Archbishop Stanislaw Gadecki and cardinal Reinhard Marx

Niedziela

"Pace in Europa". Firmato documento congiunto tra vescovi polacchi e tedeschi

A 50 anni dallo scambio di lettere di perdono dopo la Seconda Guerra Mondiale, i due episcopati si impegnano a sostenere le Chiese d’Europa e del mondo nei loro sforzi verso la riconciliazione

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Un documento di pace è stato sottoscritto dai vescovi polacchi e tedeschi ieri 22 novembre, nel Santuario di Jasna Gora, a Częstochowa, in occasione del 50° anniversario dello scambio di lettere di perdono reciproco dopo la Seconda Guerra Mondiale tra le Chiese dei due Paesi, il 18 novembre 1965. La firma del testo congiunto, siglato dal presidente dell’episcopato polacco, l’arcivescovo di Poznan Stanislaw Gadecki, e dal cardinale Reinhard Marx, presidente dei vescovi tedeschi, è avvenuta a conclusione della Messa celebrata nella Cappella della Immagine miracolosa della Madonna di Czestochowa. Nel testo i due episcopati si impegnano ad “appoggiare le Chiese di diversi Paesi del mondo nei loro sforzi a favore della riconciliazione”.

Nel corso della cerimonia, a cui hanno partecipato una decina di delegazioni delle due Conferenze Episcopali, sono stati letti anche i messaggi di Andrzej Duda, presidente della Polonia, e Joachim Gauck, presidente della Germania. In essi i due capi di Stato hanno rimarcato l’importanza del  processo di ravvicinamento delle Chiese dei due paesi anche dal punto di vista della politica. 

E mentre l’arcivescovo Gądecki ha ricordato che “ogni riconciliazione viene da Dio”, il card. Marx ha sottolineato che la riconciliazione “è un dono che non si può fermare solo a noi, ma dobbiamo trasmetterlo”. Nel concreto, secondo il porporato, vescovi tedeschi e polacchi dovrebbero avviare progetti specifici per sostenere le Chiese nei loro sforzi verso la riconciliazione. “Questo è il compito a cui aspirano i nostri episcopati 50 anni dopo lo storico scambio di lettere”, ha detto, aggiungendo che “vogliamo formare congiuntamente nostra patria: l’Europa e il futuro del cristianesimo nel nostro continente”. 

A tal riguardo, nella dichiarazione congiunta, i due episcopati affermano di essere “consapevoli che non abbiamo trionfalmente offrire un ‘prodotto’, ma dare la speranza agli altri”. Vengono quindi annunciati anche contatti speciali con le Chiese in Bosnia-Erzegovina, in altre parti della ex Jugoslavia e nei paesi dell’Europa orientale. Osservando poi con dolore che i conflitti militari nel Continente europeo non sono stati affatto superati, i presuli ricordano la situazione in Ucraina e sottolineano che “l’integrità territoriale è stata gravemente violata dai separatisti supportati dalla Federazione Russa”. “Siamo pronti in umiltà – scrivono – ad istruire e condurre i dibattiti con i nostri fratelli ortodossi”.

Le due Chiese, prosegue il documento, “anche oggi devono dare all’Europa la loro testimonianza di fede”, perché “quando la dignità di ogni persona verrà intesa come dono di Dio, la nostra civiltà riuscirà a difendersi dalle idee fuorvianti di possibilismo e di autodeterminazione errate”. Gli autori della dichiarazione si dicono inoltre convinti che in uno spirito di solidarietà, l’Europa dovrebbe più impegnarsi per la giustizia, la pace e la libertà per tutti gli uomini. Tale compito – indicano i vescovi – “è di grande attualità” soprattutto se si pensa alla situazione delle popolazioni in Medio Oriente e in varie parti dell’Africa, sofferenti a causa della violenza terroristica e della guerra.  “La Chiesa in Polonia e in Germania esprime la sua vicinanza con i rifugiati. Siamo tutti chiamati ad aiutare e sostenere le attività delle nostre società e dei governi”, è scritto nel documento. 

 

 

 

 

 

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Mariusz Frukacz

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