“Non si può vivere per sempre sotto le tende”

L’Arcivescovo de L’Aquila esorta alla rapidità nella ricostruzione

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CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 22 aprile 2009 (ZENIT.org).- “Non possiamo aspettare”: è l’appello lanciato dall’Arcivescovo de L’Aquila, monsignor Giuseppe Molinari, di fronte al difficile compito della ricostruzione che devono affrontare le zone dell’Abruzzo devastate dal terremoto del 6 aprile scorso, che ha provocato 294 morti, numerosi feriti e moltissimi sfollati.

Il 28 aprile, Benedetto XVI visiterà i luoghi colpiti dal sisma. “La sua presenza è certamente una presenza che porta speranza, che ci aiuta ad andare avanti, a vincere ogni sfiducia”, ha confessato monsignor Molinari ai microfoni della “Radio Vaticana”.

Di fronte ai pericoli paventati di infiltrazioni mafiose e criminali nella ricostruzione, l’Arcivescovo loda il lavoro della Procura della Repubblica de L’Aquila per evitare queste eventualità. “Abbiamo certamente bisogno d’inchieste, abbiamo certamente bisogno di antimafia, abbiamo bisogno di tutte queste cose, però abbiamo bisogno di risorgere subito dalle macerie. Abbiamo bisogno di segnali forti, subito”.

“Non possiamo aspettare – ha aggiunto –; quindi, ben venga tutto quello che aiuta la nostra ricostruzione a realizzarsi nel modo migliore, ma guai se ci sono ritardi dovuti a blocchi burocratici e altre situazioni”.

“In un momento come questo, si pensi veramente al bene comune, si guardi veramente al bene di tutti i cittadini, dei più poveri, dei più deboli, dei più indifesi. E ognuno si metta con la coscienza, con la buona volontà a considerare la situazione, a vedere quello che si può fare subito”.

Le priorità per le popolazioni dell’Abruzzo sono le case ma anche il lavoro: “vivevamo già un drammatico momento di mancanza di lavoro, di crisi delle fabbriche, del polo elettronico”, ha ricordato monsignor Molinari.

Il presule ha sottolineato anche la questione dell’università: “è molto, molto importante, attira tanti giovani; l’università, in qualche modo, oltre ad essere un’istituzione culturale di alto prestigio, è anche un grande motore economico”.

“Un’università bella, tra le più moderne in Italia ed in Europa, che attiri tanti giovani, è già una spinta anche all’economia e alla ripresa di tutta la città”, ha aggiunto.

Dal canto suo, monsignor Carlo Ghidelli, Arcivescovo di Lanciano-Ortona e presidente della Conferenza episcopale abruzzese-molisana, secondo quanto riportato da “L’Osservatore Romano”, ha partecipato questo mercoledì all’Udienza generale di Benedetto XVI ricordando di aver visto “sul volto dei terremotati e del loro pastore i segni della sofferenza, ma allo stesso tempo, un grande abbandono in Dio e una fede ferma”.

Dopo la raccolta di fondi promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana questa domenica, che ha visto i fedeli partecipare con grande generosità, il presule sottolinea la necessità di pensare a quando l’onda emotiva si sarà esaurita.

Tra le necessità urgenti c’è quella di allestire luoghi in cui celebrare la Messa e riunirsi per pregare. A breve, è stato assicurato a monsignor Ghidelli, verranno forniti alcuni fabbricati in legno di 200 metri quadri che sostituiranno temporaneamente le parrocchie danneggiate dal terremoto.

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ZENIT Staff

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