"O sei santo o sei un corrotto!"

Nella Messa a Santa Marta, il Papa rimarca che il cristiano che non ama e non si lascia toccare dalla misericordia di Dio, come i Santi, finisce per essere un ipocrita

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O cristiani o ipocriti. È un aut aut senza via di replica quello presentato oggi sull’altare della Cappellina di Santa Marta. Già a Tor Bella Monaca, durante la sua omelia nella parrocchia di Santa Maria Madre del Redentore, il Pontefice aveva tuonato: “Se tu non vivi secondo lo spirito delle Beatitudini, non sei cattolico, sei ipocrita!”.

E oggi ha voluto ribadire il concetto, mettendo in guardia tutti coloro che si professano cristiani, ma poi non amano, non praticano la giustizia né si lasciano toccare dalla misericordia di Dio. Questi finiscono solo per disperdersi e fare del male agli altri.

Il cristiano invece non ha vie di mezzo, sottolinea il Papa. Ne sono un esempio i Santi, uomini e donne inviati da Dio insieme ai Profeti per mostrare il suo amore per l’uomo. “Nella Storia di Dio con il suo popolo – afferma infatti Francesco – il Signore mandava, per dirgli che amava il suo popolo, i Profeti. Nella Chiesa, il Signore manda i Santi. Sono i Santi che portano avanti la vita della Chiesa: sono i Santi. Non sono i potenti, non sono gli ipocriti: no. I Santi”.

Loro, soggiunge, “sono quelli che non hanno paura di lasciarsi accarezzare dalla misericordia di Dio”. Per questo “capiscono tante miserie, tante miserie umane, e accompagnano il popolo da vicino. Non disprezzano il popolo”.

Nonostante i loro insegnamenti e le loro azioni, però, l’uomo difficilmente è riuscito a rompere il suo cerchio di ipocrisie e infedeltà. Da Caino e Abele fino ai nostri giorni – osserva il Papa – è evidente come nella storia della salvezza, il Signore “ha dato tutto”, ma in cambio ha ricevuto soltanto “cose brutte”.

“La fedeltà è sparita voi non siete un popolo fedele”, grida infatti Geremia nella prima Lettura di oggi. “Questa è la Storia di Dio – aggiunge il Papa -. Sembra che Dio piangesse, qui. Ti ho amato tanto, ti ho dato tanto e tu… Tutto contro di me. Anche Gesù guardando Gerusalemme pianse. Perché nel cuore di Gesù c’era tutta questa storia dove la fedeltà era sparita”.

“Noi – prosegue il Santo Padre – facciamo la nostra volontà, ma facendo questo nel cammino della vita seguiamo una strada di indurimento: il cuore si indurisce, si pietrifica. E la Parola del Signore non entra. E il popolo si allontana”.

Attenzione perché anche “la nostra storia personale può diventare così”. Il Vangelo di oggi narra infatti l’esempio di “cuore indurito”, sordo alla voce di Dio. “Gesù guarisce un indemoniato e in cambio ne riceve un’accusa: ‘Tu cacci i demoni in nome del demonio. Tu sei uno stregone demoniaco’”, ricorda il Pontefice. È la tipica scusa dei “legalisti”, che credono “che la vita sia regolata dalle leggi che fanno loro”, dice.

E da Cristo in poi questa ‘legalisti’ hanno costellato tutta la storia della Chiesa. “Pensate alla povera Giovanna d’Arco – afferma Bergoglio – : Oggi è santa! Poverina: questi dottori l’hanno bruciata viva, perché dicevano che era eretica, accusata di eresia… Ma erano i dottori, quelli che sapevano la dottrina sicura, questi farisei: allontanati dall’amore di Dio. Vicino a noi, pensate al Beato Rosmini: tutti i suoi libri all’indice. Non si potevano leggere, era peccato leggerli. Oggi è Beato”.

Alla luce di questo farebbe bene domandarci oggi allora: “Io ascolto la voce del Signore, o faccio quello che io voglio, quello che a me piace?”. Non dimentichiamo che Gesù stesso disse: “Chi non è con me, è contro di me”.

“Ma non ci sarà una via di compromesso, un po’ di qua e un po’ di là?”. “No!” – rimarca il Papa – “o tu sei sulla via dell’amore, o tu sei sulla via dell’ipocrisia. O tu ti lasci amare dalla misericordia di Dio, o tu fai quello che tu vuoi, secondo il tuo cuore, che si indurisce di più, ogni volta, su questa strada”. Quindi “non c’è una terza via di compromesso: O sei santo, o vai per l’altra via. Chi non raccoglie con me, lascia le cose… No, è peggio: disperde, rovina. È un corruttore. È un corrotto, che corrompe”.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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