Non dobbiamo forse ricominciare nuovamente da Dio?

Al via oggi l’Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per i Laici

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di Salvatore Cernuzio

CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 23 novembre 2011 (ZENIT.org) – Si è conclusa, poche ore fa, la prima parte della XXV Assemblea Plenaria organizzata dal Pontificio Consiglio per i Laici, a Roma, che ha avuto inizio questa mattina e si svolgerà fino a sabato 26 novembre.

Presenti, in questa prima giornata, numerosi cardinali e vescovi, provenienti dai cinque continenti, ma anche docenti universitari e presidenti o fondatori di movimenti ecclesiali cattolici.

«L’Assemblea Plenaria è un momento forte della vita del Consiglio, un tempo di verifica e bilancio delle attività svolte, oltre che un’occasione per progettare insieme il futuro, individuando nuovi traguardi da raggiungere nel nostro servizio alla causa del laicato cattolico». Così ha salutato i presenti il cardinale Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, aggiungendo inoltre «ringrazio voi membri e consultori perché portate qui le preziose esperienze delle vostre Chiese locali, facendo sì che l’Assemblea diventi un momento di dialogo fraterno».

Tema di questa XXV edizione è “La questione di Dio oggi”, un tema caro a Benedetto XVI – come ha sottolineato il cardinale – tanto che la scelta del curioso, e quanto mai attuale, sottotitolo: “Non dobbiamo forse nuovamente ricominciare da Dio?”  è tratta proprio dall’ultimo libro del Santo Padre, Luce del mondo.

La prima parte dell’Assemblea, dedicata alla riflessione sul tema scelto, ha visto l’intervento del prof. Sergio Belardinelli, docente di Sociologia nella facoltà di Scienze politiche dell’Università di Bologna, sul tema “Fede e non credenza del mondo di oggi”.

Ad introdurre i lavori: il discorso del cardinale Rylko sulla “Questione di Dio nel Magistero di Benedetto XVI”: «Uno dei temi-cardine del ricco Magistero di Benedetto XVI è, senza dubbio, la questione di Dio e la centralità di Dio nella vita dell’uomo – ha dichiarato il porporato – Nel suo libro Gesù di Nazaret  il papa ha formulato una domanda sorprendente per la sua semplicità: “Che cosa ci ha portato Gesù veramente?” ed ha risposto: «Ha portato Dio, ora conosciamo il suo volto, ora conosciamo la strada che, come uomini, dobbiamo prendere in questo mondo. Gesù ha portato Dio e con Lui la verità sul nostro destino e la nostra provenienza. Solo la nostra durezza di cuore ci fa ritenere che questo sia poco».

La questione di Dio è per l’uomo centrale e decisiva quindi: «Sì, il potere di Dio nel mondo è silenzioso, ma è un potere vero, duraturo. La causa di Dio sembra trovarsi continuamente in agonia. Ma si dimostra sempre come ciò che veramente permane e salva» ha soggiunto.

Ancora, il porporato ha affrontato il problema della chiusura dell’uomo odierno di fronte a Dio: «Per spiegare questo, dobbiamo innanzitutto inserirlo nel contesto della crisi profonda della cultura post-moderna. Il Cardinale Ratzinger ne ha parlato in maniera molto suggestiva nell’omelia della messa Pro eligendo Romano Pontefice: «Quanti venti di dottrina abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni, quante correnti ideologiche, quante mode del pensiero… La piccola barca del pensiero di molti cristiani è stata spesso agitata da queste onde, gettata da un estremo all’altro: dal marxismo al liberalismo, fino al libertinismo; dall’ateismo ad un vago misticismo religioso; dall’agnosticismo al sincretismo e così via. Ogni giorno nascono nuove sette e si realizza quanto dice san Paolo sull’inganno degli uomini, sull’astuzia che tende a trarre nell’errore ».

Sua Eminenza ha terminato il discorso ricordando ancora una volta le parole di Benedetto XVI: “Ciò di cui abbiamo soprattutto bisogno in questo momento della storia sono uomini che, attraverso una fede illuminata e vissuta, rendano Dio credibile in questo mondo. La testimonianza negativa di cristiani che parlavano di Dio ma vivevano contro di Lui, ha oscurato l’immagine di Dio e ha aperto la porta all’incredulità. Soltanto attraverso uomini toccati ed illuminati da Dio, Dio può far ritorno presso gli uomini”. Proprio qui – ha affermato in conclusione il prelato – si giocano le sorti della nuova evangelizzazione nei nostri tempi».

Previste in questo pomeriggio, poi, le relazioni di Luca Tuinetti, professore di filosofia presso la Pontificia Università Urbaniana, che parlerà de “La domanda di Dio, tra ragione e fede” e di monsignor Luis Ladaria, segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, che parteciperà con un intervento dal titolo “Credo in un solo Dio. Il Dio dei cristiani, la fede nella Chiesa”.

Un ultimo tassello arricchirà ulteriormente la giornata questa sera, durante la celebrazione dei vespri. Su proposta del presidente della Fondazione Giovanni Paolo II per la Gioventù, il dottor Marcello Bedeschi, verrà consegnato al cardinale Rylko un prezioso reliquiario, opera dello scultore Carlo Balljana, contenente un’ampolla con il sangue del beato papa Wojtyla in occasione, anche, dell’anniversario della III Gmg di Czestochowa.

La reliquia sarà poi conservata presso la cappella del Pontificio Consiglio per i Laici e, in accordo con la Sezione Giovani del medesimo dicastero, verrà portata, di volta in volta, alle future Giornate Mondiali della Gioventù.

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ZENIT Staff

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