© Rachel Applefield 2016

Ossigeno-ozono terapia: la nuova frontiera nella medicina del dolore

Il dott. Andrea Della Puppa, specializzato in anestesia e rianimazione, ne illustra l’utilizzo nelle patologie più gravi, compresa la sclerosi multipla

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Un termine ormai di moda è “la terapia del dolore”, con il quale si sottintende la cura della sintomatologia di molte patologie, che affliggono gran parte della popolazione dalla banale lombosciatalgia all’ernia del disco, sino alle malattie osteoarticolari come artrosi ed artriti proprie di un’età più avanzata e quelle neurodegenerative più gravi, quale la sclerosi multipla. Per capire come affrontare il dolore e quali sono le terapie mediche più giuste ed efficaci per ogni patologia, Zenit ha parlato con il dott. Andrea Della Puppa, medico specializzato in anestesia e rianimazione, esperto in medicina del dolore e in ossigeno-ozono terapia, membro della Sioot, la società scientifica di ossigeno-ozono terapia da circa dieci anni.
Cosa si intende per terapia del dolore?
Per terapia o medicina del dolore si intende una branca medica che si occupa del dolore, non come sintomo ma come malattia. Il dolore è sempre scatenato da una causa che lo provoca e rimuovendola si cura il dolore. In alcuni casi non è possibile intercettare l’origine scatenante, o perché non è evidente o perché non può essere invece rimossa. In una tale situazione è importantissimo eseguire trattamenti che allevino il dolore ai pazienti, che altrimenti possono andare incontro a impotenze funzionali, incapacità di movimento e persino depressione. E bisogna perciò praticare terapie efficaci.
E quali sono le terapie più efficaci?
Esistono due filoni nella terapia del dolore, entrambi efficaci, ma che prevedono un diverso grado di invasività. Il primo è un filone chirurgico, nel quale si cerca di intervenire sulla trasmissione del dolore, attraverso il sistema nervoso, agendo sui nervi periferici, il midollo spinale, le trasmissioni centrali, attraverso alcune tecniche chirurgiche quali la neuromodulazione, l’impianto di neurostimolatori, la disattivazioni di alcuni nervi, tipo il trigemino. L’altro filone, meno invasivo, prevede infiltrazioni praticate a livello ambulatoriale, di farmaci tra cui cortisonici, oppiacei, acido ialuronico (soprattutto in casi di osteoartrosi articolare della spalla e del ginocchio), associati a una terapia antinfiammatoria. Tra le pratiche migliori, non chirurgiche e prive di effetti collaterali, si può annoverare l’ossigeno ozono terapia, realmente efficace in moltissimi tipi di dolore: quello vascolare, neuropatico, le cefalee, la fibromialgia (sindrome idiopatica caratterizzata da dolore muscolare cronico e migrante, astenia, insonnia), artriti, artrosi, il male associato a patologie neurologiche quali la sclerosi multipla.
Come avviene il trattamento con ossigeno ozono terapia?
Nella medicina del dolore, l’ozono si somministra al paziente o per via locale o sistemica. La via locale consiste in un’infiltrazione di ozono: una puntura nella zona dolente nella quale si inietta una specifica concentrazione del gas, stabilita dai protocolli SIOOT, che sortisce un effetto antalgico, inibendo i recettori causanti il dolore, bloccandone la profusione a livello nervoso. Le vie sistemiche sono l’autoemoinfusione: un prelievo del sangue venoso dal paziente, convogliato in un’apposita sacca certificata, trattato con la miscela di ozono e poi reinfuso nel paziente; e la piccola autoemoinfusione: un prelievo di sangue minore, ozononizzato e reiniettato per via intramuscolare. Alternative a queste, ma con lo stesso valore medico sono invece l’insufflazione rettale e vaginale: immissione di ozono nel retto o nella vagina attraverso un mini-catetere. Fondamentale è anche la via idropinica, che consiste nell’assunzione di acqua ozonizzata, assai utile nelle malattie del tratto gastro intestinale, dalla colite ulcera, alla gastrite alla cura dell’helicobacter pylori, purificando tali zone dai batteri, si riduce significativamente la sintomatologia dolorosa annessa.
Ultimamente si parla molto di approcci curativi con ozono, senza infiltrazione. Sono davvero efficaci?
Assolutamente no. Non hanno davvero alcuna efficacia comprovata, perché l’ozono deve penetrare all’interno dell’organismo umano, attraverso una via di accesso, per agire e sortire un effetto medico curativo. Queste presunte terapie iperbariche e in associazione a radiofrequenza, con l’aumento della compressione del gas, per sua natura instabile, provocano una regressione dell’ozono, che con il calore si trasforma rapidamente in ossigeno, perdendo la propria efficacia farmacologica. E inoltre, essere sottoposti all’inalazione dell’ozono è pericoloso per la sua tossicità che può scatenare broncospasmo e insufficienze respiratorie.
Per quanto riguarda la medicina del dolore, qual è la patologia più frequente?
La più comune, almeno nel mio caso, è il trattamento dell’ernia del disco cervicale e lombare. Il dolore cervicale e lombare spesso è innescato da un’alterazione del disco intervertebrale o dallo schiacciamento delle vertebre inter-discali. È tra le patologie più comuni e presenta un’ottima risposta al trattamento con ossigeno ozono terapia, che si aggira intorno al 90%. In questo caso, si somministra l’ozono con iniezioni paravertebrali intramuscolari, sul punto interessato, il collo (cervicale) o la schiena (lombare) e si potenzia il risultato con l’autoemoinfusione (Gae) per via sistemica o l’insufflazione rettale, la sua succedanea, per ottenere un risultato antalgico rafforzato. Oltre alla riduzione del dolore, dopo un ciclo di 15 sedute, si verifica una vera e propria guarigione, con una riduzione quasi totale delle dimensioni dell’ernia e delle protrusioni, come dimostrano i risultati della risonanze.
 

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Rita Ricci

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