“Il declino delle università accompagna o addirittura precede il declino dell’Europa”, ha soggiunto l’ex ministro dei Beni e delle attività culturali. “Questa visione di un pessimismo quasi agostiniano – ha proseguito – nei discorsi di Papa Ratzinger è sempre accompagnata e corretta da aspetti di grande incoraggiamento e di speranza: le università hanno non solo la forza di contribuire ad arrestare il declino della cultura e del pensiero occidentali, ma si trovano in una stagione storica che sarebbe particolarmente felice per questo lavoro”.
Due, secondo Ornaghi, gli “impulsi” offerti in tal senso da Benedetto XVI: “La ragionevolezza e le minoranze creative”.  “La ragionevolezza – ha spiegato – impedisce che la precaria pace tra valori che si ritengono tutti uguali tra di loro e che magari sono invece contrapposti e contraddittori, sprofondi nel disordine dell’intero sistema sociale”. Il secondo impulso proviene dall’espressione “minoranze creative”, che “ispirate dall’umanesimo cercano di orientare i cambiamenti in corso”.
“Non sono il residuo di vecchie maggioranze – ha precisato il relatore – ma un elemento vitale, genuinamente umano, che ricompare quando l’ordine complessivo della società si inceppa. Allorché la forma dell’ordine si dissolve, o in modo violento, o per invecchiamento, questi elementi sopravvivono e subito dopo si ricompongono in una nuova figura”. “Io credo che sia molto più importante la formazione di minoranze creative, che l’apparente, transitorio consenso delle masse”.