Pakistan: dove la testimonianza cristiana è vista "come una provocazione"

Una religiosa italiana delle Figlie di San Paolo racconta la sua esperienza missionaria nel Paese asiatico

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Per i cristiani del Pakistan, questo Natale trascorrerà nel lutto e nella paura. È ancora troppo recente la strage che a Peshawar ha provocato la morte di 140 bambini innocenti, avvenuta in un contesto da troppi anni particolarmente ostile alle minoranze religiose.

In questo scenario di terrore resistono con coraggio realtà missionarie come quelle delle Figlie di San Paolo, presenti in varie realtà di apostolato, dalle scuole alla catechesi, fino alle librerie.

In una libreria di Karachi è impegnata una religiosa italiana 82enne, che, a colloquio con ZENIT, ha preferito mantenuto l’anonimato. Secondo quanto riferito dalla suora paolina, il contesto in cui vivono i cattolici pakistani è funestato, oltre che dall’intolleranza nei loro confronti, anche dalla miseria e dall’analfabetismo.

“Sono felice di donare il mio essere e il mio vivere in particolare per i cristiani, sempre rigettati e poveri, tanto bisognosi di comprensione e amore in questo mondo”, racconta la religiosa, che ha alle spalle mezzo secolo di missione di cui 15 in Africa e 35 in Pakistan.

In particolare i cristiani che vivono nei villaggi non sembrano motivati ad “allargare la loro visione culturale e religiosa”. Latita anche l’interesse per la lettura, soppiantata dalla pervasività della televisione, quasi sempre diffusiva di contenuti frivoli e diseducativi.

Più marcato è l’interesse per la musica, che nelle librerie dei Paolini si manifesta in particolare nell’acquisto di cd e dvd di canti religiosi in urdu. “Le nostre librerie – prosegue la Figlia di San Paolo – sono un centro vitale per la comunicazione, l’incontro e il sostegno per l’educazione e la vita cristiana. Sono grata di poter comunicare, per me la libreria è vita per dare la vita”.

Presso le loro librerie, le suore paoline incontrano madri e padri di famiglia che fanno enormi sacrifici per l’educazione dei loro figli. Tra i testi a disposizione vi sono i testi del Catechismo per tutte le classi. Spesso vengono distribuiti buoni, sconti ed anche omaggi per i poveri e i disoccupati.

“In preparazione al Natale abbiamo avuto la gioia di vedere i cattolici di ogni parrocchia di Karachi e dei villaggi, venire ad acquistare a 2 euro, 14 figurine di gesso del presepio per celebrare devotamente il Natale in famiglia e con i vicini”, racconta ancora la suora.

La comunità delle Figlie di San Paolo in Pakistan è stata recentemente colpita dalla perdita di suor Lilia Melis, scomparsa lo scorso 27 novembre a 78 anni, di cui 48 trascorsi nel paese asiatico. “Per raggiungere scuole, villaggi e parrocchie, distribuendo la Parola di Dio, i testi del Catechismo e libri per l’educazione cristiana, suor Lilia non ha risparmiato sacrifici e tanto amore per il popolo che serviva”, ha detto la sua consorella.

“Suor Lilia – racconta – è morta dopo tre ore di agonia per un attacco di cuore, tenendo per mano una sorellina pakistana: è spirata pregando e sorridendo. Il suo funerale è stato una celebrazione d’amore, con la maggior parte dei sacerdoti della diocesi presente a concelebrare. In tantissimi sono venuti a salutarla: mamme e bimbi – ognuno con un fiorellino – studenti e maestri della città e dei villaggi a dire addio ad una di loro, un’amica, una mamma, una consolatrice”.

Dopo il massacro di Peshawar, nella comunità cristiana regna la desolazione e il timore di una nuova vendetta dei Talebani, dopo che alcuni di questi ultimi sono stati fatti fuori dal governo.

“Come cristiani sono disposti a pregare Dio, perché perdoni questi terribili assassini – dichiara l’anziana religiosa italiana -. Abbiamo compassione per  i militari che, assieme ai cristiani, sono i più esposti al mirino dei Talebani”.

In Pakistan, spiega la suora, i principi di libertà religiosa e di tolleranza sono ancora poco radicati sia nel popolo che nelle élite governative, in gran parte “condizionate dalla attuali correnti conservatrici integraliste e fanatiche”.

La testimonianza cristiana viene vista “come una provocazione” e le relazioni interreligiose rimangono molto difficili. Non mancano tuttavia personalità illuminate: “Tempo fa – racconta la Figlia di San Paolo – ho conosciuto un Colonello che mi ha raccontato la difficile realtà socio-politica pakistana, in particolare a Karachi, la città più turbolenta del paese. Lui ha ammesso i gravi torti della sua gente e, dopo la nostra conversazione, molto spontaneamente mi ha abbracciata (il contatto fisico tra uomini e donne è rarissimo nel mondo islamico!) e mi ha detto: ‘verrò a trovarti nella tua libreria’. È stata una grande sorpresa ma anche la prova che ci sono persone buone che soffrono per il comportamento di questi terribili criminali”.

Quando si incontrano, i cristiani del Pakistan cercano di incoraggiarsi a vicenda, in particolare in questi giorni di festa, “nella speranza che la venuta del Salvatore tocchi il cuore dei Talibani e del governo e che noi cristiani possiamo vivere una vita più decente”, afferma la religiosa italiana.

Tradizionalmente  le comunità cristiane celebrano con grande gioia, festa, momenti di condivisione e l’allestimento di presepi e decorazioni nelle case.

Quest’anno, però, tutti gli inviti per le celebrazioni festive sono stati cancellati, quindi i cristiani si raduneranno per “pregare e supplicare Dio che doni un inizio di pace a questo turbolentissimo Pakistan”, dove “i cristiani sono discriminati, facilmente condannati in modo ingiusto, senza lavoro e in una povertà che rasenta la miseria”.

In conclusione del suo colloquio con ZENIT, la Figlia di San Paolo ha espresso gratitudine ad Aiuto alla Chiesa che Soffre, per i sussidi forniti alla loro missione “per raggiungere le famiglie, i giovani e i poveri con la Parola di Dio” e “per infondere speranza e sostenere la vita cristiana, nonostante i rischi e le difficoltà”.

“Io amo il Pakistan  e tutta la sua cara gente e chiedo preghiere per una benedizione di grazia ai cristiani che godono infinitamente quando si sentono ricordati dai fratelli e sorelle lontani ma in comunione con loro, rigettati e disprezzati in questa terra”, ha detto infine la religiosa.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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