"Obbediente, paziente, in ascolto". L'identikit del perfetto Prefetto secondo Francesco

Incontrando in Vaticano i Prefetti d’Italia, il Papa ringrazia per l’accoglienza dei migranti e invita a svolgere il proprio servizio cercando di tutelare i diritti delle persone

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Il ‘perfetto’ Prefetto, secondo papa Francesco, deve svolgere il suo lavoro orientato da tre punti cardinali. “Obbedienza”, innanzitutto, alla legge e ai criteri di umanità che la informano. Poi “ascolto”, dei bisogni, dei desideri, dei dolori e delle speranze di uomini e donne concreti. Infine “pazienza”, nello svolgere un servizio “capillare” che porti al bene comune e che tenga conto degli “innumerevoli casi pratici” che si presentano in Italia.

Questo ‘identikit’ il Papa lo ha esposto stamane nella Sala Clementina in Vaticano, dove ha ricevuto i Prefetti d’Italia, introdotti dal ministro dell’Interno Angelino Alfano. Francesco ha rinfrescato loro la memoria ricordando che compito di tali istituzioni è “di rendere presente in modo capillare sul territorio dello Stato l’autorità del governo centrale, in particolare per quanto riguarda la tutela dell’ordine e della pubblica sicurezza”. 

Forte delle sue competenze, della lunga esperienza storica e della diffusa presenza nelle comunità locali, la figura del Prefetto rappresenta dunque “un importante fattore di coesione” con l’autorità centrale. Al contempo, sottolinea il Papa, si trova nelle condizioni adatte a segnalare a quest’ultima “situazioni di particolare difficoltà o marginalità, facendo risuonare voci che diversamente rischierebbero di rimanere flebili e prive della dovuta attenzione”.

Proprio in virtù di tali compiti, il lavoro del Prefetto implica “una tenace dedizione ai propri doveri, una conoscenza approfondita delle problematiche, unita alla duttilità necessaria per affrontare gli innumerevoli casi pratici che si presentano, ciascuno con le sue proprie peculiarità”.

Casi che non riguardano “questioni astratte”, rimarca il Santo Padre, ma “il volto concreto di uomini e di donne con i loro problemi e le loro speranze, che in questi anni di incertezza e di difficoltà economiche si sono fatte ancora più impellenti astratti”.

Uno su tutti è la problematica del movimento migratorio, che ha avuto forte incidenza negli ultimi anni, legata in particolare “all’aumento nel mondo di violenti conflitti con le loro tragiche conseguenze sulle persone e sulle economie di tanti Paesi”.

E in materia di immigrazione “rivestono una particolare delicatezza le competenze prefettizie”, dice Bergoglio, poiché comportano “l’esigenza di individuare nella quotidiana gestione delle situazioni, spesso d’emergenza, quella corretta applicazione delle norme, che garantisca, insieme con la fedeltà al dettato della legge e delle altre disposizioni vigenti, lo scrupoloso rispetto dei diritti fondamentali di ogni persona umana”.

A tal proposito, il Vescovo di Roma esprime tutta la sua riconoscenza “per l’impegno profuso da voi Prefetti nel coordinare l’accoglienza delle migliaia di uomini, donne e bambini giunti sulle coste italiane”. Loda quindi i rapporti “di proficua collaborazione” tra Prefetture, Diocesi e parrocchie, che, “nel rispetto delle distinte competenze”, merita di essere “confermata, valorizzata e approfondita”.

La Chiesa, infatti – evidenzia il Santo Padre –, come realtà divina e umana attiva nel servizio all’altro sulla base del’insegnamento di Cristo, desidera “svolgere la sua missione educativa e caritativa nella sincera collaborazione con le istituzioni dello Stato per la promozione dell’uomo e il bene del Paese”. Pertanto “è lieta di trovare nelle Prefetture uno degli ambiti in cui maggiormente si concretizza questa sinergia per il bene di tutti i cittadini”.

D’altra parte, tuttavia, “si rende indispensabile uno specifico esercizio dell’autorità”, che sia radicato nella “indispensabile cornice” dell’obbedienza e della lealtà alle istituzioni e avente “l’unico nobile fine del servizio”. “La crisi di autorità che la nostra società sperimenta in diversi ambiti, tanto pubblici quanto privati, con conseguenze di vasta portata, specie per l’educazione delle giovani generazioni, ha infatti tra le sue cause proprio la carenza di queste fondamentali disposizioni all’obbedienza, all’ascolto, alla pazienza”, osserva infatti Papa Bergoglio.

E assicura che “quanto più i cittadini percepiranno che i poteri costituiti sono generosamente rivolti a cercare di offrire risposte ai loro bisogni e a tutelare i loro diritti, tanto più saranno disposti ad accoglierne le indicazioni e a disporsi ad un operoso e ordinato spirito di collaborazione e di rispetto”.

La chiamata è dunque “a mettere a disposizione la vostra professionalità e la vostra umanità, le vostre conoscenze e la vostra prudenza, senza scoraggiamenti o pessimismi”. “Sono sicuro – conclude Papa Francesco – che il vostro senso del dovere e la consapevolezza dell’importanza del vostro ruolo vi aiuteranno ad affrontare nel modo migliore i futuri impegni, con dedizione e spirito di sacrificio”. Sempre guidati dal Patrono sant’Ambrogio, di cui il Papa invoca l’intercessione.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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