Nuovi documenti provano l'opposizione attiva di Pio XII a Hitler

“Potrebbero cambiare l’aspetto di tutta la controversia”

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NEW YORK, lunedì, 22 giugno 2009 (ZENIT.org).- Alcuni documenti rinvenuti recentemente in Germania svelano che Papa Pio XII ebbe un ruolo attivo nell’opposizione a Hitler e “potrebbero cambiare l’aspetto di tutta la controversia” basata sulle accuse per il presunto silenzio del Pontefice nei confronti del nazismo e delle atrocità commesse da questo regime.

La Fondazione Pave the Way (PTWF), che ha sede a New York e mira a rimuovere gli ostacoli tra le religioni, promuovere la cooperazione e porre fine all’uso errato della religione per raggiungere altri obiettivi, rivela che i nuovi testi, ora disponibili sul suo sito www.ptwf.org, definiscono il Papa uno dei cospiratori in un piano per uccidere Hitler.

Gary Krupp, presidente della Fondazione, ha spiegato che i documenti, scoperti durante una recente missione in Germania insieme al rappresentante della PTWF nel Paese, Michael Hesemann, “potrebbero cambiare l’aspetto di tutta la controversia”.

Le prove sembrerebbero confermare che Papa Pio XII fu un attivo nemico di Adolph Hitler. Il Papa è infatti nominato come uno dei cospiratori nel tentativo di assassinare il Führer del 20 luglio 1944.

Il sito della Fondazione riporta anche la testimonianza del generale Karl Wolff, vice di Heinrich Himmler e comandante tedesco in Italia, che confessa che Hitler gli ordinò di pianificare un’invasione del Vaticano per rapire Pio XII e impossessarsi del Vaticano stesso.

Nel sito è stato anche inserito il cablogramma originale inviato dal commando tedesco a Berlino al quartier generale delle SS di Roma in cui si ordinava l’arresto di 8.000 ebrei romani da portare al campo di lavoro di Mauthausen. Dopo un intervento papale, non ne vennero arrestati 8.000 ma poco più di 1.000.

“Abbiamo confermato l’azione personale e diretta di Papa Pio XII per fermare gli arresti degli ebrei a Roma il 16 ottobre 1943 – spiega la Fondazione –. Non è emersa nessuna prova sul motivo per cui gli arrestati vennero portati nel campo della morte di Auschwitz piuttosto che nel campo di lavoro”.

“Quando gli arresti terminarono, Papa Pio XII inviò un rappresentante nel luogo in cui erano detenuti per chiedere il rilascio dei 1.000 ebrei che erano stati arrestati, ma non fu permesso l’ingresso”.

Il Papa, prosegue la Fondazione, “ordinò che gli ebrei di Roma ricevessero ospitalità nelle proprietà della Chiesa e nelle case cattoliche, sospendendo le norme claustrali di modo che gli uomini potessero essere ammessi nei conventi e le donne nei monasteri di tutta Europa. Nascose 7.000 ebrei letteralmente in un giorno”.

Per tutti questi motivi, la Fondazione Pave the Way esorta tutti a visitare il suo sito web “visionando direttamente i documenti per sapere la verità e trarre le conclusioni circa le azioni della Santa Sede durante la guerra”.

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ZENIT Staff

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