Nuovo quadro economico in Vaticano: quattro passi verso una riforma "pacifica"

Apsa, Pensioni, media e Ior al centro di modifiche e iniziative per migliorare la gestione economico-amministrativo della Santa Sede. Da oggi Jean-Baptiste de Franssu nuovo presidente Ior

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Che la riforma abbia inizio. Apsa, Fondo pensioni, media vaticani e, naturalmente, Ior: questi gli ambiti in cui si traccia il nuovo quadro economico-amministrativo della Santa Sede. Modifiche e novità sono state presentate oggi, in un’affollatissima Sala Stampa, dal cardinale australiano George Pell, prefetto della neonata Segreteria per l’Economia.

Il porporato è partito dalle raccomandazioni della Cosea, dalle quali emerge che “ci sono molte sfide e molto lavoro da fare”. Lo stesso Francesco – ha riferito – ha chiaramente espresso che tali cambiamenti “avvengano rapidamente”. “Siamo ansiosi di andare avanti con questo lavoro nei prossimi mesi”, ha quindi rimarcato il cardinale, annunciando anche la creazione di un piccolo Project Management Office (PMO), guidato da Danny Casey, business manager dell’arcidiocesi di Sydney, per implementare e introdurre alcuni dei cambiamenti proposti. Il PMO sarà un filo diretto con i vertici della Segreteria per l’Economia, la quale, a settembre 2014 – ha informato Pell – inizierà a preparare il budget per il 2015. 

Accanto al porporato e al direttore padre Lombardi, erano presenti in Sala Stampa Joseph F.X. Zahra, ex presidente Cosea, ora vice coordinatore del Consiglio per l’Economia; Ernst von Freyberg, presidente uscente dello Ior, e il suo successore, il francese Jean-Baptiste de Franssu, membro del Consiglio per l’Economia, da oggi presidente dell’Istituto per le Opere di Religione.

IOR

Proprio de Franssu è la novità della conferenza di oggi: la sua figura accompagnerà la Fase II di riforma della “banca” vaticana. La prima si è consumata durante i circa 17 mesi (record nello Ior) in cui l’avvocato tedesco sedeva sulla poltrona di presidente. La sua nomina fu il risultato di un processo che doveva individuare un personaggio capace di prendere le redini dello Ior, dopo i nove mesi di sede vacante a seguito dell’uscita di scena dell’ex presidente Ettore Gotti-Tedeschi, e a pochi giorni dal periodo di sede vacante che si apriva sul Soglio di Pietro con la rinuncia di Benedetto XVI.

Se tanto elaborata sembrava la nomina di von Freyberg, il cambio della guardia al torrione di Niccolò V appare ora repentino. La motivazione – come riportato in un comunicato della Sala Stampa – è che la prima fase di riforme è stata completata, e pure con ottimi risultati, e che “a causa di altri impegni von Freyberg non è in grado di dedicarsi a tempo pieno allo Ior”.

L’avvocato ha confermato la versione e oggi, durante la conferenza, in italiano ha sottolineato che “la prima sorpresa che ha trovato allo IOR è che molte delle cose che venivano dette, sulla gestione, sul numero dei conti, sui possessori dei conti, non sono vere”. Ha ringraziato poi alcuni giornalisti che, dal primo giorno del suo mandato, gli hanno spiegato il segreto per un buon rapporto con i media: “dire sempre la verità”. 

Con l’uscita di von Freyberg, l’Istituto si avvia quindi verso un’epoca di sviluppo, o meglio di transizione che il cardinale Pell tiene a precisare “sarà pacifica”. Di comune accordo C9, Segreteria per l’Economia, Commissione di vigilanza dei cardinali e Consiglio di Sovrintendenza Ior hanno deciso quindi che questa nuova era dovrà essere affrontata da un nuovo gruppo dirigente capitanato da de Franssu.

Da parte sua il nuovo presidente, con un aplomb tutto francese, si è limitato a commentare: “È un onore essere stato chiamato ad attuare i cambiamenti che oggi sono necessari per trasformare lo Ior in un fornitore dedicato di servizi per la Chiesa”. In Sala Stampa ha poi aggiunto di essere “in attesa di proseguire gli sforzi di trasparenza iniziati” dal predecessore von Freyberg e ha ringraziato i 115 dipendenti della banca per il loro lavoro.

Interpellato sui tempi del processo di scorporamento degli asset, il neo presidente ha confermato la durata di 24 mesi, durante i quali gli statuti dell’Istituto saranno rivisti e le attività ridisegnate. Il tutto seguendo tre priorità strategiche: rafforzarne il business; spostare gradualmente la gestione del patrimonio ad un nuovo e centrale Vatican Asset Management (VAM); concentrare le attività della banca sulla consulenza finanziaria e sui servizi di pagamento per il clero, le congregazioni, le diocesi e gli impiegati laici del Vaticano.

