Padova: restaurato l'affresco della Madonna col Bambino tra i Santi

Realizzato 522 anni fa, il dipinto è posizionato sul secondo pilastro della navata sinistra della basilica di SantAntonio

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È appena terminato il restauro dell’affresco della Madonna col Bambino tra i Santi, posizionato sul secondo pilastro della navata sinistra della basilica di Sant’Antonio a Padova. Il progetto realizzato dalla restauratrice Monica Vial è il frutto dell’accordo tra la Veneranda Arca del Santo e Bios Line Spa, l’impresa che ha finanziato i lavori di questa importante opera attribuita a Jacopo da Montagnana e databile al 1493.

Il restauro, inaugurato ieri dopo un mese e mezzo di lavoro, ha permesso di riportare all’antico splendore l’affresco nel rispetto dei suoi 522 anni. L’intervento della restauratrice padovana, che ha già lavorato in basilica su altre due opere a soggetto mariano (Madonna del Pulpito e Madonna con Bambino attribuita al Guariento), si è caratterizzato per la non invasività. Dopo l’analisi dello stato di conservazione del dipinto, si è provveduto alla pulizia del supporto murario che presentava vari distacchi, senza intaccare gli interventi di precedenti restauri, ritenuti parte della “storia” dell’opera. I personaggi dell’affresco, e così molti particolari paesaggistici, sono apparsi in tutta la loro bellezza e maestria nel dipingerli una volta tolta la sporcizia e apportate minime integrazioni pittoriche, ha spiegato Vial. E non sono mancate alcune sorprese, come il rinvenimento di cera lacca in vari punti del dipinto e di gocce di cera gialla sulla veste della Madonna, che ora potranno essere studiate. Il cantiere, avviato il 2 febbraio scorso, è stato diretto dal professor Lamberto Briseghella.

L’affresco, commissionato sul finire del XV secolo a Jacopo da Montagnana da Nicolò Grasseto, frate minorita che risiedeva nel convento del Santo di cui fu anche guardiano, rappresenta la Vergine adorante il Bambino. Ai lati, tra colonne, i genitori di Maria, i santi Gioacchino e Anna. Davanti a quest’ultima, il committente si è fatto ritrarre fuori scala, con un lungo cartiglio in latino che lo ricorda come “castigatore solertissimo” degli eretici. Il suo nome infatti è legato soprattutto all’incarico di inquisitore che svolse tra la fine del XV secolo e l’inizio del XVI. Il restauro è stato l’occasione per riscoprire la figura eclettica e per certi versi anche discussa del potente frate, già massaro della Veneranda Arca, che nel corso della sua vita fu anche procuratore generale dell’Ordine dei Frati Minori, suffraganeo del vescovo Ludovico Gonzaga a Mantova, dove è sepolto, e attento conservatore dei beni storico-artistici conservati in basilica. Suoi infatti alcuni inventari rinvenuti nell’Archivio storico della Veneranda Arca, in corso di studio, e manoscritti da lui copiati e miniati conservati nella Pontificia Biblioteca Antoniana.

“È un’enorme soddisfazione contribuire a restituire opere d’arte di così notevole bellezza e intensità per un duplice motivo – ha detto Gianni Berno, presidente capo della Veneranda Arca del Santo che ha commissionato il restauro – Il primo è che facciamo comprendere sempre più ai pellegrini e ai turisti che la Basilica del Santo è una miniera di spiritualità, arte e storia che affascina, il secondo è che questa bellezza sollecita l’inesauribile sete di infinito dell’uomo ed è perciò a servizio dei devoti che qui vengono a meditare, pregare e invocare l’intercessione del Santo. Chi ci aiuta in questa missione fa davvero qualcosa di grande”.         

Orgogliosa di aver contribuito al restauro la Bios Line Spa, l’azienda di Ponte San Nicolò che ha finanziato l’intervento. «Credo sia veramente importante che le aziende private si impegnino per preservare la ricchezza artistica cui è legata l’immagine dell’Italia nel mondo – il commento di Paolo Tramonti, amministratore unico di Bios Line Spa – La valorizzazione del patrimonio culturale italiano può costituire un importante motore per la ripresa economica che tutti ci auguriamo».

All’inaugurazione erano presenti anche Leopoldo Saracini, della Presidenza della Veneranda Arca del Santo, e il Prof. Lamberto Briseghella direttore lavori.

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ZENIT Staff

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