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Non abbiate paura!

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Gv 6,16-21

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Lettura
Dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci, Gesù sceglie di allontanarsi dalla folla e dall’equivoco di poter essere riconosciuto come leader politico. Sceglie la solitudine, in cui spesso nel corso della sua esistenza, si è rifugiato cercando l’incontro intimo e personale con il Padre. Lascia che i suoi discepoli lo precedano sull’altra riva del lago, mentre lui promette che li raggiungerà. In realtà, la traversata sarà troppo difficile e spaventosa, impossibile da completare senza la presenza confortante e salvatrice di Gesù che, con un nuovo segno, confermerà l’onnipotenza del suo amore.
Meditazione
Gli altri tre evangelisti narrano questo episodio con uno stile molto realistico, trasmettendo a noi lettori i sentimenti di pericolo e di paura che attanagliano i naviganti incappati in un fortunale. La cronaca ci ha abituati, purtroppo, ad immedesimarci nei momenti di panico che possono impossessarsi di chi, sfidando la furia degli elementi, affronta rotte difficili e insidiose. Nel Vangelo di Giovanni questa forza espressiva è molto più attenuata, mentre è lasciata ogni energia comunicativa all’esplicitarsi del segno. Le emozioni e le reazioni dei discepoli sono lasciate in secondo piano, mentre sono prioritarie le scelte di Gesù, il suo allontanarsi e il successivo riavvicinarsi alla barca, camminando sulle acque, per condurre in salvo i discepoli spaventati. È chiaro l’intento di Giovanni: raccontare, attraverso questa notte tempestosa in balìa delle onde, lo sconcerto che hanno vissuto dopo i fatti straordinari della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Siamo vicini, infatti, alla cosiddetta “svolta Galilaica”, una crisi drammatica che ha coinvolto i principali seguaci di Gesù. Egli non è più compreso, le sue scelte provocano dubbi e scandalo, i segni da lui compiuti suscitano interpretazioni diverse e contrastanti. La domanda sulla sua identità turba il cuore di molti portandoli ad una scelta che Gesù stesso provocherà: «Volete andarvene anche voi?» (Gv 6,67). Ma il cuore di questa pagina evangelica è proprio legata alla necessità di accogliere Gesù sulla barca affinché possa giungere a riva. La sua Parola non offre solo conforto nella paura, ma è l’affermazione della sua stessa divinità, il nome di Yahweh rivelatosi a Mosè come «Io sono Colui che è». Proprio nel bel mezzo delle nostre notti, nel pieno delle crisi, Gesù ci raggiunge e ci porta in salvo.
Preghiera
Gesù, ti prego di salire sulla mia barca; non lasciare che l’oscurità della notte e la minaccia di onde troppo alte mi facciano dubitare della tua presenza e del tuo aiuto. Fa’ che ti riconosca sempre e non abbia mai timore della tua voce, grazie alla quale, conoscendo Chi tu sei, comprendo chi sono io.
Agire
Nella preghiera, vero atto di umiltà, accolgo Gesù, lo faccio salire sulla mia “barca”, lascio che sia lui a condurmi verso la riva del suo amore.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Francesco Giovanni Brugnaro, Arcivescovo di Camerino – San Severino Marche, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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