Oltre 2 milioni di bambini siriani quest'anno non entreranno in classe

Uno studio di Save the Children rivela che circa mille scuole nel paese sono state devastate o trasformate in depositi di armi o centri di tortura

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Sono oltre 1000 le scuole devastate o trasformate in depositi di armi o in centri di tortura in Siria. Anche per il martoriato paese è iniziato l’anno scolastico ma molti dei luoghi di educazione e cultura sono stati cancellati o sono diventati strutture di guerra. Secondo lo studio diffuso oggi da Save the Children, ‘Educazione Sotto Attacco’, più della metà delle azioni militari che hanno colpito le scuole in tutto il mondo negli ultimi 4 anni sono avvenuti in Siria, dove gli edifici scolastici hanno subito più di 4000 attacchi e, solo negli ultimi 18 mesi, le 53 scuole sostenute dalla organizzazione sono state assaltate 51 volte.

“Come per il resto del mondo, questa settimana anche in Siria è iniziato il nuovo anno scolastico sebbene per circa 2,4 milioni di bambini sarà impossibile andare a scuola”, spiega Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia, “il rischio a cui sono esposti i bambini siriani e la mancanza di prospettive, anche educative, spinge le loro famiglie a fuggire dal paese per cercare altrove un futuro possibile”.

“L’esodo sarà inarrestabile – annuncia Neri – se la comunità internazionale non troverà una soluzione al conflitto, nel quale sono già morte più di 300.000 persone tra cui circa 12.000 bambini, mentre sono 7,6 milioni gli sfollati interni e 4 milioni i profughi che hanno dovuto abbandonare il paese”. Il tasso di frequenza scolastica in Siria, tra i più alti al mondo prima del conflitto, è crollato drammaticamente e oggi riguarda solo il 17% dei bambini sfollati fino ad un misero 6% di iscrizioni in alcune delle aree maggiormente colpite da attacchi persistenti e raid aerei indiscriminati. I frequenti bombardamenti costringono molto spesso le scuole a sospendere le lezioni per giorni o settimane o a trasferire le classi nelle cantine.

“L’educazione in Siria è sotto un attacco mortale: puntare apertamente le armi contro bambini e scuole spazza via qualsiasi fiducia e possibilità di pace e prosperità per un’intera generazione”, precisa il direttore dell’organizzazione. E conclude: “Quando ogni giorno i genitori non sanno se i loro figli torneranno a casa vivi da scuola, non c’è da meravigliarsi che centinaia di migliaia di famiglie abbandonino il paese, e dopo aver sostato senza prospettive nei campi profughi nei paesi vicini, cerchino l’unica vera opportunità di futuro per i loro bambini in Europa”.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione