"Nuovi stili di vita per un nuovo umanesimo"

 La Rete interdiocesana NSdV si attiva con proposte concrete, dopo l’incontro ad Assisi del 31 maggio-2 giugno

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Fede e Vita, un binomio forte che è spesso presente sulla scena mediatica, soprattutto quando si parla della difesa dei più deboli e di chi non ha voce. Ma come rinforzare il legame tra queste due dimensioni? Come rendere presente concretamente nella Vita il proprio vissuto di Fede? Credere porta a modificare gli stili di Vita di ogni giorno? A queste ed altre domande hanno cercato di rispondere i rappresentanti della Rete Interdiocesana Nuovi Stili di Vita che si sono incontrati ad Assisi dal 31 maggio al 2 giugno, presso la struttura delle Suore Francescane Missionarie di Maria, per il consueto laboratorio biennale.
 
“Nuovi stili di vita per un nuovo umanesimo” è stato il titolo e l’argomento di fondo di questi 3 giorni di riflessione. Dopo un primo giorno di incontro conoscitivo tra i vari rappresentanti delle diocesi, il laboratorio ha avuto il via attraverso le riflessioni di due relatori che hanno stimolato il dibattito.
 
Il primo intervento è stato quello di padre Egidio Canil, Frate Minore Conventuale e superiore del Sacro Convento di Assisi, il quale ha posto al centro l’esperienza umana di san Francesco come colui che ha riconosciuto la presenza di Dio Padre nel Creato, nelle sue creature e nel povero ponendo  il Vangelo come stile di vita. Oltre a ricordare come Francesco sia dal 1979 Patrono dei cultori dell’Ecologia, Padre Egidio ha letto il testo preparatorio della “Carta di Assisi”, un documento che contiene un decalogo “francescano” sulle dimensioni sulle quali intervenire oggi, credenti ma non solo. 
 
Elena Pulcini, professoressa di Filosofia sociale presso l’Università di Firenze, ha invece fornito piste di riflessione sulle sfide di oggi per la nostra società, evidenziando le due più importanti: quella sociale, nella quale è in gioco l’identità, la relazione e lo scontro di civiltà; quella ecologica, spesso rimossa dalla agenda politica e sociale a scapito dell’uomo e a privilegio della tecnica senza etica. La riscoperta dell’Altro attraverso la relazione di ospitalità e l’empatia possono essere percorsi che aprono nuove strade alla prima sfida, dove sono l’emozioni (tra paura del diverso e risentimento dall’esclusione) ad essere il terreno di confronto. La responsabilità, invece, prende anche parte della seconda sfida, grazie alla quale bisogna recuperare lo scopo del fare dell’Homo Economicus: il concetto di Cura è centrale nella riflessione della Pulcini, attraverso il quale riagganciare anche la Politica con le persone.
 
A seguito delle relazioni ampio e ricco è stato il dibattito, ma soprattutto nelle attività di gruppo del pomeriggio si è giunti a formalizzare delle proposte pastorali concrete da portare nelle diocesi in cui gli operatori collaborano. Il lavoro pomeridiano del 1 giugno si è svolto sulla base del documento realizzato dalla Rete Interdiocesana in preparazione al Convegno di Firenze, sottolineando in particolare 4 piste pastorali sulle quali ciascuno dei gruppi ha approfondito l’applicazione: le piccole comunità cristiane come fermento della Chiesa e della Società; la logica del dono e della gratuità per una nuova economia delle relazioni; la presenza del mondo in ascolto del grido della terra e degli inermi e la condivisione dei cammini delle Chiese del Sud del Mondo, per conoscere e affrontare le ingiustizie strutturali; la denuncia del mercato del Sacro e la gestione economica e trasparente nella Chiesa per una maggiore condivisione, soprattutto coi più poveri e deboli. Su queste linee guida sono stati anche preparati i workshop serali dove si sono incontrate realtà sociali dove si vivono già queste dimensioni: produttori equo-solidali, associazioni di assistenza alle varie dimensioni di povertà e fragilità, esperienze di piccole comunità di condivisione come il co-housing sociale e parrocchie che stanno sperimentando uno stile di gestione economica più sobrio e trasparente.
 
Le singole riflessioni di gruppo e le esperienze dei workshop hanno trovato sintesi nell’assemblea del 2 giugno dove sono stati presentati e rivisti tutti i 4 temi attraverso la proposta per ogni punto di fondamenti teologico-pastorali e proposte concrete, approvate e condivise dai vari operatori diocesani: ciò sarà la base di un documento che sarà inviato a tutte le diocesi per fornire gli strumenti necessari ad operare in questo ambito e per essere anche stimolo per il Convegno di Firenze.  In questa occasione Padre Adriano sella, coordinatore della Rete, ha presentato la proposta pastorale “Cibo: da Madre Terra l’energia per la vita” che cerca di offrire accompagnamento spirituale, ma non solo, alle riflessioni che sono spesso più al centro dell’attenzione, anche grazie ad Expo 2015. 
 
Oltre agli strumenti operativi, i collaboratori diocesani hanno ricevuto il mandato missionario durante la celebrazione eucaristica mattutina presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli, presieduta dal Vescovo di Foligno mons. Gualtiero Sigismondi. Questa rete che dal 2007 è nata è segno di una Chiesa che si muove verso la concretizzazione del Vangelo nella vita di ogni giorno, la speranza è che, oltre a coinvolgere chi crede, possa essere reale segno e fonte di cambiamento per tutto il mondo.
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Giuliano Cattabriga

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