Non lasciamo i giovani soli

Le nuove generazioni hanno bisogno di una spiritualità vera, basata sull’autentico amore per gli altri

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E’ ancora possibile credere nelle streghe, oggi, agli inizi del terzo millennio? Pare proprio di sì. Si sta diffondendo sempre di più, tra i giovani, l’interesse nei confronti di una nuova forma di stregoneria, assai diversa da quella rappresentata nelle favole.

Dimentichiamo l’immagine della fattucchiera brutta e cattiva, che vuole il male delle persone. L’emergente fenomeno della stregoneria giovanile è un insieme di magia, superstizione e paganesimo. Non a caso, propone una venerazione esagerata e fuorviante per la natura e per la Terra, che viene considerata una specie di divinità.

I giovani seguaci della nuova stregoneria sostengono di non desiderare il male di nessuno. Praticano una serie di riti che avrebbero lo scopo di raggiungere particolari obiettivi: dagli incantesimi d’amore a quelli per conquistare la ricchezza.

Utilizzano piante, pietre e cristalli; preparano decotti, infusi e lavande; recitano canti, preghiere, formule magiche ed invocazioni.

Alla luce dei fatti, tutto ciò non si può considerare un fenomeno positivo, perché rischia di condurre i ragazzi sulla strada della superstizione.

I giovani appassionati di stregoneria sono convinti che le pietre, le erbe, le fiamme e il vento contengano “energie”. Perciò rischiano di diventare schiavi dei presunti poteri di oggetti, amuleti e talismani.

Per comprendere la reale dimensione del fenomeno, basta recarsi in qualunque libreria. Gli scaffali sono pieni di manuali che spiegano in modo dettagliato le cerimonie necessarie per praticare certi riti magici. A questi volumi, spesso venduti in edizione economica, bisogna aggiungere i tanti siti internet con contenuto esoterico e i vari articoli pubblicati sulle più diffuse riviste per adolescenti. Sono tante, quindi, le occasioni per entrare in contatto con queste forme di stregoneria e neopaganesimo.

Curiosamente, in un’epoca in cui i giovani utilizzano facilmente il computer ed hanno sempre maggiori opportunità di studiare e farsi una cultura, sembrano tornare a galla le più antiche e banali superstizioni. Invece di guardare avanti, sembra quasi che ci sia una tendenza a voltarsi indietro.

Dal punto di vista educativo, certe forme di stregoneria moderna presentano un grave rischio: quello di far credere ai ragazzi che possa esistere davvero una magia positiva, innocua, capace di risolvere i problemi quotidiani senza alcuno sforzo.

Di conseguenza, viene incoraggiato uno stile di vita all’insegna del non-impegno, che spinge ad isolarsi e a rifugiarsi nella dipendenza dalla magia e dalla superstizione.

Queste credenze neopagane trovano terreno fertile nel disagio di molti ragazzi costretti ad affrontare il dramma della solitudine, dell’assenza di dialogo in famiglia, delle difficoltà nella scuola o nei primi approcci con il mondo del lavoro. Il rito magico si trasforma, quindi, in un “alleato”, al quale potersi aggrappare quando ci si sente soli e inascoltati, troppo piccoli ed indifesi di fronte ai tanti ostacoli della vita.

Non lasciamo i giovani soli. Aiutiamoli, ascoltiamoli, tendiamo loro una mano nei  momenti di sconforto. E soprattutto, proponiamo loro la strada del Vangelo.

Gesù può essere davvero un grande amico per i giovani. Può aiutarli a dimenticare certi rituali vuoti e superstiziosi, per cercare una spiritualità vera, autentica, basata sull’amore per gli altri.

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Carlo Climati

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