseguito mutuando papa Francesco, “per superare così la cultura dello scarto”. Del resto, “un popolo che non si prende cura degli anziani e dei bambini e dei giovani non ha futuro, perché maltratta la memoria e la promessa”.

Sono state poi rese note le proposte concrete sollevate dalle associazioni aderenti all’iniziativa. “Emergenze disattese dalla politica e dalla società”, hanno lamentato i tre relatori. Anzitutto, è richiesto al Comune di Palermo di aiutare, in primo luogo attivando un canale di comunicazione, il locale Centro di Aiuto alla Vita, la cui opera è preziosissima nel prevenire gli aborti. Sempre al Comune viene chiesto di sbloccare la rete dei servizi per l’infanzia e l’adolescenza, i cui fondi sono inutilizzati mentre in molte aree della città tanti minori sono a rischio devianza.

Si disapprova anche un’inadempienza da parte della Regione Sicilia, che non attua la legge regionale 50/2012 sul quoziente familiare, né la 10/2003 sulla promozione e valorizzazione della famiglia. Mancanza di interventi pro-famiglia si registrano anche nell’ambito delle esenzioni dai ticket sanitari e delle riduzioni dell’addizionale regionale Irpef, che in Sicilia è il più alto d’Italia.

E ancora, le associazioni chiedono che l’assessore regionale convochi l’Osservatorio permanente sulle famiglie, che manca da tre anni, istituisca i consultori familiari (previsti da una legge di 34 anni fa) e rifinanzi gli enti che forniscono le derrate alimentari ai più bisognosi. Infine, si chiede che la Regione Sicilia eroghi contributi all’Associazione Meter, fondata da don Fortunato Di Noto, impegnata nella tutela dell’infanzia dalle violenze e dalla pedofilia.

Gli organizzatori attribuiscono questa scarsa attenzione verso le problematiche sollevate al modello di società di oggi, che definiscono “atomizzata, liquida, in cui conta solo il cittadino-elettore-consumatore”, luogo dove “la vita viene relativizzata e la famiglia annullata”.

“Consumismo ed edonismo stanno facendo del nostro popolo un gregge di consumatori senza anima e senza progetti – tuonano i promotori della Marcia per la Vita – e questa è stata la ragione maggiore della crisi. Infatti, diminuita ormai da 40 anni la natalità, consumi ed investimenti si sono orientati sempre più in senso individualistico, protesi al soddisfacimento di piaceri immediati e non a progetti ad ampio orizzonte (famiglia, vita, casa, risparmio etc)”.

Ricordano pertanto che “non si esce dalla crisi generando meno figli o, peggio, soffocando la vita con l’aborto, o promuovendo istituzioni simil-familiari, ma che non hanno la stabilità, la durata, la fecondità della famiglia”. Ciò che invece è fondamentale promuovere è “la verità della persona umana”, che si sublima “nella logica della gratuità e sul dono grande e unico di trasmettere la vita”. Solo così, proseguono, “si può Generare Futuro”, che è poi il motto della manifestazione.

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Federico Cenci

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