Pakistan: a rischio la salute mentale di Asia Bibi

Ad aggiornare sulla situazione della donna è il direttore della Masihi Foundation

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LAHORE (Pakistan), mercoledì, 21 dicembre 2011 (ZENIT.org) – Asia Bibi, la donna cristiana accusata di blasfemia nei confronti di Maometto e condannata alla pena di morte nel novembre 2010, ha bisogno di urgenti cure mediche per scongiurare l’insorgere di disturbi mentali.

A lanciare l’allarme sulla sua situazione è l’agenzia Fides (20 dicembre), che ha raccolto le ultime dichiarazioni del direttore della Masihi Foundation (MF), Haroon Barkat Masih, la cui associazione offre assistenza legale e materiale alla donna, dietro le sbarre dal 9 giugno  2010. Secondo quanto riferito da Fides, Asia Bibi ha bisogno di “un check-up medico completo”.

Una delegazione internazionale della Masihi Foundation ha potuto incontrare lunedì 19 dicembre la Bibi nel carcere di Sheikpura, per verificare le sue condizioni, portarle una parola di conforto e trasmettere gli auguri natalizi. Condannata a morte in primo grado il 7 novembre 2010, il processo d’appello è ancora pendente presso l’Alta Corte di Lahore.

Al termine della visita, la fondazione ha emesso un drammatico comunicato. “A causa del suo confino solitario, Asia Bibi, 46 anni, appare notevolmente invecchiata, ha un colorito pallido, sembra molto fragile, perfino incapace di stare da sola”, si legge nel testo.

“Al momento dell’incontro, il suo sguardo vagava nel vuoto, non riusciva a capire cosa stesse accadendo, era completamente confusa e stupita”, prosegue il comunicato. “Per tutto il tempo della conversazione – oltre 2 ore e 20 minuti – i suoi pensieri erano alla deriva”.

La Bibi, continua il testo, “ha reagito agli stimoli con emozioni contrastanti, ridendo, piangendo e restando in silenzio per lunghi periodi di tempo”. “Le abbiamo offerto acqua e sembrava perfino spaventata dall’acqua”, così osserva il comunicato, che richiama anche l’attenzione sulle “terribili” condizioni di igiene della donna, che da oltre due mesi non fa un bagno.

Tuttavia, Bibi ha ribadito nuovamente di aver “perdonato i suoi aguzzini” e che “desidera solo tornare dalla sua famiglia”.

“Se Asia resterà in isolamento rischia seriamente una malattia mentale che potrebbe compromettere definitivamente il suo equilibrio psicologico. Chiediamo che le autorità permettano subito a un team di medici di visitarla e darle delle cure”, ha dichiarato in un colloquio con Fides il direttore della Masihi Foundation.

“Di recente Papa Benedetto XVI ha visitato i detenuti di un carcere italiano: crediamo che, nel suo gesto, abbia incluso simbolicamente tutti i detenuti del mondo e anche Asia Bibi, che passerà un Natale triste, nella solitudine di una cella”, ha proseguito Haroon Barkat Masih. “Chiediamo a tutti i cristiani del mondo di ricordare al Signore Asia Bibi, la sera di Natale, e di elevare una preghiera per lei”, ha poi concluso.

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ZENIT Staff

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