Onu e Kaiciid riuniscono in Marocco i leader religiosi da tutto il mondo

Concluso a Fez il primo global forum dedicato al “Ruolo delle guide religiose nella prevenzione allincitamento verso i crimini atroci”

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Oltre 30 guide religiose da diversi paesi e confessioni si sono riunite per due giorni in Marocco nella città di Fez in occasione del primo forum globale promosso dalle Nazioni Unite (Ufficio per la prevenzione dei genocidi e la responsabilità alla protezione), dalla piattaforma interreligiosa Kaiciid, voluta dal defunto re saudita Abdullah con base a Vienna, e dalla Mohammedia, la Lega dei sapienti musulmani del Regno del Marocco.

L’incontro, come spiega un comunicato, si inserisce in un percorso iniziato nel 2011 su iniziativa dell’Alto Commissariato per i diritti umani dell’Onu dopo i meeting di Rabat e Ginevra e il successivo coinvolgimento del Kaiciid, con l’auspicio che il “dialogo interreligioso diventi un mezzo essenziale per l’intervento delle guide religiose nella prevenzione di possibili escalation causate da un abuso della religione e tensioni tra comunità”.

Il meeting è stato il primo di una serie di forum che saranno realizzati prossimamente in diversi paesi, il cui programma è stato discusso a Fez, città storica per la tradizione sapienziale islamica, sede di una delle prime università al mondo e patria di nascita di influenti santi e sapienti.

“Alcune autorità religiose presenti al Forum di Fez hanno collegato le atrocità criminali ai problemi legati alla mancanza di libertà e di pari dignità del pluralismo religioso, altri ai problemi legati all’emarginazione sociale, alla povertà e alla mancanza di ignoranza”, ha affermato il vice presidente della Coreis Italiana, imam Yahya Pallavicini, intervenuto i diverse sessioni del Forum.

“Pur condividendo alcune di queste analisi – ha aggiunto – non mi sembra che siano mai proporzionate alla reazione violenta che alcuni provocano con stermini di massa nei confronti di famiglie intere con la falsa giustificazione di “rendere giustizia” all’onore perduto di una confessione religiosa. Al contrario – ha spiega l’imam – sono proprio questi criminali a reclutare in Oriente come in Occidente le persone facendo credere che la loro rivoluzione è la soluzione a tutti i problemi della società. Una tale strategia di incitamento alla violenza nasce invece dall’arrogante delegittimazione dei maestri autentici e dalla scarsa consapevolezza del patrimonio tradizionale dell’umanità che proprio tutte le religioni hanno sempre testimoniato”.

“Affinché questo vilipendio della religione e di tutti i principi di sacralità della vita possa essere prevenuto – continua Pallavicini – è fondamentale difendere l’identità e l’autorità delle guide religiose autentiche contro falsi maestri privi di autorevolezza teologica e autorizzazione spirituale e, inoltre, promuovere un coordinamento tra Istituzioni e tra i saggi delle varie confessioni religiose per tarare percorsi di prevenzione con l’informazione precisa su alcune degenerazioni e con l’educazione alla Pace”. 

A guidare il meeting: Adama Dieng, consigliere speciale dell’Onu per la Prevenzione al Genocidio e Faisal bin Mu’ammar, segretario generale del Kaiciid. Erano presenti:

Per l’Induismo, Swami Agnivesh dall’India
Per l’Ebraismo, Rav David Rosen da Gerusalemme
Per il Buddhismo, Sam Art Oeun dalla Cambodia
Per il Cristianesimo ortodosso greco, Metropolita Emanuel Adamakis
Per il Cristianesimo cattolico, Cardinale John Onaiyakan dalla Nigeria e Mons. Miguel Ayuso dal Vaticano
Per il Cristianesimo protestante, Pastore James Wuye dalla Nigeria
Per l’Islam sunnita, Ahmad Al-Abbadi, segretario generale della Mohammedia, Lega dei sapienti musulmani del Regno del Marocco
Per l’Islam sciita, Maythan Al Salman dal Bahrain

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ZENIT Staff

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