Non solo il "figlio del falegname"

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

Patria, sinagoga del villaggio, nomi dei “fratelli” e della mamma, mestiere del “padre”: altrettanti elementi identificativi per i compaesani di Gesù. Solo che, proprio da parte di chi l’ha visto crescere da bambino e da ragazzo, proviene una serie di fraintendimenti sulla sua vera identità. La gente vorrebbe assimilarlo alla parentela terrena, alle origini umili della famiglia (il padre, dicono, è soltanto un falegname), insomma alle ovvietà della vita quotidiana. Tutto ciò che esula da questi luoghi comuni non è che motivo di scandalo. Eppure, Gesù non è solo il figlio del falegname…

Meditazione

«Da dove gli vengono tutte queste cose?». Ecco la domanda dei cittadini di Nazaret di fronte a tutte le cose che vengono da Lui: insegna il senso delle Scritture in modo tale da stupire; è sapiente ben più di un qualsiasi altro maestro d’Israele; compie azioni prodigiose, quelle stesse che gli antichi profeti avevano annunciato come futuri segni dell’era messianica. Tutte belle realtà, che dovrebbero spingere a lodare l’Altissimo e riconoscerlo all’opera, proprio in quel “compaesano”. Dove sta lo scandalo? E perché questa mormorazione dei frequentatori della sinagoga? La dissonanza sta nelle prospettive: la gente di Nazaret conosceva le umili origini di Gesù, la Sua povertà, e sapeva che Egli non aveva frequentato alcuna scuola di rabbini. Essi vedevano Gesù secondo le apparenze, venendo indotti a non accettare che Dio potesse servirsi di uno strumento così umile per far risuonare la sua Parola. Per loro un uomo di umili origini non poteva essere ciò che Gesù diceva di essere. Purtroppo, oggi come allora, chiunque parli a nome di Dio e, sotto le spoglie dell’immigrato, del diverso, dell’ultimo, vada ripetendo, a volte senza parlare, le parole che furono già del Signore, rischia di essere vilipeso nella sua dignità, disprezzato e maltrattato. Qual è invece la verità? L’origine della vera profezia non è mai umana, non è per discendenza secondo la carne o il sangue, né è frutto di una scuola. Uno è profeta perché lo Spirito Santo si posa sopra di lui e lo costituisce tale, senza alcuna distinzione di uomini o di donne, di ricchi o di poveri, di persone altolocate o emarginate. A Dio la libertà di scegliere chi vuole, a noi la fede di riconoscere i segni della Sua opera di salvezza nella storia.

Preghiera

La tua Parola rimanga in eterno e risuoni sempre nuova nella mia mente, Signore. Fa’ che io ti riconosca presente nella Sacra Scrittura, nel sacramento dell’altare e nei poveri: «Signor mio Gesù Cristo, solo ti cerco e voglio il tuo santo Amore!» (sant’Alfonso).

Agire

Senza fermarmi alla “scorza” delle formule, credo in tutto ciò che è contenuto nella Parola di Dio, scritta e tramandata; voglio riconoscere i segni di Dio nella storia, soprattutto negli ultimi e negli emarginati.

Meditazione del giorno a cura dimonsignor Vincenzo Bertolone, arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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