"Ogni momento dell'esistenza è occasione per incontrare Dio"

Visitare il malato, con l’amore con cui Dio visita il suo popolo: questo lo spirito delle attività della Pastorale della Salute della Diocesi di Roma per l’anno 2012-2013

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di Salvatore Cernuzio

ROMA, lunedì, 24 settembre 2012 (ZENIT.org) – “Dio visita il suo popolo (Lc 1,68). L’oggi dell’uomo, l’oggi di Dio”. È questo il tema delle attività della Pastorale della Salute della Diocesi di Roma, per rafforzare il cammino di formazione e di impegno missionario di tutti gli operatori della salute, nell’Anno pastorale 2012-2013.

Un tema che, come afferma mons. Lorenzo Leuzzi, vescovo Ausiliare di Roma, delegato per la Pastorale Sanitaria, “ci conduce al cuore della fede cristiana”. “Il Dio di Gesù Cristo cerca l’uomo prima di essere cercato da lui e gli propone di incontrarlo nella concreta esistenza” spiega infatti mons. Leuzzi. Aggiunge: “Luca, l’evangelista medico, ci ricorda che questa visita di Dio avviene nell’oggi della mia esistenza, come è avvenuto per i pastori, Zaccheo, il ladrone pentito e nella vita della comunità cristiana”.

A tutti coloro operano nel delicato ambito della vita umana spetta, quindi, il compito e il dono “di annunciare con la parola e il servizio che tutti i momenti dell’esistenza sono occasioni per essere visitati da Lui” sottolinea il vescovo. Solo l’incontro “reale e storico” con il Dio che ci visita, infatti, “può trasformare la nostra esistenza quotidiana in esperienza di eternità”.

Anche il breve passo del Vangelo di Luca citato nel titolo – Dio visita il suo popolo (Lc 1,68) – è frutto di una scelta ben precisa. Lo spiega mons. Andrea Manto, direttore dell’Ufficio nazionale per la Pastorale della Sanità della CEI, osservando come tale tema richiami l’attenzione “sulla necessità dell’Eucaristia domenicale e dell’ascolto della Parola come fondamenti della prassi ecclesiale”.

In modo particolare, prosegue mons. Manto, “l’affermare che «Dio visita il suo popolo» acquista un valore programmatico”, perché realizza l’invito a “visitare il mondo della salute in ogni sua articolazione, basandoci qui ed ora sulla fedeltà di Dio stesso e andando incontro alla concreta situazione storica ed esistenziale dell’uomo”.

La visita è, dunque, uno strumento imprescindibile nella pastorale della salute. Grazie ad essa, “sull’esempio di Gesù e nella tradizione della Chiesa, derivano alcuni importanti orientamenti per un’efficace azione pastorale”, come dichiarava la Nota Pastorale della Commissione per il servizio della carità e la salute della CEI del 2006, dal titolo «Predicate il Vangelo e curate i malati».

Il progetto formativo per la pastorale della salute si pone, inoltre, “come un cammino che parta dalla conoscenza dei contenuti della fede per arrivare alla novità della fede teologale”, precisa mons. Manto, alla luce anche delle prospettive dell’Anno della fede e della Nuova Evangelizzazione.

Le tracce di questo cammino si delineeranno a partire da alcuni pilastri come: il Vangelo di Luca, il sacramento dell’Eucarestia, la virtù teologale della fede, i documenti del Concilio Vaticano II.

Il percoso si articolerà su tre piani distinti e integrati: antropologico, culturale e teologico. Riguardo al piano antropologico, spiega mons. Manto: “Spesso oscilliamo tra la sfida del’ottimizzazione del tempo (con l’ansia del fare e del produrre o l’ostentazione dell’avere), e il tentativo vano di disinnescare il fluire del tempo con la spensieratezza e la trasgressione. Noi proponiamo il recupero del senso vero del tempo per prestare attenzione e prendersi cura dell’altro”.

Sul piano culturale, invece – prosegue il rappresentante CEI – il credente dovrà affrontare la nuova sfida del sapere, che “orientato dalla luce della fede”, permette di costruire “una città dell’uomo e per l’uomo, in cui si possa recuperare il senso della vita e della storia”.

Infine dal punto di vista teologico si vuole recuperare in questo nuovo anno pastorale la certezza che “l’amore di Dio è per l’uomo, perché Dio ha tempo per l’uomo, è un Dio buono e fedele che oggi e sempre è vicino all’uomo, in particolare con il grande dono dell’Eucarestia”. 

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ZENIT Staff

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