I cinque membri della Commissione cardinalizia – i cardinali: Abril y Castello, Collins, Schönborn, Parolin e Tauran – continueranno ad essere coinvolti in questo nuovo processo e saranno raggiunti dal cardinale di Zagabria, Josip Bozanić. Sei nuovi membri laici saranno nominati poi al Consiglio dello Ior oltre a de Franssu: Clemens Boersig, Mary Ann Glandon e Sir Michael Hintze. Si è ancora in attesa delle altre due nomine, che si spera possano essere italiane. Mons. Alfred Xuereb, già segretario generale per la Segreteria per l’Economia, rimane segretario senza diritto di voto del Consiglio Ior. Rimane pure mons. Battista Ricca nel ruolo di Prelato dell’Istituto per le Opere di Religione.

APSA

La corrente di novità investe poi la Sezione Ordinaria dell’APSA che verrà assorbita dalla Segreteria per l’Economia – con tanto di Motu Proprio – in modo da consentire ad essa di esercitare le proprie responsabilità di controllo economico e vigilanza sulle agenzie della Santa Sede, incluse politiche e procedure degli acquisti e distribuzione adeguata di risorse umane. Il resto del personale APSA concentrerà le proprie attività “esclusivamente” sul ruolo di Tesoreria della Santa Sede e dello Stato Vaticano, e continuerà a ristabilire rapporti stretti con le principali banche, come raccomandato da MoneyVal. Il fine è garantire liquidità e stabilità finanziaria della Santa Sede.

FONDO PENSIONI

Il Consiglio per l’Economia ha nominato poi un comitato tecnico per studiare la situazione del Fondo Pensioni e formulare proposte al Consiglio per l’Economia entro la fine del 2014. Le pensioni presenti e future “sono al sicuro” – ha riconosciuto il Consiglio – tuttavia il fondo deve garantire disponibilità sufficienti anche per le prossime generazioni “in un mondo in continua evoluzione”. Nono sono pochi, infatti, i paesi occidentali che hanno dovuto affrontare sfide del sistema pensionistico negli ultimi anni. Secondo le previsioni i nuovi statuti saranno disposti entro la fine del 2014. Quattro gli esperti, tutti laici, che offriranno le proprie competenze al comitato guidato dal Segretario Prelato del Consiglio, mons. Brian Ferme: Bernhard Kotanko, Antoine de Salins e i due italiani Andrea Lesca e Nino Savelli.

MEDIA VATICANI

Nel calderone di riforme finiscono anche i media Vaticani. Un apposito comitato è stato istituito per pubblicare una relazione e un piano di riforma entro i prossimi 12 mesi. Obiettivo è adeguare i media della Santa Sede alle nuove tendenze di consumo dei mezzi di comunicazione, migliorarne il coordinamento e raggiungere “progressivamente e sensibilmente” risparmi finanziari considerevoli. Senza, naturalmente, “sacrificare l’ampiezza della presenza informativa”, ha precisato Pell.

Alla base ci sono le esperienze positive di iniziative recenti come “The Pope App” e l’account Twitter di Papa Francesco. A partire da oggi, quindi, i canali digitali saranno rafforzati per garantire che i messaggi del Santo Padre raggiungano maggiormente i fedeli in tutto il mondo, soprattutto i giovani.

I membri del comitato sono stati scelti tra il personale del Vaticano ed esperti senior internazional, designati – spiega la Sala Stampa vaticana – per la loro competenza nella comunicazione. Tra gli esperti spicca il nome di Lord Christopher Patten, cancelliere dell’Università di Oxford, nominato presidente del comitato, in virtù probabilmente dell’autorevole esperienza alla guida della Bbc, mantenuta fino ai primi d
i maggio scorso. Al suo fianco figurano i nomi di Gregory Erlandson, Daniela Frank, padre Eric Salobir OP, Leticia Soberon e George Yeo, ognuno di nazionalità diversa per riflettere proprio l’universalità della Chiesa.

Dal serbatoio vaticano sono stati pescati invece: mons. Paul Tighe, segretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, e segretario del nuovo comitato; Giacomo Ghisani della Radio Vaticana; mons. Carlo Maria Polvani della Segreteria di Stato; mons. Lucio Adrián Ruiz dell’Internet Service del Vaticano e, infine, Giovanni Maria Vian direttore de L’Osservatore Romano.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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