Novità al dicastero per la Cultura per affrontare i nuovi linguaggi

Il Pontificio Consiglio inaugura la sua plenaria con un atto pubblico in Campidoglio

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CITTA’ DEL VATICANO, venerdì, 12 novembre 2010 (ZENIT.org).- Il Pontificio Consiglio della Cultura ha aperto questo mercoledì una sessione plenaria con alcune novità: un atto di apertura pubblico fuori dal Vaticano e la partecipazione di persone molto diverse tra loro.
Comunicazione malata

Quanto al tema della plenaria, monsignor Ravasi ha segnalato un problema: “ormai la comunicazione e il linguaggio sono malati: hanno tante diverse malattie degenerative e al capezzale di questo malato ci sono tanti specialisti”.

Tra questi esperti, ha sottolineato, ci deve essere anche la comunità ecclesiale, anche se spesso non sa più usare questo linguaggio.

Citando la famosa frase “il mezzo è il messaggio”, il Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura ha spiegato che nella Chiesa “il contenuto è primario”, ma “il mezzo purtroppo molte volte è stato perso”.

“Si è usato un linguaggio e un modo espressivo, da parte della società contemporanea, che non è stato raccolto dalla Chiesa e che ha continuato con un suo linguaggio”, ha lamentato.

“Ecco allora la necessità di entrare non soltanto con il contenuto, ma anche con il mezzo, con la comunicazione”, ha aggiunto.

Per monsignor Ravasi, una delle necessità fondamentali per ottenere questo è la formazione dei pastori della Chiesa.

“La necessità di trovare un linguaggio certamente più capace di entrare in sintonia con la cultura e con l’uomo di oggi è indispensabile”, ha dichiarato.

Tutto ciò, ad ogni modo, senza dimenticare che “esiste un linguaggio fondamentale di riferimento dal quale non si può prescindere”, ha concluso. “Ci sono delle parole che devono essere conservate”.

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ZENIT Staff

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