Spoglie Padre Pio nella Casa Sollievo

Casa Sollievo - Account Twitter @operapadrepio

Padre Pio a Casa Sollievo: ultima tappa del pellegrinaggio giubilare

Una cittadina commossa ha celebrato il ritorno del Santo. L’arcivescovo Castoro: “Casa Sollievo della Sofferenza ‘oasi di misericordia’ ”.  

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

L’urna con le reliquie di Padre Pio, giunta nel pomeriggio del 14 febbraio a San Giovanni Rotondo, dopo il saluto delle autorità cittadine e la Messa celebrata nella centralissima piazza Europa, hanno attraversato tutto il viale Cappuccini fino a giungere all’interno dell’Ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza”.
Ad accogliere le reliquie di Padre Pio, una cittadina commossa e felice, vestita a festa per il ritorno del suo santo. L’auto storica, la stessa utilizzata per il suo funerale, sulla quale sono state adagiate le spoglie mortali del Santo, ha percorso per lunghi tratti un tappeto rosso vedendo piovere dall’alto petali di rose, passando attraverso balconi fioriti e vetrine di negozi con quadri e immagini del santo, risposta amorevole di una comunità da sempre a lui legatissima.
Momento culmine della processione l’ingresso in “Casa Sollievo”. Un cammino ascensionale, che ha portato il corteo a inerpicarsi per la breve stradina laterale che conduce dinanzi al pronao dell’Ospedale, nel luogo dove il colonnato sembra slanciare la Struttura verso l’alto, come a sorreggere un altare, la parte centrale della “Casa”, in cui è racchiuso simbolicamente tutto il mistero della sofferenza che viene elevata a Dio.
Le reliquie si fermano dove Padre Pio, quasi sessant’anni fa pronunziò il suo primo discorso su Casa Sollievo, presentando quest’Opera della Provvidenza e della Misericordia al mondo intero. Ad attenderlo, i dirigenti dell’Ospedale insieme a una rappresentanza di operatori e di persone ammalate. Gli organizzatori hanno pensato di ricreare l’atmosfera di quel 5 maggio del 1956, trasmettendo l’audio integrale del discorso di Padre Pio sulla sua “Casa”, ascoltato in un silenzio orante da migliaia di persone che affollavano la strada antistante al pronao.
E come nel giorno dell’inaugurazione prese la parola il card. Giacomo Lercaro, domenica è stata la volta dell’arcivescovo  Michele Castoro, presidente dell’Opera di Padre Pio che nel suo saluto, più volte interrotto da applausi, si è rivolto direttamente a Padre Pio, esordendo così: “Caro Padre Pio, bentornato nella tua Casa”. Presentando il Frate come “umile strumento della divina Misericordia”, ha proseguito invocando la sua intercessione per la “Casa”: “Sia come tu la vuoi, attenta ai bisogni di tutti, in particolar modo degli ultimi e dei sofferenti. Sostenuta dai Gruppi di Preghiera, possa sempre custodire e servire il carisma che lo Spirito ti ha suggerito per essere un segno di speranza nella Chiesa e nel mondo”.
Quindi l’ingresso di Padre Pio, il passaggio attraverso i primi gradini dell’Ospedale, fino a giungere alla Cappella del terzo piano, nella Chiesetta dove fino al 16 febbraio potrà essere venerato da tutti gli ammalati, dal personale ospedaliero, dai pellegrini e devoti.
Nella serata del 15 febbraio si è tenuta invece una veglia di preghiera presieduta sempre da mons. Castoro che si è soffermato sul clima di famiglia della “Casa”, particolarmente percepibile per la presenza del Padre. “Questa sera – ha poi aggiunto – è come se Padre Pio ci consegnasse ancora una volta la sua Opera, perché noi possiamo impegnarci a farla diventare sempre più bella e più grande, più bella perché in essa risplende la luce di Dio, più grande perché luogo in cui abita la carità”.
Si tratta cioè di proseguire nel cammino tracciato dal Fondatore, “una Casa per il sollievo dei sofferenti e anche un tempio di preghiera e di scienza”. Servizio e missione che si legano a quei tratti che Mons. Castoro definisce come “il trinomio della vita di Padre Pio: preghiera, croce e carità”, “un trinomio che può prendere il nome di misericordia”.
Richiamando le parole pronunciate da Papa Francesco nell’Udienza concessa all’Opera di Padre Pio il 6 febbraio scorso, l’Arcivescovo ha ribadito: “Il Papa ci ha detto che Padre Pio è stato come una goccia dalla quale si è sviluppato un fiume di misericordia”. Nell’Anno della Misericordia, che è “il nome di Dio, il cuore di Dio”, questo – ha proseguito il Vescovo – significa “lasciare che germoglino frutti di conversione: trattare gli altri come fratelli e fare bene il proprio dovere, mirare alla riconciliazione, alla pace e al perdono. Mettere da parte il proprio io e vivere all’insegna della carità”.
Ha quindi concluso con una bella immagine: “Casa Sollievo della Sofferenza come oasi di misericordia”. Un ultimo pensiero rivolto in particolar modo agli ammalati: “Se i Gruppi di Preghiera sono stati invitati da Papa Francesco ad essere ‘centrali di misericordia’, significa che questa fiamma di misericordia deve partire proprio da questa ‘Casa’. Il passaggio di Padre Pio – è stato l’augurio finale del presule – possa accendere una luce di speranza nel cuore degli ammalati e una luce di carità in quanti ivi operano”.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Giovanni Chifari

Docente di Teologia Biblica presso l'ISSR "Giovanni Paolo II" di Foggia. Redazione rivista "La Casa Sollievo della Sofferenza" (Resp. Sez. Gruppi di Preghiera Padre Pio). Centro Gruppi di Preghiera (Sgr). Docente di Religione Cattolica. Rivista "Il diaconato in Italia". Libri: "La Parola della Croce. Via Crucis biblica con San Pio da Pietrelcina", Edizioni Paoline, 2012; "Il pensiero dei Papi su San Pio e la sua Opera", Ediz. La Casa Sollievo della Sofferenza, SGR 2014. Articoli scientifici, ambito teologico.

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione