Omelia durante il rito della Liturgia della Parola senza ministri sacri

Risponde padre Edward McNamara, L.C., professore di Teologia e direttore spirituale

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Nella sua rubrica di liturgia, padre McNamara risponde oggi ad una domanda sollevata da un lettore italiano.

Desidero capire se: durante il rito della Liturgia della Parola, in assenza del sacerdote o del diacono, un ministro laico lettore o accolito istituito, può tenere una breve “omelia” per spiegare il significato delle letture ascoltate durante il Rito? – S.F., Italia 

In certe occasioni laici possono predicare. L’istruzione Redemptionis Sacramentum (2004) della Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei Sacramenti dice nel n° 161:  

“[161] Come è stato già detto, l’omelia è per la sua importanza e natura riservata al Sacerdote o al Diacono durante la Messa. Per quanto attiene ad altre forme di predicazione, se in particolari circostanze la necessità lo richiede o in specifici casi l’utilità lo esige, si possono a norma del diritto ammettere a predicare in chiesa o in un oratorio al di fuori della Messa, i fedeli laici. [Codice di Diritto Canonico, can. 766]. Ciò può avvenire soltanto per l’esiguità del numero di ministri sacri in alcuni luoghi al fine di supplire ad essi e non lo si può mutare da caso di assoluta eccezionalità a fatto ordinario, né deve essere inteso come autentica promozione del laicato. Va, inoltre, ricordato che la facoltà di permettere ciò, sempre ad actum, spetta agli Ordinari del luogo e non ad altri, neppure Sacerdoti o Diaconi”.

Alcuni canonisti sostengono che la Redemptionis Sacramentum, assieme ad una istruzione del 1997 circa la collaborazione dei laici al ministero dei sacerdoti, Ecclesiae de Mysterio, sia più restrittiva per quanto riguarda le prediche da parte di laici che il Codice di Diritto Canonico.

Questo infatti sembra essere il caso ed è forse voluto. Certo, i documenti in questione sono stati tutti regolarmente approvati da papa Giovanni Paolo II, che ha anche promulgato il Codice di Diritto Canonico. Il divieto ai laici di tenere l’omelia è ancora più stringente e la Santa Sede si è addirittura spinta ad affermare che il vescovo diocesano non ha l’autorità per autorizzare un laico a tenere l’omelia. Le ragioni per le quali un vescovo non può dare questa dispensa lo spiega il documento sopra menzionato del 1997: “Questo non è solo una norma disciplinare, ma tocca le funzioni strettamente connesse di insegnamento e di santificazione” (Art. 3, n° 1 ). 

Per quanto riguardo la questione sollevata dal nostro lettore, l’edizione italiana del Rito della Comunione fuori della Messa afferma nella rubrica sull’omelia: “31. Secondo l’opportunità, il sacerdote o il diacono, può fare una breve spiegazione del brano letto”. Dato che contiene in altre sezioni formule distinte per un ministro ordinato e un ministro straordinario della Comunione, è piuttosto chiaro che il rito non permette l’omelia se viene guidato da un laico.

L’edizione inglese del rito non prevede alcuna predicazione. La rubrica dice: “Ci possono essere una o più letture, la prima seguita da un salmo o qualche altro canto o da un periodo di preghiera silenziosa. La celebrazione della Parola si conclude con le preghiere di intercessione generali”.

Inoltre, il rito italiano è stato concepito per circostanze particolari durante la settimana, ad esempio in ospedali o case di riposo per anziani. Non è stato ideato per la celebrazione domenicale della Parola, con o senza distribuzione della Comunione; quest’ultima richiede un rito speciale che è ancora piuttosto raro in Italia.

Tuttavia, poiché questo rito è necessario in alcuni Paesi, la Santa Sede ha emanato nel 1988 alcune indicazioni generali per le celebrazioni domenicali in assenza di un sacerdote, che possono essere adattate dalle conferenze episcopali. Per quanto riguarda l’omelia, questo documento dice:

“43. Perché i partecipanti siano in grado di ricordare la parola di Dio, vi sia o una qualche spiegazione delle letture, o il sacro silenzio per meditare le cose ascoltate. Poiché l’omelia è riservata al sacerdote o al diacono, e auspicabile che il parroco trasmetta l’omelia al moderatore del gruppo, perché la legga. Si osservi tuttavia quanto è stato stabilito dalla conferenza episcopale”.  

Le relativamente poche diocesi italiane che hanno autorizzato questo tipo di celebrazione hanno approvato diverse linee guida. Alcune hanno permesso solo diaconi permanenti a presiedere queste celebrazioni, mentre in altre diocesi possono essere guidate da laici appartenenti ad un gruppo liturgico sotto la direzione di un sacerdote. In quest’ultimo caso è preferibile utilizzare una riflessione o omelia preparata dal parroco, e leggerla dopo le letture. In alcuni casi il gruppo stesso può preparare un testo da leggere che spiega le letture del giorno.

Simili linee guide sono state emanate in altri Paesi. Una norma tipica di una diocesi statunitense dice per quanto riguarda la predicazione:

“Capi laici devono essere preparati prima di essere autorizzati a predicare di domenica in assenza di un sacerdote. Devono anche essere stati nominati dal Vescovo. Diaconi possono predicare a condizione che hanno ricevuto la facoltà di farlo. Il parroco o l’amministratore parrocchiale possono procurare un testo da leggere dal lettore, o se il vescovo ha autorizzato il capo di predicare, il ministro – lui o lei – predica con le sue proprie parole”.

Altre diocesi prevedono solo un periodo di riflessione silenziosa se a guidare una tale celebrazione è un laico.

Perciò, rispondendo al nostro lettore, un laico qualificato può predicare durante una Liturgia della Parola o in altre circostanze, se debitamente autorizzato dal Vescovo diocesano. Questo può essere fatto anche durante una celebrazione domenicale in assenza del sacerdote, anche se è preferibile che il capo laico legga un testo preparato da un sacerdote.

***

I lettori possono inviare domande all’indirizzo liturgia.zenit@zenit.orgSi chiede gentilmente di menzionare la parola “Liturgia” nel campo dell’oggetto. Il testo dovrebbe includere le iniziali, il nome della città e stato, provincia o nazione. Padre McNamara potrà rispondere solo ad una piccola selezione delle numerosissime domande che ci pervengono. 

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Fr. Edward McNamara

Padre Edward McNamara, L.C., è professore di Teologia e direttore spirituale

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