Manifestation de Manif pour tous against the gay marriage. Paris 13 January 2013

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Nuovo testo sulle unioni civili: cambia il nome, non la sostanza

La senatrice Cirinnà ha depositato un nuovo testo che parla di “formazioni sociali” ma lascia i riferimenti alla reversibilità e alle adozioni. La Manif Pour Tous Italia: “Dobbiamo tornare subito in piazza”

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Dopo un breve periodo di stallo, in Italia torna ad infuocarsi il dibattito intorno alle unioni civili. La senatrice del Pd Monica Cirinnà ha depositato un nuovo disegno di legge sul tema. Nel testo ha inserito delle modifiche, rispetto al suo precedente ddl, per tentare un compromesso con la componente del Governo contraria a questa legge, togliendo qualunque riferimento al matrimonio e preferendo parlare di “formazioni sociali”.

Tuttavia il nuovo testo, come afferma la stessa Cirinnà, a parte questi dettagli semantici non fa “alcun passo indietro”. Nel senso che al suo interno “restano stepchild adoption (estensione della responsabilità genitoriale sul figlio del partner, ndr) e reversibiltà della pensione”.

Se l’obiettivo delle modifiche era ammorbidire la posizione contraria alle unioni civili dei centristi, la Cirinnà resta però delusa. Maurizio Lupi, presidente dei deputati di Area popolare, ha parlato di “inaccettabile forzatura di cui non comprendo il senso”. Per Renato Schifani invece, presidente dei senatori di Area popolare Ncd-Udc, si tratta di una “inopportuna quanto intempestiva accelerazione”.

Ma chi ha reagito con maggior veemenza al nuovo testo è la società civile. “Dobbiamo tornare subito in piazza con tutte le associazioni e i cittadini che hanno a cuore il bene della famiglia e i diritti dei bambini”. Lo afferma in una nota Filippo Savarese – portavoce de La Manif Pour Tous Italia, tra le organizzatrici del Family Day del 20 giugno a Roma – commentando il fatto. “Dobbiamo ribadire chiaramente che le unioni civili sono solo il grimaldello per sfasciare il diritto di famiglia, rottamare il matrimonio e aprire al mercato internazionale dei figli tramite l’utero in affitto, esattamente ciò che è accaduto anche all’estero, dove ormai si chiede apertamente anche il riconoscimento della poligamia”.

Infine, Savarese aggiunge: “Ufficializzeremo la richiesta di una nuova piazza il 17 ottobre al Teatro Adriano a Roma, dove presenteremo il nuovo movimento anti-gender Generazione famiglia”.

Sul nuovo testo si sono espressi anche Massimo Introvigne, presidente del Comitato Sì alla famiglia, e Alfredo Mantovano, vicepresidente del Centro studi Livatino. “Siamo favorevoli a una disciplina delle convivenze, anche omosessuali, che riconosca i diritti individuali fondamentali, dalla visita in ospedale e in carcere ai diritti relativi all’abitazione, sul modello della proposta Sacconi-Pagano – spiegano -. Qui però non siamo di fronte a una disciplina dei diritti individuali ma a una nuova versione di simil-matrimonio, con apertura alle adozioni e quindi implicitamente anche all’utero in affitto”.

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ZENIT Staff

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