Pakistan: cristiano torturato e ucciso, dopo interrogatorio della polizia

Si tratta di Rakha Shahzad, 35 anni, arrestato per vendita di droga e alcolici. La famiglia: “La polizia l’ha ucciso!”. Gli agenti smentiscono. Intanto a Lahore la comunità cristiana protesta

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Il Pakistan assiste ancora una volta alla brutale morte di un cristiano. Dopo i due coniugi arsi vivi alcune settimane fa, questa volta un tragico destino è toccato a Rakha Shahzad, cristiano di 35 anni, rinvenuto morto dopo essere stato torturato mentre era in custodia della polizia di Lahore.

L’uomo era in stato di arresto con l’accusa di “vendita di alcolici e droga”. Come afferma la sua famiglia, “è morto a causa delle torture della polizia”. Il fratello di Shahzad dichiara che “era stato arrestato senza motivo” e chiede allo Stato di occuparsi della sua famiglia. Gli agenti semntiscono e parlano di un “attacco di cuore” durante l’interrogatorio.

Secondo padre Francis Nadeem, provinciale dei Cappuccini in Pakistan, si tratta dell’ennesimo “omicidio extragiudiziale”, come ha dichiarato all’agenzia Fides. La vicenda ha lasciato nel più totale sconcerto la comunità cristiana locale.

I familiari del defunto hanno avviato vibranti proteste a Lahore, cercando anche di entrare con la forza nella stazione di polizia. Tre agenti sono stati denunciati e una inchiesta è stata avviata. Il cadavere dell’uomo è stato trasferito in ospedale dove si farà un’autopsia per stabilire le cause del decesso.

L’avvocato cristiano Mushtaq Gill ha commentato a Fides: “ Il mondo intero è ancora profondamente scioccato e scandalizzato per il linciaggio della coppia cristiana a Kasur, ma le violenze continuano. E’ urgente abrogare le leggi che sono abitualmente utilizzate per perseguitare i cristiani e garantire giustizia e legalità, a partire dall’opera e dal comportamento della polizia e dei funzionari pubblici”.

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ZENIT Staff

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